Dopo la pubblicazione del mio intervento in Senato sulle unioni civili ho ricevuto alcune lettere da amici che hanno variamente commentato le cose che ho detto. Quella che segue è la lettera di un’amica che si è occupata come magistrato “di frontiera” di questioni di diritto di famiglia e che ha adottato una figlia (in aggiunta ad altri che ha avuto come naturali).
Carissimo Roberto,
ho apprezzato molto il tuo intervento al Senato.
In sintesi, ti dico, da cattolica, da laica e da magistrato che hai colto nel segno perchè :
-se è giusto che uno Stato riconosca i diritti civili alle coppie omosessuali (non ho alcun dubbio!),
-occorre invece riflettere a lungo se in questi diritti debba anche essere riconosciuto quello della genitorialità “adottiva” del figlio dell’altro nato inevitabilmente da una maternità surrogata o da un utero in affitto o da una donazione, in modo artificiale, anche se tecnicamente possibile.
Bisogna chiederselo rovesciando completamente la prospettiva della riflessione:
-non bisogna chiedersi se è un diritto di una coppia omosessuale avere dei figli (se lo sono chiesti Dolce e Gabbana ed Elton John litigando tra loro e io ho apprezzato Dolce e Gabbana perchè hanno detto che non si può avere tutto dalla vita!!) ,
– ma se è un diritto di un bambino venire al mondo con quelle modalità.
Io credo, da umile servitore dello Stato, che uno Stato debba proteggere la parte più debole, e quindi i minori, e chiedersi in questo momento,se sia o meno, a tutela del minore, una legge che assicuri un diritto alla genitorialità solo perchè tecnicamente possibile, tra l’altro legalizzando così di fatto ciò che da noi allo stato è illegale.
Bisogna chiedersi se in questo modo garantiamo o meno una vita felice a questi bambini!
Tutti arriviamo ad un momento della vita in cui ci chiediamo:” perchè siamo venuti al mondo?”
Noi, io, te Betty abbiamo avuto il privilegio di scoprire che siamo nati dall’amore dei nostri genitori, e così i nostril figli: questa è una partenza felice che aiuta ad affrontare la vita, anche nei momenti più difficili.
Da mamma di una bambina adottata e conoscendo tanti bambini adottati, ben conosco quel momento della vita in cui un ragazzino rivive l’abbandono, e si chiede “perchè?” e fatica da adolescente a cambiare rotta (a non piangersi addosso) riconoscendo la fortuna avuta nell’accoglienza da parte di una famiglia perchè quel passato (quell’essere nato “chissà perchè” e quel rifiuto) lo accompagnerà per tutta la vita.
Da magistrato che si occupa di famiglia vedo poi troppi bambini-ragazzini che soffrono, come figli abbandonati, per la separazione dei propri genitori: soffrono tutti in quelle separazioni (e sono ormai tante!!) in cui il conflitto tra i genitori è alto perchè i genitori (fragili!!) non sono in grado di distinguere la relazione sentimentale, che è finita, da quella genitoriale che è per tutta la vita, trascinando drammaticamente I propri figli in quella disperazione!
E’ un carico umano forte quello che vivo quando incontro questi ragazzini che piangono sempre davanti a noi giudici (è obbligatoria l’audizione di cui ha compiuto 12 anni, come ben sai!), credimi!
E allora adesso, senza una riflessione seria, dico no alla possibilità di riconoscere un diritto alla genitorialità alle coppie omosessuali perchè credo che significhi porre altri bambini in condizioni esistenziali difficili, solo perchè tecnicamente è possibile venire al mondo in modo artificiale.
Certo, ci saranno le eccezioni, come sempre, di bambini nati così più felici di bambini nati da coppie eterosessuali che poi si lasciano; ma le eccezioni non giustificano l’approvazione di una legge.
Dire poi che non bisogna chiudere gli occhi davanti a situazioni già reali, pare 500 casi in tutta Italia, non giustifica l’approvazione di una legge “riparatoria”: abbiamo studiato ( e mi ostino a credere che debba ancora essere così!) che sono i valori che guidano l’approvazione di una legge, non le eccezioni e le sanatorie!!
E poi, se moriranno il padre o la madre di questi bambini, si aprirà una tutela e il Tribunale nominerà un tutore, verosimilmente il compagno-a del padre-madre deceduto: quell bambini, come tutti I bambini che restano soli, non saranno mai abbandonati dallo Stato!
La sofferenza dei bambini-ragazzi che conosco nella mia esperienza di madre e di magistrato mi ha portato ormai a chiedermi: ma perchè a tutti i costi il diritto di avere un figlio se poi gli adulti sono così fragili da non essere in grado di proteggerli e accompagnarli per tutta la vita?
Negli incontri in cui io e mio marito siamo chiamati a testimoniare la “genitorialià” biologica e adottiva, in questi ultimi anni la domanda da cui partiamo sempre è proprio questa:” siete pronti ad accogliere I figli che Dio vi donerà? sempre e comunque, nonostante le incertezze sul vostro amore?”Credo che lo Stato debba sempre di più aiutare gli adulti a chiedersi di più “quali sono i miei doveri” rispetto a “quali sono i miei diritti.”, soprattutto quando siamo chiamati a far crescere i bambini.
E’ solo un’umile riflessione, che da tempo sto facendo, e che ho volute esternarti da amica, dopo il tuo intervento: sono queste le riflessioni che contano tra gli amici, anche se ora siamo più lontani di un tempo
In questi giorni di intenso dibattito che precede il voto sul disegno di legge sulle Unioni civili ho ricevuto molte lettere di cittadini che si esprimono a favore o contro. Avevo pensato di pubblicarle tutte ad eccezione di quelle contenenti insulti o minacce. Mi sono però reso conto che il numero sarebbe stato davvero eccessivo e mi limito quindi a pubblicare solo quelle ricevute negli ultimi tre giorni cioè quelle a partire dal 14 gennaio 2016. Ne traggo l’impressione che il nostro Paese sia ancora profondamente diviso e sconcertato e che dunque la mia proposta di continuare a parlarne e approfondire gli argomenti non sia del tutto sbagliata. Abbiamo ancora una decina di giorni e ritengo che possano essere meglio spesi nel confrontarsi anziché solo nel contarsi o insultarsi.
17 gennaio 2016
Probabilmente alcuni di voi sono tornati indietro sui dubbi riguardo al DDl sulle unioni civili, che è già di per se un aborto ma che per lo meno è un primo piccolissimo passo sui diritti civili anche in Italia, in questo caso non mi rivolgo a voi.
Devo dire che Gramellini sintetizza bene il mio pensiero riguardo alla definizione di “liste di prescrizione” o squadrismo (come la sen.Cirinnà le ha definite). Come dice Gramellini i senatori del PD hanno sottoscritto un programma ed a quello si devono attenere, altrimenti potevano non farsi eleggere, facendo uscire la questione di coscienza allora. Questa coscienza ad intermittenza non ha senso. E’ come per gli obiettori ci coscienza per la legge 194, lo sono divenuti quando non hanno più potuto lucrare sulla pelle delle donne. Il vaticano vi scomunica se votate come senatori di uno stato laico?
L’adozione, del figlio del compagno o della compagna (come avviene già da parte delle coppie etero) non è il preludio a nulla, tantomeno al fatto che il minore divenga omosessuale (cari senatori se questo fosse vero non ci sarebbero omosessuali visto che siamo usciti tutti da coppie etero).
Vi ricordo che siete senatori della Repubblica Italiana e non della Città del Vaticano (a cui in privato potete giurare obbedienza ma fuori dalle aule parlamentari) in Senato cone alla Camera siete tutti laici, il popolo italiano non è tutto cattolico, se non volete sposare una persona del vostrostesso sesso, non lo fate, ma non impedite a me di sposare il mio compagno o di costringermi ad andare in Paesi civili usciti dal medioevo già da tempo.
Signori senatori, le leggi che votate devono servire a tutti i cittadini di questo Stato e non soltanto ai cattolici, chi non è d’accordo non le utilizza.
Il vostro comportamento retrogrado e medioevale ci fa vergognare di essere italiani.
Massimo Rolli
quasi ex elettore del PD
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“Caro Senatore della Repubblica Italiana,
onori il patto di fedeltà alla Costituzione Repubblicana che lei con la sua elezione deve testimoniare.
L’ articolo 29 della Costituzione e seguenti, precisano la famiglia come luogo naturale dell’incontro tra l’uomo e la donna, con la responsabilità dell’educazione dei loro figli e il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà.
Nella prossima discussione che si terrà in aula in Senato il 26 Gennaio 2016 sulle unioni civili omosessuali, che prevede anche la legittimazione sulla pratica dell’utero in affitto, sia conseguente con il patto d’ onore nei confronti della Costituzione Repubblicana e ricordi i valori naturali, culturali e anche religiosi su cui la nostra Costituzione si fonda.
Caro senatore operi secondo coscienza, presenti più emendamenti possibili, anche per conquistare tempo e sia pronto ad aprire una CRISI DI GOVERNO nel caso si dovesse insistere su questa normativa”.
Grazie per l’attenzione.
Gazzetti Alba Graziella
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Caro Senatore,
non avere timore: questa legge sulle unioni civili non deve passare. La stepchild adoption è la chiave per legittimare a tutti gli effetti il ricorso alla pratica dell’utero in affitto. Pratica definita ‘abominevole’ da Livia Turco e da molte femministe di ‘Se non ora quando’.
Non esiste un diritto degli adulti ad avere un bambino. Esiste invece il diritto supremo da tutelare di chi questo diritto non può esercitarlo, o perché non ha l’etá per votare (i bambini) o perché non autosufficiente psico-fisico (disabili e anziani in primis).
Confido nella tua libera coscienza e nella passione vera per il bene comune.
Cordiali saluti.
Federica Foresti
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16 gennaio 2016
Egr. Senatore,
il giorno 28 c.m. si discuterà in aula il DDL Cirinnà che ha per oggetto le unioni civili. Il testo di legge apre le porte all’utero in affitto praticato all’estero e conseguentemente alla stepchild adoption. Come rappresentante eletto, è suo preciso dovere attenersi al programma e far sue le istanze dei cittadini contrari ad ogni attacco diretto od indiretto alla famiglia.
Cordiali saluti.
Daniela Atzeni
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Caro Senatore della Repubblica,
ONORI il patto di fedeltà alla Costituzione che Lei con La sua elezione deve testimoniare. Gli Artt.29 e ss della Costituzione precisano la famiglia come luogo naturale dell’incontro tra un uomo e una donna con la responsabilità dell’educazione dei loro figli. Il diritto dei bambini è quello di avere una mamma e un papà!! Nella prossima che si terrà in aula in Senato il 26 gennaio sulle unioni civili omosessuali che prevede anche la legittimazione della pratica dell’utero in affitto, il suo intervento sia conforme con il patto di onere nei confronti della Costituzione repubblicana e ricordi i valori naturali e anche religiosi sui cui la nostra Nazione si fonda.
Cordiali saluti.
Stefania Piazzesi
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«Egr. Sen.
giorno 28 c.m. si discuterà in aula il DDL Cirinnà che ha per oggetto le unioni civili. Il testo di legge apre le porte all’utero in affitto praticato all’estero e conseguentemente alla stepchild adoption. Come rappresentante eletto, è suo preciso dovere attenersi al programma e far sue le istanze dei cittadini contrari ad ogni attacco diretto od indiretto alla famiglia.
Cordiali saluti»
Stefania Mascitti
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Gentile Senatore,
sono una cittadina italiana e alla vigilia della discussione sul DDL Cirinnà vorrei invitarla a riflettere e a considerare con attenzione il suo orientamento di voto.
Mi auguro che la sua non sia una posizione pregiudiziale ed acritica e che la sua coscienza la porti a prendere davvero in considerazione l’impatto reale che tale legge potrà avere – o non avere – sulla vita di milioni di adulti ma – soprattutto – su centinaia di migliaia di bambini oggi purtroppo figli di un Dio Minore.
A tal proposito mi vorrei soffermare sull’istituto della stepchild adoption che penso possa essere il motivo delle sue perplessità.
Tale istituto, che è già previsto nel nostro ordinamento ed è riservato alle coppie eterosessuali, definisce DIRITTI e DOVERI.
I diritti sono quelli dei bambini.
Centinaia di migliaia di bimbi figli di coppie omosessuali, bimbi reali e vivi che ogni giorno vanno a scuola, che giocano, piangono, crescono in questo nostro paese. Che imparano ad andare in bicicletta, fanno la prima comunione o che aspettano trepidanti l’arrivo di babbo natale come ogni altro bimbo italiano.
Questi bambini sono quotidianamente accuditi, protetti, amati, cresciuti da qualcuno che loro chiamano Mamma o Papà, ma che lo Stato Italiano oggi dice essere loro estraneo/a. Centinaia di migliaia di bimbi che vedono riconosciuta la loro vita famigliare solo a metà, che non sono fratelli dei loro fratelli, nipoti dei loro zii o dei loro nonni, che non possono ereditare da entrambi i loro genitori. Bimbi che laddove tragicamente perdono il genitore biologico invece che leniti nella loro sofferenza sono sottoposti all’ ulteriore doloroso, incerto, tragico percorso giudiziario che consenta di non perdere anche l’altro genitore ritrovandosi orfani per decisione di un giudice.
I doveri in campo sono invece quelli degli adulti.
Adulti che sono chiamati ad assumersi “ufficialmente” responsabilità chiare e riconosciute nei confronti di questi bimbi: responsabilità di cura ed accudimento, ma anche di carattere economico. Responsabilità durature e non fallaci come fallace può purtroppo essere una relazione. Responsabilità che prescindano dalla durata e dalla continuità del loro rapporto di coppia. Perché sia chiaro ed indiscutibile che un figlio è tale anche quando la coppia non lo è più.
Nel momento in cui voterà le chiedo quindi di pensare davvero ai bambini.
Si chieda quale è il bene di questi bimbi? Pensa davvero che lasciarli in una odiosa situazione di vuoto e riduzione di diritto sia il loro bene?
La prego pensi al bene di questi bimbi, figli di questa Repubblica che oggi si ostina a negare loro la piena cittadinanza e per farlo la chiedo di immaginare come potrebbe spiegare il suo voto contrario guardando negli occhi uno di questi bimbi.
Con fiducia
Barbara Vecchietti
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Egregio Senatore della Repubblica,
il giorno 28 c.m. si discuterà in aula il DDL Cirinnà che ha per oggetto le unioni civili.
Il testo di legge apre le porte all’utero in affitto praticato all’estero e conseguentemente alla stepchild adoption.
Come rappresentante eletto, è Suo preciso dovere attenersi al programma e far Sue le istanze dei cittadini contrari ad ogni attacco diretto o indiretto alla famiglia, come indicata, tra l’altro, nella Costitutizione Italiana.
Cordiali saluti,
Simone e Francesca Biagioli
(con i figli informati e futuri elettori: Anna, Marco e Celeste)
P.S. grazie per la Sua attenzione e buon lavoro!
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Caro senatore
La invito a coltivare, far proliferare, e a diffondere il suo presunto “maldipancia”
Contagi quanti più colleghi Le sarà possibile, Li convinca a non votare il ddl così come è stato proposto.
Credo che i cittadini Italiani contrari alla proposta ed in particolare alla “stepchild adoption” siano ben oltre la maggioranza.
Credo meritino di essere rappresentati non meno di una residua minoranza; la preoccupazione non è comunque rivolta al rispetto dei numeri, ma al rispetto di quei bimbi e ragazzi che potrebbero subire solo la “confusione” di una egoistica voglia di una “diversa paternità e/o maternità.
AugurandoLe un convinto e contagioso maldipancia
saluto e ringrazio cordialmente.
Rossi Angelo
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Egr. Sig. Senatore,
Le scrivo in quanto sono consapevole della coscienza e dell’impegno con cui porta avanti il mandato di rappresentanza popolare che le è stato affidato e, alla luce di ciò, confido nel fatto che Lei sarà capace di opporre il proprio rifuto all’approvazione del ddl Cirinnà.
Mi rendo perfettamente conto che questa presa di posizione richiederà un atto di profondo coraggio e risulterà particolarmente scomoda, per via dell’orientamento ideologico attualmente prevalente nel suo partito.
Sono comunque fiducioso nel fatto che Lei sarà disposto ad assumersi tale responsabilità, pur di evitare che la famiglia basata sull’unione tra uomo e donna,cardine fondamentale della nostra civiltà, venga snaturata a colpi di atti legislativi, peraltro contrari alla volontà del popolo italiano, come tutte le indagini di opinione – pur oscurate da media – dimostrano.
La saluto cordialmente e le assicuro tutto il mio appoggio e quello di molti amici nella battaglia culturale ed umana (prima che politica) che la aspetta.
Marco Migliore
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Carissimi senatori sono un onesto cittadino della repubblica italiana, quello che si sta leggendo sui vostri nomi questi giorni ha dell’incredibile circa il tema delle unioni civili.
Mi rattrista pensare che ci siano mentalità ancora così retrograde su in tema che come ormai avrete visto investe tutto il mondo civile occidentale. Se migliaia di coppie italiane e in alcuni così relativi figli sono senza diritti lo si deve purtroppo ancora a gente come voi . Tra l’altro perdonerete la mia ignoranza sulla tecnicità della legge elettorale ma voi sareste esponenti del PD , forza politica che si oppone alla destra ( da anni sostenitrice di politiche discriminatorie) , e io avrei personalmente votato voi alle scorse elezioni? Perché se così è credo di aver diritto ad un rimborso , sì perché mi son detto voto una sinistra italiana che in quanto sinistra dovrebbe sostenere un tema come quello dei diritti lgbt e così invece mi ritrovo che non è . Non parlo di un rimborso economico ma di un rimborso morale e di dignità ! Abbiate paura perché arriveranno le prossime elezioni , abbiate paura perché per quanto stolti gli italiani siamo prima o poi si desteranno, abbiate paura perché così cattolici come siete arriverà il giorno del giudizio anche per voi. I miei nonni ormai morti saranno indignati per aver combattuto una guerra mondiale per rendere questa nazione libera e vedere persone al governo come voi che creano catene alla civiltà . Con il vostro voto contrario al decreto Cirinna condannerete per sempre la vostra anima e lo faremo tutti a condannarvi e se avete una coscienza e fede cattolica di cui andare fieri sappiate che sarà , la nostra una condanna a vita che vi marchierà per sempre. Pago le tasse quelle stesse che vi permettono di godere di mille privilegi e di far sì che i vostri mariti o mogli possano un domani godere delle vostre corpulente pensioni di reversibilità . È il momento di dire BASTA ! Non ne avete diritto solo voi di questi ed altri . Querelatemi mettetemi in galera ma non metterete mai a tacere la voce di chi chiede diritti , di chi lotta per un diritto , di chi vive senza ledere la vita degli altri ma chiede solo un riconoscimento perché anche noi ESISTIAMO!
Inviato da iPad
Marco Lubrano
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Egregio Senatore,
premetto che quanto le espongo è totalmente condiviso da tutti i miei parenti e conoscenti.
La prego quindi di fare tutto quanto le sarà possibile per bloccare il DDL “Cirinnà che sarà proposto in Senato il prossimo 26 gennaio.
La invito ad onorare gli articoli 29 e seguenti della Costituzione Italiana che riconoscono e definiscono la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, luogo naturale dell’incontro tra un uomo e una donna, ai quali attribuisce l’esclusiva responsabilità nell’educazione dei loro figli, per costruire il bene comune della società italiana attuale e futura.
Lei sarà chiamato a esprimere un giudizio, e quindi un voto, sul Disegno di Legge sulle Unioni Civili anche tra persone dello stesso sesso e quindi a legittimare o meno l’abominevole pratica dell’utero in affitto, che inevitabilmente sarebbe introdotta attraverso la cosiddetta “stepchild adoption”. E anche nell’ipotesi che la “stepchild adoption” dovesse essere ipocritamente stralciata dal ddl, Lei sa bene che una volta approvata una legge sulle unioni civili, in base al principio di non discriminazione, l’Europa imporrebbe la loro equiparazione a tutti gli effetti al matrimonio naturale tra uomo e donna, con tutte le implicazioni del caso, possibilità di adozione compresa. La invito pertanto a presentare emendamenti affinchè questa legge non passi. Come Lei sicuramente saprà, l’ordinamento vigente già riconosce i diritti delle persone conviventi, sia eterosessuali sia omosessuali, pertanto non è necessaria alcun’altra normativa a riguardo.
Cordiali saluti
Mauro Dell’Olmo
Roma
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😇😇😬😬😕😕😠😠😈😈
Valentina Di Stefano
Caro Senatore,
le ricordo il suo dovere di onorare la Costituzione, nel caso della
imminente discussione su quella legge ingannatrice che va sotto il
nome di ddl Cirinnà.
Le sottolineo il dovere di onorare l’articolo 29 della Costituzione
che riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Le chiedo di attivarsi nella produzione di emendamenti che evidenzino
quanto malevola sia la normativa proposta in aula al Senato a partire
dal 26 gennaio prossimo.
Se farà diversamente, non lo farà nel mio nome.
Cordiali saluti, Carla Stefanini.
***
15 gennaio 2016
Onorevole Senatrice / Senatore,
La discussione sulle unioni civili che si terrà in Senato il 26 gennaio prossimo, riveste una straordinaria importanza per il destino del Ddl Cirinnà, una proposta di legge che implicitamente avvallerebbe la pratica abominevole dell’utero in affitto.
Le chiedo di onorare il patto di fedeltà alla Costituzione, che agli artt. 29 e ss., indica la famiglia naturale come il fondamento della nostra società, che il Ddl Cirinnà vorrebbe scardinare riconoscendo alle unioni civili, anche omosessuali, le stesse prerogative che la Costituzione assegna alla famiglia naturale, sovvertendo di conseguenza il nostro Diritto familiare.
Le ricordo che opponendosi al disegno di legge sulle unioni civili, nelle forme che riterrà più opportune ed efficaci, difenderà con ciò stesso il sacrosanto e inviolabile diritto di ogni bambino ad avere una madre e un padre, fino a prova contraria elementi essenziali per la crescita e lo sviluppo equilibrato della loro personalità.
Siccome si tratta di valori fondanti la nostra società e la nostra cultura, Le chiedo di essere intransigente nella loro difesa e di essere pronto anche ad aprire una crisi di governo se ciò dovesse rivelarsi l’unico modo per scongiurare l’approvazione del disegno di legge.
Sono convinto che la posizione da me espressa sia maggioritaria nel Paese, benchè essa sia quasi per nulla rappresentata a livello massmediatico.
Faccio appello alla Sua coscienza nella certezza che l’Italia, portatrice di antichi e universili valori umani, possa rappresentare un esempio anche per le altre nazioni europee.
Con Ossequi
Beatrice Novelli
***
Vergogna…
est61
***
Gentilissimi Senatori
chi Vi scrive è un ITALIANO, un UOMO, un ESSERE UMANO, proprio come VOI…!
Ho occhi per guardare (un’italia che va a rotoli), gambe per camminare (e percorrere la dura strada del lavoro senza essere sicuri di un domani), e sopratutto un cervello Pensante (quello che mi spinge a scrivervi)
Amo un UOMO… ! Il mio compagno FABIO, stiamo insieme da 7 anni e saremmo felici come tutti gli ESSERI UMANI LIBERI di avere diritti, quelli che VOI non condivide o sul quale ancora non vi siete espressi…!
PER UNA VOLTA chiedo, non solo doveri (che rispettiamo e/o siamo costretti a rispettare) ma…
DIRITTI
Quelli che per anni ci sono mancati…! Il diritto di reversibilità pensionistica, il diritto di unirci civilmente, il diritto di firma per la donazione degli organi alla morte del nostro compagno… il diritto di vivere una vita con non solo doveri… ma DIRITTI..!
Essere GAY non è ne una moda ne soprattutto una scelta…
Spero Vi Ravvediate e che il 28 siate coscienti che state per decidere cosa sarà il nostro futuro…!
Non penso sia facile il Vostro lavoro… sono sicuro che meritiate il posto che rivestite, e che vi è stato affidato dal popolo..!
FATE LA SCELTA GIUSTA..!
Grazie mille per l’attenzione…
MASSIMO DI MURO
***
Onorevole Senatrice / Senatore,
La discussione sulle unioni civili che si terrà in Senato il 28
gennaio prossimo, riveste una straordinaria importanza per il destino
del Ddl Cirinnà, una proposta di legge che implicitamente avvallerebbe
la pratica abominevole dell’utero in affitto.
Le chiedo di onorare il patto di fedeltà alla Costituzione, che agli
artt. 29 e ss., indica la famiglia naturale come il fondamento della
nostra società, che il Ddl Cirinnà vorrebbe scardinare riconoscendo
alle unioni civili, anche omosessuali, le stesse prerogative che la
Costituzione assegna alla famiglia naturale, sovvertendo di
conseguenza il nostro Diritto familiare.
Le ricordo che opponendosi al disegno di legge sulle unioni civili,
nelle forme che riterrà più opportune ed efficaci, difenderà con ciò
stesso il sacrosanto e inviolabile diritto di ogni bambino ad avere
una madre e un padre, fino a prova contraria elementi essenziali per
la crescita e lo sviluppo equilibrato della loro personalità.
Siccome si tratta di valori fondanti la nostra società e la nostra
cultura, Le chiedo di essere intransigente nella loro difesa e di
essere pronto anche ad aprire una crisi di governo se ciò dovesse
rivelarsi l’unico modo per scongiurare l’approvazione del disegno di
legge.
Sono convinta che la posizione da me espressa sia maggioritaria nel
Paese, benché essa sia quasi per nulla rappresentata a livello
massmediatico.
Faccio appello alla Sua coscienza nella certezza che l’Italia,
portatrice di antichi e universali valori umani, possa rappresentare
un esempio anche per le altre nazioni europee.
Con Ossequio.
Monica BoccardiAvv. Monica Boccardi
Patrocinante in Cassazione
***
Caro Senatore, le ricordo il suo dovere di onorare la Costituzione, nel caso della imminente discussione su quella legge ingannatrice che va sotto il nome di ddl Cirinnà. Le ricordiamo il dovere di onorare l’articolo 29 della Costituzione che definisce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Si attivi nella produzione di emendamenti che evidenzino quanto malevola sia la normativa proposta in aula al Senato a partire dal 26 gennaio.
Carla Bergamini
***
"Egr. Sig. Senatore,
Le scrivo in quanto sono consapevole della coscienza e dell'impegno con cui porta avanti il mandato di rappresentanza popolare che le è stato affidato e, alla luce di ciò, confido nel fatto che Lei sarà capace di opporre il proprio rifuto all'approvazione del ddl Cirinnà.
Mi rendo perfettamente conto che questa presa di posizione richiederà un atto di profondo coraggio e risulterà particolarmente scomoda, per via dell'orientamento ideologico attualmente prevalente nel suo partito.
Sono comunque fiducioso nel fatto che Lei sarà disposto ad assumersi tale responsabilità, pur di evitare che la famiglia basata sull'unione tra uomo e donna,cardine fondamentale della nostra civiltà, venga snaturata a colpi di atti legislativi, peraltro contrari alla volontà del popolo italiano, come tutte le indagini di opinione - pur oscurate da media - dimostrano.
La saluto cordialmente e le assicuro tutto il mio appoggio e quello di molti amici nella battaglia culturale ed umana (prima che politica) che la aspetta."
Roberto Picone
***
Gentile Senatore , La invito caldamente a pensare non in base a pregiudizi, ma a ciò' che è' veramente importante per un bambino. Magistrati che da anni si occupano dei minori si sono espressi a favore della stepchild adoption. Pensi se un domani un suo discendente avesse bisogno di questa legge. Lasci aperta la Sua mente è il Suo cuore. Cordialmente Giuliana Vannuccini
***
Buongiorno.
Oggi ho appreso sgomento queste inaudite liste infami in cui compare il vostro nome, come in una sorta di inquisizione, solo perchè siete coerenti con la vostra coscienza.
NON VI FATE SCORAGGIARE DA QUESTI METODI NAZISTI, INTIMIDATORI, VOTATE SECONDO COSCIENZA.
Costoro che mettono all’indice chi non la pensa come loro e chi non gli approva in ciò che pretendono, dimostra la realtà di quello che è il vero sentimento e le aspirazioni loro. Essi sono usciti allo scoperto con questo aberrante gesto. A costoro vorreste lasciar adottare dei malcapitati bambini innocenti? Non sia mai.
PRIMA DI TUTTO SIANO GARANTITI I DIRITTI DEI BAMBINI A POTER AVERE UNA MAMMA ED UN PAPA’
Coraggio, Senatori della Repubblica, l’Italia tutta è con voi nella stragrande maggioranza!
Dio vi benedica
***
Voi che per un principio giocate con le vite degli altri e non avete nemmeno il coraggio di metterci la faccia. Voi che accusate di squadrismo un sito che pubblica le vostre facce, ma lottate nell’ombra per rubare i diritti agli altri. Ma se siete così convinti di che avete paura???? Voi che vi mantente stipendi da faraoni con le tasse non solo degli etero! Vergognatevi!!! Fate la bella vita con i soldi delle mie tasse e rubate il futuro a me alla mia compagna e ai bimbi, che forse, avremo l’onore e l’onere di crescere. Vergognatevi!!!! Non vi voteró mai più
Daisy melli
Inviato da iPhone
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Egr. Sen.
giorno 28 c.m. si discuterà in aula il DDL Cirinnà che ha per oggetto le unioni civili. Il testo di legge apre le porte all’utero in affitto praticato all’estero e conseguentemente alla stepchild adoption. Come rappresentante eletto, è suo preciso dovere attenersi al programma e far sue le istanze dei cittadini contrari ad ogni attacco diretto od indiretto alla famiglia.
Cordiali saluti
Valentina Ragaglia
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Caro Onorevole,
Le sto scrivendo perché vorrei immaginarmi una storia con lei.
Immaginiamo che lei abbia un figlio, chiamiamolo per semplicità Stefano, e che, come dovrebbero fare tutti i padri, lo ama alla follia e incondizionatamente.
Immaginiamo che suo figlio nella sua adolescenza e gioventù, si scopra omosessuale. Perché si sa.. le inclinazioni sessuali, come qualsiasi tipo di inclinazione, esulano dalle ideologie e dagli insegnamenti dei genitori.
Immaginiamoci che Stefano a 25 anni si innamori perdutamente di un ragazzo, chiamiamolo Luca, che frequenta l’università con lui. Luca è un ragazzo padre, ragazzo che quando aveva 18 anni da una “sfortunata” avventura di una sera con una sua coetanea ha avuto un figlio, chiamiamolo Marco, e che, con questa ragazza, abbiano deciso di tenere il bambino.
Immaginiamo poi che questa ragazza all’età di 21 anni per uno sfortunato incidente venga a mancare (lo so, è triste come storia, ma purtroppo è una delle tante che troppo spesso ormai si sentono in giro) e che, data l’età troppo avanzata dei genitori della ragazza, il bambino venga affidato a Luca, al padre naturale.
Ora immaginiamo che Luca ricambi l’amore che prova Stefano verso di lui, perché l’essere stato con una ragazza a 18 anni ed avere avuto un figlio con lei non è assolutamente discriminatorio per la sessualità di una persona. A 18 anni un ragazzo si sta ancora scoprendo come persona. E questo glielo dico come esperienza personale.
Immaginiamo che i due ragazzi dopo due anni di fidanzamento e dopo essersi laureati decidano di andare a vivere in affitto insieme, perché in questo modo ovviamente, oltre a stare più vicini, dimezzerebbero anche le spese, spese che sono enormi per un ragazzo di 27 anni (ormai ne hanno 27) affacciatosi da poco nel mondo del lavoro e che deve vivere da solo in una grande città. E anche questo glielo sto dicendo come esperienza personale.
I due ragazzi giorno dopo giorno si scoprono sempre più innamorati, riescono a creare un’armonia familiare che non immaginavano essere possibile, soprattutto perché devono accudire anche un bambino, Marco che ora, facendo due conti, nella nostra storia ha 7 anni.
Stefano ormai conosce Marco da più di due anni e, come è giusto che sia, si è affezionato a lui come un padre potrebbe affezionarsi a un figlio. Lo accompagna a scuola, fa già la seconda elementare, e dopo la scuola una babysitter lo va a prendere, lo riporta a casa e gli fa fare i compiti, perché sia Stefano che Luca hanno cominciato a lavorare da poco.
Luca entra tutte le mattine alle 7 per potere uscire un po’ prima il pomeriggio, tanto Marco lo accompagna Stefano a scuola.
Ogni martedì e Giovedì alle 17 spaccate Luca esce di corsa da lavoro e si precipita a casa, prende il borsone e accompagna Marco a calcetto. Lo facevano tutti i suoi compagni di classe e quest’anno ha voluto farlo anche lui. L’allenatore dice che è anche molto bravo.
Si fanno le 19 e finalmente anche Stefano può uscire dall’ufficio. Non può farlo prima, dato che non timbra mai prima delle 9 per poter portare Marco a scuola. Dall’azienda va diretto al campo sportivo dove nel frattempo Marco ha finito gli allenamenti di calcetto. Chiacchiera un po’ con i genitori dei compagni di classe di Marco mentre questo finisce di farsi la doccia, e nonostante la stanchezza della giornata questo è uno dei momenti che ama di più. Agli altri genitori Stefano e Luca non hanno raccontato nei dettagli la loro storia, quello che sanno è che Luca porta Marco agli allenamenti mentre Stefano lo va a riprendere. Ma a loro non interessa saperne di più. Quello che per loro è importante, quello che dovrebbe essere importante per tutti, è il sorriso felice ma anche un po’ impaurito che fa Marco quando Luca lo lascia agli allenamenti e quello invece pieno di gioia che ha stampato in faccia quando esce dalla porta dello spogliatoio con i capelli ancora gocciolanti dalla doccia e vede Stefano.
È ormai un anno che i due ragazzi convivono e la loro storia va gonfie vele. Lei, Onorevole, non ha mai accettato pienamente questa situazione ed anzi, da ormai un paio d’anni le riesce difficile anche solo parlare con Stefano, ma le feste natalizie si avvicinano, e quando riceve l’invito di passare la giornata di Natale insieme a suo figlio, il suo compagno e Marco decide di accettare. Dopo i primi momenti di imbarazzo e il primo bicchiere di vino la situazione e l’atmosfera diventano molto più rilassate.
Oltre a parlare e scherzare con Luca e Marco conosce anche il papà di Luca, la mamma purtroppo è venuta a mancare l’anno prima, e si accorge di quante cose in comune in realtà avete.
La giornata scorre piacevole e felice, finalmente ha ritrovato il suo Stefano, ed arrivati al momento dei saluti rimane molto colpita quando Luca, parlando con Marco, dice “Fai il bravo, saluta e dai un bacio ai nonni”.
Con ancora il calore del bacio di Marco sulla guancia si dirige verso la macchina, la apre, si siede sul sedile, si appoggia una mano sul viso e sorride. Questa è la magia di un bambino. Un bambino che a 8 anni era solo felice di poter passare il Natale coi suoi nonni. Perché per lui, lei è il suo nonno. Che lo Stato e la legge lo vogliano o no.
Le giornate trascorrono felici, e a Luca viene proposta una promozione dopo il pensionamento di un suo collega. Finalmente la tanto agognata sicurezza economica arriva e i due ragazzi decidono di comprare casa.
Per la banca Luca è single, e con un figlio a carico, ma in ogni caso con un lavoro a tempo indeterminato e ben retribuito. Stefano invece, nonostante i tre anni in azienda, è ancora immischiato in contrattini a progetto, a termine e interinali e quindi la banca gli rifiuta il finanziamento.
Decidono quindi di intestare la casa a Luca e grazie ad un aiuto del padre di Luca e ad uno suo, Onorevole, riescono a comprare casa con un mutuo a 20 anni. Piccola e modesta, ma loro. Il loro focolare.
Gli anni passano felici. Marco ha ormai 10 anni mentre Stefano e Luca si avvicinano al traguardo dei 30.
I rapporti si sono finalmente ricostruiti e almeno tre o quattro volte al mese vi trovate insieme a pranzo o a cena. Anche lei, Onorevole, ha cominciato ad affezionarsi a Luca, tanto da essere andata al funerale del padre quando, qualche mese fa, è venuto a mancare. È stato proprio in quella occasione, in cui ha visto il dolore di Marco, che ha capito quanto amore era in grado di dare Stefano ad un figlio, che solo sulla carta, non è suo.
È ottobre, uno di quei giorni piovosi e freddi che ti ricordano che l’inverno sta arrivando.
Sono le 17 passate e Luca è ancora bloccato in ufficio. Il capo lo ha convocato per una riunione straordinaria. È già due volte nelle ultime due settimane che fa tardi in ufficio e porta Marco in ritardo agli allenamenti. Non deve succedere ancora, tutte le volte Marco gli tiene un broncio incredibile. Riesce a liberarsi dalla riunione e corre in macchina. Sono già le 17:30, è in ritardassimo e cerca di scansare e superare le macchine nel traffico come meglio riesce , ma piove ed è tutto bloccato. Mentre cerca accelerando di superare una fila di macchine non si accorge di un camioncino che stava facendo manovra. Il botto è fortissimo. Ci sono vetri sparsi per tutta la strada e l’airbag si sta sgonfiando lentamente lasciando intravedere il corpo di Luca, ricoperto di sangue, sul sedile. Sembra addormentato in un sonno profondo.
Stefano è ancora in ufficio quando riceve la chiamata della babysitter. Un po’ allarmato risponde. Le dice che hanno chiamato a casa dall’ospedale, Luca ha avuto un incidente e ora è in rianimazione.
Non passano neanche 15 minuti che Stefano è già in ospedale. Per fortuna lavora lì vicino.
Chiede notizie all’accettazione ma gli dicono che non possono rivelare informazioni se non ai parenti stretti di Luca. Stefano gli spiega che convive con lui da ormai più di tre anni, che stanno insieme da quasi sei, che hanno un bambino e che purtroppo non ha altri parenti stretti in vita, se non dei lontani cugini che probabilmente neanche sanno come si chiama. Gli rispondono, quasi scocciati, che non possono dargli informazioni.
Stefano si accascia sulle sedie di plastica dell’accettazione e piange. Crolla in un pianto pesante, ma non di dolore, quello non è ancora riuscito ad entrare in circolo. È un pianto di angoscia, di impotenza. In una di quelle stanze c’è Luca, il suo Luca, che sta combattendo per la vita, e lui non può nemmeno stringergli la mano e cercare di regalargli un po’ della sua forza.
Decide di chiamarla. Lei, Onorevole, accorre subito in ospedale. Erano anni che non sentiva piangere suo figlio. Spiega anche lei la situazione al personale dell’ ospedale, come aveva fatto proco prima Stefano, ma questa volta, forse grazie al fatto che l’hanno riconosciuta, decidono di infrangere le regole e di far entrare lei e suo figlio Stefano in rianimazione. Poco dopo arriva anche Marco, accompagnato dalla babysitter, visibilmente turbato, come può esserlo un bambino di 10 anni che fino ad ora con la morte ci aveva solo giocato in un videogame.
Tre giorni in ospedale, tre giorni in cui Stefano non si allontana un secondo dal letto dove è intubato Luca, mentre Marco vive da lei Onorevole, suo nonno. Fortunatamente a Stefano al lavoro non gli hanno fatto problemi. Il titolare ha capito in pieno la situazione e, nonostante Stefano non possa richiedere i permessi previsti dalla legge per l’assistenza dei familiari, gli ha comunicato di prendersi tutto il tempo che gli serviva. Fortuna che ogni tanto l’animo umano supera i limiti della burocrazia.
Luca non ce l’ha fatta. Dopo tre giorni di lotta e dolore si è spento sotto le lacrime di Stefano e Marco. E le sue, Onorevole, perche nulla valgono le ideologie e i preconcetti nelle emozioni del cuore. E Luca volente o nolente era entrato nel suo di cuore.
La mia storia si ferma qui Onorevole. Ora chiedo a lei. Potrà Stefano preoccuparsi del funerale di Luca e dargli l’ultimo saluto? Potrà continuare a vivere nella casa che lui e Luca stavano comprando insieme, con i soldi di entrambi? Potrà Stefano continuare ad accudire Marco e crescerlo? O Marco verrà affidato a qualche istituto e, se è fortunato, a qualche famiglia adottiva? Cosa dirà, Onorevole, a Marco ,quando verranno a prenderlo e le chiederà in lacrime: “Nonno, perché mi portano via? Perché non posso più stare con te e papà?”
Il papà, come la mamma, è chi ti cresce, chi ti insegna, amandoti, ad amare. Chi darebbe la vita per te.
Hanno ragione quelli che dicono che negare per legge ad un bambino il diritto di avere dei genitori non è un tema che attiene alla libertà di coscienza, e a Marco, oggi, è proprio la legge che vieta di avere un papà. Come a Stefano vieta un progetto di vita insieme alla persona che ama.
È forse un tema che attiene alla libertà di coscienza decidere quanto vale un amore verso un’altra persona e decidere se è meno meritevole rispetto ad un altro?
Io posso dire che no. Non penso sia un tema che attiene alla libertà di coscienza.
Sono qui per chiederle un favore, Onorevole. Le sto chiedendo, semplicemente, di pensare bene contro a cosa state combattendo, perché io non riesco a crederci che ci avete pensato davvero. O per lo meno non ci voglio credere.
Andrea Nizzardo
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Egr. Senatore,
il giorno 28 c.m. si discuterà in aula il DDL Cirinnà che ha per oggetto le unioni civili.
Il testo di legge apre le porte all’utero in affitto praticato all’estero e conseguentemente alla stepchild adoption. Come rappresentante eletto, è suo preciso dovere attenersi al programma e far sue le istanze dei cittadini contrari ad ogni attacco diretto od indiretto alla famiglia.
Cordiali saluti.
Avv. Alberto Agus
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Buongiorno Senatori,
Scoprire che ci sono alcuni senatori del PD che, immagino molto faticosamente, cercano ancora
di riflettere con la loro testa invece di piegarsi ai diktat del pensiero dominante e alle pressioni
delle varie lobby LGBT (come vengono spesso chiamate), mi ha reso estremamente felice e mi
aiuta a mantenere viva una flebile speranza che forse, ad un certo punto, la società capisca
che a forza di assecondare supinamente ogni stravolgimento sociale proposto/imposto da
svariate lobby e gruppi di potere (non solo gay e non solo per quanto riguarda i diritti omosessuali,
sia chiaro), stiamo minando le fondamenta della nostra società in nome di un preteso buonismo
che trasforma ogni desiderio (o capriccio) in un diritto.
Vi prego di TENERE DURO!!!
Se da un lato capisco che vedere i propri nomi pubblicati dal sito gay.it in una specie di lista
di proscrizione non sia piacevole, vi assicuro che, dal mio punto di vista, dovrebbe essere per
voi motivo di orgoglio!
Ancora una volta, vi prego, TENETE DURO!!!
Cordiali saluti,
pietro Crosa
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Stimato Senatore,
faccio appello al dovere che in qualità del suo incarico si è preso di onorare la Costituzione e le chiedo, nel caso della imminente discussione sul ddl Cirinnà, di non tradire l’articolo 29 della Costituzione che definisce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio (con tutte le sue implicazioni e responsabilità).
Non riesco neanche immaginare che uno Stato come il nostro si stia preparando a voler sfornare, con tanto di legge, generazioni di bambini infelici e ad oltraggiare in modo sistematico la dignità della donna e della famiglia.
Grazie per l’attenzione e ancor di più per quanto potrà fare per evitare un tale disastro.
Floriana Conte
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caro senatore della repubblica, onori il patto di fedeltà alla costituzione
repubblicana, e che lei con la sua elezioe deve testimoniare.
l’ art. 29 della costituzione e seguenti precisano la famiglia come luogo d’ incontro tra
uomo e donna con la responsabilità dell’ educazione dei propri figli,
il diritto dei bambini ad avere una mamma ed un papà.
nella prossima discussione che si terrà in senato il prossimo 28 genn.
sulle unioni civili, in special modo di quelle omosessuali quasi equiparato
al matrimonio sia civile che religioso, e che prevede anche la legittimazione
e la pratica dell’ utero in affitto, sia conseguenza del patto di onore nei confronti
della costituzione repubblicana e ricordi i valori naturali, culturali e religiosi
su cui la nostra nazione si fonda.
cordialità.
raffaele chieffi
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“Caro Senatore, le ricordo il suo dovere di onorare la Costituzione, nel
caso della imminente discussione su quella legge ingannatrice che va
sotto il nome di ddl Cirinnà le ricordiamo il dovere di onorare l’articolo 29
della Costituzione che definisce la famiglia come società naturale
fondata sul matrimonio. Si attivi nella produzione di emendamenti che
evidenzino quanto malevola sia la normativa proposta in aula al Senato
a partire dal 26 gennaio prossimo”.
Barbara Gattarello
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LETTERA APERTA AI SENATORI DEL PARTITO DEMOCRATICO
In questi giorni sarà discusso in parlamento il disegno di legge Cirinnà.
Siamo di fronte a un voto di coscienza. Il provvedimento riguarda un tema sensibile e tra l’altro non rientra negli accordi di programma del governo attuale. La sfida è quindi tutta parlamentare ed interessa gli italiani, credenti e non, che hanno a cuore le sorti della famiglia nel nostro Paese.
Esprimo un punto di vista da credente che non significa criminalizzare chi la pensi in tutt’altro modo ma dare indicazioni concrete nell’attualizzazione storica di principi universali a tutela della famiglia.
La famiglia, che prende forma dall’unione tra un uomo e una donna, è al centro della vita di una comunità e ne rappresenta l’essenza primaria, regolandone le funzioni pubbliche e private.
Qui non si tratta di demolire il DDL Cirinnà, ma di compiere ogni sforzo per difendere la famiglia naturale (non chiamiamola “tradizionale” come se fosse un cimelio rispolverato dalla soffitta), a garanzia del benessere generale, pur comprendendo che la complessità dei tempi necessitano di un’attenzione e risposte concrete a diritti individuali di “nuova generazione”. Un impegno di alto profilo, teso ad organizzare le migliori sensibilità presente nel Paese e nel Parlamento, per evitare che la società possa autodistruggersi.
Per la società l’esistenza della famiglia è una risorsa insostituibile, tutelata dalla Costituzione italiana (cfr artt. 29 e 31). Anzitutto per il bene della procreazione dei figli: solo la famiglia aperta alla vita può essere considerata vera cellula della società, perché garantisce la continuità e la cura delle generazioni. È quindi interesse della società e dello Stato che la famiglia sia solida e cresca nel modo più equilibrato possibile. Anche solo per non accettare che gli Italiani siano a rischio di estinzione!
La famiglia, soggetto titolare di diritti inviolabili, trova legittimazione nella natura umana e non nel riconoscimento dello Stato. La famiglia è prioritaria rispetto alla società e allo Stato. A meno che non si voglia trasformare ogni verità oggettiva in “discutibile” verità soggettiva. Dobbiamo riflettere con saggezza, prima di svuotare di significato l’istituto della famiglia e con essa il matrimonio tra uomo e donna. Il matrimonio è dotato di caratteristiche, originarie e permanenti, anche a garanzia dei figli che rischiano di perdere il sacro diritto di avere una famiglia con un padre e una madre. Il “diritto” al figlio, o la pretesa in alcuni casi di volerne determinare le fattezze fisiche o addirittura le qualità interiori sono pratiche di tipo eugenetico.
Si deve essere chiari su cosa si intende per unioni civili. Se si intende unione tra uomo e donna, appartiene all’ordine della natura. Se invece si tratta di unioni tra uomo e uomo e donna e donna, equiparandole al matrimonio, qui si è contro la natura. E ciò che è contro natura non produce mai un bene ma un male, non produce vita ma morte. Morte innanzitutto della verità riguardante la persona umana. Purtroppo oggi non vi è la verità della natura, ma la volontà dell’uomo che si erge a verità di se stesso. E spesso è la falsità che viene proclamata come verità.
Tento una sintesi dalla “Veritatis splendor” di Giovanni Paolo II il quale ha ancora qualcosa da insegnarci su questo delicato fronte: “Il Bene supremo e il bene morale si incontrano nella verità: la verità di Dio… e la verità dell’uomo… Solo su questa verità è possibile costruire una società rinnovata e… aprire la via all’autentica libertà della persona… Se non esiste una verità trascendente… allora non esiste nessun principio sicuro… Se non si riconosce la verità trascendente, allora trionfa la forza del potere… La radice del moderno totalitarismo è da individuare nella negazione della trascendente dignità della persona umana… soggetto di diritti che nessuno può violare… né la Nazione o lo Stato. Non può farlo nemmeno la maggioranza dì un corpo sociale… emarginandola, opprimendola, sfruttandola o tentando dì annientarla” (Veritatis splendor, n. 99).
Perciò la politica non sostituisca, nei temi che riguardano la procreazione e l’unione tra uomo e donna, la verità universale della natura con la “verità a maggioranza” della volontà umana. Così facendo si andrebbe verso l’oscuramento totale della ragione e, di conseguenza, della civiltà. Quando la ragione si oscura, si può compiere ogni male; quel male per il quale più volte si sono condannate le precedenti generazioni e che ora, se non ci sarà un cambio di rotta, si rischia di reiterare uno sbaglio che sarà esecrato da chi verrà dopo di noi.
Margini di modifica ci sono: le unioni civili non devono essere equiparate al matrimonio eterosessuale, il figlio non può essere mai essere un diritto assoluto ottenuto fuori del vincolo eterosessuale e per di più attraverso uno sfruttamento delle donne. Non dimentichiamo, come detto sopra, il diritto primario dei bambini ad avere un papà e una mamma.
E non abbiamo paura di permettere il voto secondo coscienza evitando un voto di scuderia che mortifica la dignità della persona libera. Niente voto di partito sui temi etici: ma per lo meno non colpevolizzare e ritenere traditori chi sostiene su valori così fondamentali diversità di vedute!
Se non passa il DDL Cirinnà, non perde Renzi, ci guadagna l’umanità! Ma si può ancora mediare e migliorare il ddl.
Grazie dell’attenzione!
Roberto Lorenzini
*ancora iscritto al PD di Caprino/Rivoli Veronese
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Le esprimo solidarietà. E apprezzamento per la sua scelta di libertà.
S. Toscano
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Vergognati !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Gioacchino Lo Bianco, Palermo
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Gentile Onorevole Cociancich,
Mi permetto di scriverle in relazione al caso (famigerato) delle unioni civili in Italia. Sono un dottorando in Germanistica, sposato a Berlino con Maya, mia moglie, anche lei dottoranda in Germanistica, ma ad un’altra università. Ho capito fin da piccolo che c’era un trucco dietro ai pronomi, e ho sempre trovato ridicolo che un uomo non potesse indossare la gonna ed una donna non potesse ‘portare i pantaloni.’ Ovviamente è una questione di potere economico e sociale, ma da piccolo non potevo capire tutto questo, eppure lo sentivo, sentivo l’ingiustizia di queste imposizioni che non stavano scritte né in terra, tantomeno in cielo. Ma si sa, nostro signore era ebreo, eppure… Una certa società prende nota solo di quel che le conviene, purtroppo. Che i bimbi dovessero indossare il blu e le femmine il rosa – questo, io, non l’ho mai capito. Quindi un bel giorno ho deciso di parlare di me al maschile, così che i miei interlocutori abbiano food for thought, come si dice in inglese, qualcosa da pensare. Perché no? Quando leggiamo i dati che separano economicamente e socialmente le donne dagli uomini, per non parlare della costante umiliazione e delle violenze che le donne sono costrette a ricevere come pane quotidiano, non posso che rattristarmi, infinitamente. Ma qual è la differenza fra uomini e donne se non una repressione secolare che oblitera tutte le bellissime differenze che ci sono fra tutti gli individui indistintamente? Quella fra uomini e donne non è una differenza, ma una forma di sfruttamento ed impoverimento così consolidato da cancellare tutte le altre differenze belle. Ma non l’abbiamo già visto così tante volte nella storia? Ariani ed ebrei. Bianchi e negri. Anch’io voglio dire la parola ‘donna’ ma la voglio dire con gioia, come segno di libertà. Come gli Americani hanno imparato a dire black e non niger. Se dire ‘donna’ mi preclude dall’amore dei miei futuri figli (perché, legge o meno, avrò figli, che persone come voi volete deprivare d’un genitore, e quel che ancor più mi fa rabbia: avete il potere per farlo), se dire ‘donna’ stabilisce limiti assurdi (che mezzo mondo già deride), dalle piccolezze come giocare a calcio (ancora un tabù quando sono nato) ai fatti grandi come diventar presidente della repubblica, del governo, papa (e perché no? Se Francesco avesse il potere di cambiar le cose, son convinto che le cambierebbe a fondo), o professore accademico – che diventerò, ma non in Italia (dove alle donne, senza parlar delle lesbiche, sono date pochissime occasioni) – allora, mi dispiace, questa parola è per me vana e vuota. Quando invece sento parlare di tutte quelle donne che hanno lottato, sofferto e ancora lottato e che sono state comunque dimenticate (dai molti), allora tale nome risplende. Solo un uomo ed una donna possono educare e crescere figli. Se invece si dice: “solo una donna ed un uomo possono educare figli” già fa un effetto strano. Infatti è l’ordine che conta: prima l’uomo, poi la donna. Una lettura ‘fedele’ della Bibbia è la più infedele e crudele io possa immaginare alla parola di Dio. L’omofobia è solo l’altra faccia del sessismo. Tutti i paesi dove la donna è rispettata non conoscono l’omofobia, non ai livelli italiani certamente. Quando sento dire che solo un uomo ed una donna possono educare figli, io guardo quale uomo, quale donna sta dicendo ciò, con quale presunzione, quale arroganza. Spero questo non la offenda, ma che forse le faccia vedere le cose da una prospettiva un poco diversa, cui magari non è abituato. Mi può spiegare quale sarebbe il motivo? Per insegnare al figlio maschio come si fischia? Alla figlia femmina come si cuce? Lo sa che, statisticamente parlando, le probabilità che un figlio diventi eterosessuale con due genitori dello stesso sesso sono molto più alte? Ha mai conosciuto un figlio di due donne o due uomini? Io conosco cinque ragazzi/bebè di famiglie arcobaleno. Meravigliosi. La mia compagna ed io vogliamo un figlio, probabilmente con l’aiuto di un amico. Il suo voto non cambierà le cose, ma potrebbe farlo, potrebbe aiutare e dare diritti e dignità alla mia famiglia. Diritti umani e dignità umana. E purtroppo non sto esagerando. Le chiedo di votare secondo coscienza, anzi la prego di votare secondo coscienza. Vorrei soltanto che prima incontrasse una figlia od un figlio in una famiglia arcobaleno. Vedere quanto sono belle queste bimbe, questi bimbi e poi dirmi se davvero vuole far loro del male. La ringrazio.
Elisa Santucci
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La incoraggio a proseguire nella sua opposizione alle adozioni gay.
Continui a difendere la famiglia naturale, fondata sul matrimonio tra uomo e donna.
Carlo Coda
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Gent.mi Senatori Cociancich, Del Barba e Tronti
Come vostro elettore, e come cittadino, voglio esprimere il mio totale dissenso nei confronti delle vostra scelta di opporvi all’approvazione della Legge sulle Unioni Civili.
È vero che, come parlamentari, non dovete obbedire a nessun vincolo di mandato, com’è vero che è alla vostra coscienza che avete il diritto di fare riferimento nelle vostre scelte anche istituzionali.
Ma è proprio a questa vostra coscienza che io vorrei fare appello: qui non si tratta di ideologie, ma di diritti, e nel caso in questione si parla di persone che, a causa delle loro identità sessuali, si trovano ad avere meno diritti di chi, come per esempio il sottoscritto, ne ha di diverse dalle loro.
E questa discriminazione dovrebbe essere inaccettabile per qualsiasi persona che lavora nelle, ma soprattutto per, le Istituzioni Democratiche.
Posso certo capire che la legge in questione vada contro le vostre convinzioni religiose, ma il fatto è che voi non dovreste farvi guidare da queste, dovreste bensì rappresentare anche i cittadini che di queste convinzioni ne hanno diverse o, come il sottoscritto, non ne hanno affatto.
Questo è il principio di laicità dello Stato, troppo spesso offeso e vilipeso in quest’odierna Italia delle diverse fazioni contrapposte, alle quali voi politici avete purtroppo una spiccata tendenza a guardare, invece che allo Stato e alla Comunità tutta.
Spiace dirlo, ma la vostra è proprio una scelta faziosa, altro termine non trovo per definirla.
Persino un grande statista cattolico come Alcide de Gasperi, sentì il dovere, ed ebbe il coraggio, di dire no nei primi anni ’50 addirittura a Papa Pio XII, che gli chiedeva/ordinava di appoggiare operazioni del Vaticano volte a diminuire la rappresentanza delle Sinistre nelle istituzioni politiche italiane.
Persino il Presidente del Senato Pietro Grasso si è sentito in diritto, e dovere, di esprimersi a favore delle unioni civili, senza escludere la stepchild adotion contestata da voi cattolici di destra: «Tradotta in italiano fa meno paura perché significa: prendersi cura del figlio del partner, ad esempio in caso di morte del genitore naturale. Più che un diritto, a me sembra un dovere».
Torno quindi a fare appello al vostro senso democratico e del dovere di rappresentanza istituzionale, chiedendovi di recedere dalla vostra posizione nei confronti della legge in oggetto.
Franco Gialdinelli – Varese
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Caro Senatore, le ricordo il suo dovere di onorare la Costituzione, nel caso della imminente discussione su quella legge ingannatrice che va sotto il nome di ddl Cirinnà le ricordiamo il dovere di onorare l’articolo 29 della Costituzione che definisce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Si attivi nella produzione di emendamenti che evidenzino quanto malevola sia la normativa proposta in aula al Senato a partire dal 26 gennaio prossimo.
Distinti salutiLucia Ferrario
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“Caro Senatore, le ricordo il suo dovere di onorare la Costituzione, nel caso della imminente discussione su quella legge ingannatrice che va sotto il nome di ddl Cirinnà le ricordiamo il dovere di onorare l’articolo 29 della Costituzione che definisce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Si attivi nella produzione di emendamenti che evidenzino quanto malevola sia la normativa proposta in aula al Senato a partire dal 26 gennaio prossimo”.
Matteo Conti
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Buona sera
Sono a ringraziarla perché, in un contesto in cui si è portati ad allinearsi per evitare fastidi, magari rendersi complici di approvazioni di norme che incentivano pratiche abominevoli come quella dell’utero in affitto, Lei manifesta libertà di pensiero e sensibilità nei confronti dei soggetti più deboli della nostra società: i bambini, i cui diritti non possono essere calpestati in nome del desiderio degli adulti. Già questo accade in troppi, indicibili casi.
Ancor più meritevole è questa integrità quando è esercitata in seno ad un partito generalmente diversamente orientato.
Io e mia moglie abbiamo votato per il PD alle ultime elezioni, se passasse il Cirinnà sarà stato per l’ultima volta.
Già il fatto che il Cirinnà riguardi coppie omosessuali con esclusione di quelle eterosessuali rovescia in pieno le dichiarazioni che sin qui lo hanno sostenuto.
Perché due conviventi stabili uomo e donna non dovrebbero avere garantita la reversibilità della pensione cui avrebbero invece accesso due gay o due lesbiche nella medesima condizione di convivenza stabile ?
Non è forse questa una grave discriminazione?
Le rinnovo perciò tutta la mia stima, per non rendersi complice di una ingiustizia consumata peraltro contro il volere della maggioranza degli italiani (stando ai dati di molti sondaggi condotti anche in queste ore, pur dopo una pressione massmediatica impressionante a favore degli LGBT a cui abbiamo assistito allibiti)
Cordialmente
Claudio Pellanda
***
Gentili Senatori,
il problema non è che voi siate d’accordo o no colle unioni civili. Il problema è che voi rappresentate anche noi omosessuali, che vi piaccia o no.
Siccome nel resto d’Europa le legislazioni che hanno regolato le unioni civili sono ormai complete, a parte alcuni paesi trogloditi come il nostro, grazie a voi, che percepite uno stipendio lussuosissimo pagato anche da noi omosessuali, siete pregati di votare la legge senza cavillare su questo o quell’articolo.
Una legge intanto si vota, poi, se si vuole e se si vede che produce disastri, si migliora.
Non mi è mai giunta voce dalla molto più civile Spagna che si siano verificati problemi coi figli di coppie omosessuali. E lì hanno risolto il problema alla radice e tra i primi d’Europa, equiparando le coppie omosessuali a quelle eterosessuali in tutto e per tutto, come è giusto.
Se il vostro mal di pancia è causato da rigurgiti cattolici fateveli passare, prendete una citrosodina, una tisana d’alloro, un ponce al mandarino, fate voi. Pensate all’elettorato che avete perso e che perderete ulteriormente se indugerete ancora. Io sto aspettando da venti anni di potermi sposare col mio uomo, per poter finalmente regolare tutta una serie di noie burocratiche che lo stato attuale non ci permette.
Le nostre famiglie, i nostri parenti, i nostri amici, le famiglie dei nostri amici sono solidali con noi e sono centinaia. Provate a calcolare in termini di voti, visto che è l’UNICA cosa che vi interessa per mantenere quelle poltrone e i vostri fin troppo profumati stipendi, cosa potrebbero significare le centinaia di migliaia di persone che voi, col vostro insulso comportamento state insultando e allontanando.
La coscienza, quella che non avete mai avuto, abbiatela in questa occasione.
Ossequi
Massimo Crispi
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Non si faccia condizionare dalla grande minoranza che vuole la stepchild!!! se dovesse passare, pensate ad un referendum!!!
Se il PD dovesse votarla, dopo 40 anni cambierei partito e voterei NCD.
Saluti
Cavagna Alex
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Egregio Senatore, Ci sono momenti nella vita in cui si può essere chiamati ad assumere scelte che coinvolgeranno nel bene o nel male le generazioni futureo i propri figli, scelte dalle quali difficilmente si potrà tornare indietro: tali decisioni non possono essere prese per rispettare ordini di partito, ma facendo esclusivo riferimento alla propria coscienza: solo questa infatti ci accompagna per tutta la vita. Tra qualche giorno Lei sarà chiamato a esprimere un giudizio, e quindi un voto, sul Disegno di Legge sulle Unioni Civili anche tra persone dello stesso sesso e quindi a legittimare o meno l’abominevole pratica dell’utero in affitto, che inevitabilmente sarebbe introdotta attraverso la cosiddetta “stepchild adoption”. E anche nell’ipotesi che la “stepchild adoption” dovesse essere ipocritamente stralciata dal ddl, Lei sa bene che una volta approvata una legge sulle unioni civili, in base al principio di non discriminazione, l’Europa imporrebbe la loro equiparazione a tutti gli effetti al matrimonio naturale tra uomo e donna, con tutte le implicazioni del caso, possibilità di adozione compresa. Gli articoli 29 e seguenti della Costituzione Italiana riconoscono e definiscono la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, luogo naturale dell’incontro tra un uomo e una donna, ai quali attribuiscel’esclusiva responsabilità nell’educazione dei loro figli, per costruire il bene comune della società italiana attuale e futura. Come Lei sicuramente saprà, l’ordinamento vigente già riconosce i diritti delle persone conviventi, sia eterosessuali sia omosessuali, pertanto non è necessaria alcun’altra normativa a riguardo. Votare a favore di questa legge significa infatti violare la Costituzione nei confronti della quale Lei, quale Senatore della Repubblica, ha sottoscritto un formale patto di fedeltà da onorare e testimoniare concretamente. Votare per questa legge significa disconoscere il diritto della famiglianaturale ad essere l’istituzione fondamentale e unica della società, perché ridotta a mero vincolo affettivo al pari di altre unioni, in contrapposizione col dettato costituzionale che le riconosce invece l’esclusiva funzione di cellula base della società. Votare a favore di questa legge significa negare ai bambini il diritto di avere un papà o una mamma, di fatto discriminandoli e togliendo loro la possibilità di scelta. Votare a favore di questa legge significa di fatto consentire e legalizzare la pratica dell’utero in affitto nei paesi stranieri che la ammettono, inevitabile conseguenza della “stepchild adoption”. Votare a favore di questa legge significa privare di tutela e protezione “la maternità, l’infanzia e la gioventù”, in contrasto con l’art. 31 della Costituzione. Votare questa legge significa agevolare un oscuro disegnodi distruzione dei rapporti familiari per isolare e manipolare le persone, disegno sostenuto da lobby politiche, finanziarie e culturali per togliere dignità e autonomia alle persone e ai popoli. Lei dovràassumersi in prima persona, nei confronti di ogni cittadino, la responsabilità delle conseguenze di questa legge. Lei non potrà mai dire “non potevo sapere”. Lei, da quale parte vuole stare? La invito pertanto a riflettere seriamente sulla reale necessità di approvare una Legge “per pochi” che segnerebbe una profonda ferita nella nostra società e che cancellerebbe i valori naturali, culturali e religiosi sui quali si è fondata e si fonda la nostra Nazione, che Lei ha l’onore e l’onere di rappresentare come Senatore.
Cordiali saluti Dott. Fabiano Albrici
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Caro Senatore,
le ricordo il suo dovere di onorare la Costituzione, nel caso della imminente discussione su quella legge ingannatrice che va sotto il nome di ddl Cirinnà le ricordiamo il dovere di onorare l’articolo 29 della Costituzione che definisce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Si attivi nella produzione di emendamenti che evidenzino quanto malevola sia la normativa proposta in aula al Senato a partire dal 26 gennaio prossimo
Confidando nella sua buona volontà, coscienza e senso di responsabilità per il bene pubblico, la ringrazio e saluto rispettosamente
LAURA VISCONTI
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Caro Senatore mi aspetto che Lei rappresenti tutti gli iscritti, i simpatizzanti e gli elettori del PD, e non solo quelli che condividono la sua presunta “sensibilità”, sostenendo la la proposta Cirinnà completamente senza alcun stralcio.
Pastorello Fabrizio
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Caro senatore,
le ricordo il dovere di onorare la costituzione repubblicana che all’articolo 29 e seguenti tutelano la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Gli articoli 29 e seguenti della costituzione ratificano il concetto di famiglia attorno all’unione tra un uomo e una donna responsabili della loro prole.
La ringrazio dell’attenzione.
Assunta Orlando
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Ringrazio tutti voi per quanto state facendo a difesa della famiglia ed in particolare per l’aspetto di cui all’oggetto!
Tenete duro e non abbiate paura di difendere questi valori: siamo in molti a sostenervi. Se il PD fa passare questa innaturale adozione perderà molti consensi, tra cui il mio. Mi dispiace per Renzi che calpesta in questo modo i valori in cui sempre ha creduto: lo credevo più solido su questi temi. Per me è una parziale delusione.
Con profondo riconoscimento,
enzorognoni
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Caro senatore/senatrice
spiacente comunicarle che la sua presa di posizione compromette il mio voto al suo partito nelle prossime elezioni.
Cordiali saluti
Remo Catellani
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Caro Senatore, le ricordo il suo dovere di onorare la Costituzione, nel caso della imminente discussione su quella legge ingannatrice che va sotto il nome di ddl Cirinnà le ricordiamo il dovere di onorare l’articolo 29 della Costituzione che definisce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Questa mail per tenere duro nonostante gli attacchi di questi pervertiti. Grazie Claudia
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Caro Senatore,
non avere timore: questa legge sulle unioni civili non deve passare.
La stepchild adoption è la chiave per legittimare a tutti gli effetti il ricorso alla pratica dell’utero in affitto.
Pratica definita ‘abominevole’ da Livia Turco e da molte femministe di ‘Se non ora quando’.
Non esiste un diritto degli adulti ad avere un bambino. Esiste invece il diritto supremo da tutelare di chi questo diritto non può esercitarlo, o perché non ha l’etá per votare
(i bambini) o perché non autosufficiente psico-fisico (disabili e anziani in primis).
Confidò nella tua libera coscienza e nella passione vera per il bene comune.
Cordiali saluti.
Carmen Masiello
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Onorevole senatore,
in questi giorni in cui il dibattito sul ddl cirinnà sembra farsi sempre più univoco, mi appello a Lei quale studentessa e giovane cittadina per chiederLe di impedire che un tal disegno di legge diventi definitivo. Il ddl cirinnà come sappiamo, ma come non si vuol dire, sdoganando l’utero in affitto (un’equiparazione dell’unione civile al matrimonio tra uomo e donna nei vari rimandi del testo porta ad un uguale riconoscimento di tutti i diritti e istituti tra le due forme di unione) nega ai bambini non solo la conoscenza del loro padre o della loro madre ma anche la crescita armoniosa con loro, privandoli di uno di essi. Come può il nostro parlamento, il nostro Paese accettare una simile barbaria? Chi si prende la responsabilità di privare un bambino dell’allattamento, delle cure materne, della madre o del padre? Sto facendo quanto è nelle mie possibilità di studentessa fare per impedire che questa leggi passi, ma ora la partita finale si gioca solo attraverso di Voi. Siete solo voi che con emendamenti e voto negativo potete ancora garantire ad un bambino la SUA mamma e il SUO papà, siete voi i custodi di quel ‘riconoscimento’ della famiglia come società naturale di cui è voce l’art.29 della nostra costituzione.
Grazie per la disponibilità,
Cordialmente
Veronica Turetta
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Egregio senatore, mi chiamo Dana Felicia e sono una mamma rumena con cittadinanza italiana. Le ricordo il dovere di onorare la Costituzione Repubblicana che: all’articolo 29 tutela la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio,
gli articoli 29 e seguenti della Costituzione ratificano il concetto di famiglia attorno all’unione fra un uomo e una donna responsabili per la loro prole.
La esorto inoltre a difendere il diritti dei più deboli, ovvero quelli dei bambini e delle donne i quali, se dovesse essere approvato il ddl Cirinnà che ha come obiettivo principale l’equiparazione del matrimonio omosessuale a quello della famiglia naturale, sarebbero vittime dell’abominevole mercimonio chiamato con il neologismo edulcorante di “stepchild adoption”, con l’aggravante che tale pratica sarebbe contratta all’estero, alimentando quello che Papa Francesco ha più volte definito “la nuova colonizzazione”.
Ogni bambino ha il diritto di avere una madre e un padre i quali possono offrire la condizione ottimale al loro sviluppo come futuri uomini e cittadini.
Mi appello al suo buon senso di senatore, genitore, cittadino e cristiano nel perseguire il Bene Comune dell’intera società e non quello particolare di pochi privilegiati. Le auguro il meglio per lei e per la sua famiglia.
Distinti saluti.
Felicia abbi Popescu
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Bigotto e retrogrado. Con te la Germania sarà solo un miraggio. La Grecia sarà il risultato.
Luciano Crimi
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gentili senatori, gentili senatrici,
sono un’italiana che ha sempre pagato le tasse dalla prima all’ultima e che non ha mai avuto problemi con la giustizia.
ritengo che tutti gli uomini e donne che sono chiamati a gestire l’Italia politicamente debbano smettere di entrare nelle camere da letto dei cittadini, e debbano preoccuparsi solo di accertarsi che essi siano onesti (dandone necessariamente l’esempio!)
detto questo smettetela di essere stupidamente bigotti, ricordatevi che lo stato è e deve restare laico.
date voto positivo alle unioni gay e alla possibilità di adottare bambini in coppie gay.
cortesemente
regis eugenia (torino)
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Signori e Signore
Apprendo ora dai social network che lei è fra i 35 senatori Dem che voterebbero contro il ddl Cirinna’ qualora fosse prevista la stepchild adoption. Sono un genitore omosessuale, Co-padre di due splendidi bambini. Il mio compagno e’ l’unico genitore legale dei nostri figli. Io li ho visti nascere, crescere fin qui e per loro darei la vita. Eppure legalmente non sono nessuno per loro e questo fa di loro dei bambini con diritti limitati, addirittura in balia di un tribunale qualora, D-o non voglia , venisse a mancare il mio compagno. Avete figlirobertyo ? Si rende conto che con il suo voto contrario i nostri figli rimarranno senza i diritti di cui godono i bambini nati da genitori eterosessuali ? Si rende conto che la Stepchild adoption e’ necessaria per dare loro più protezione e garanzie ? Ha mai conosciuto una famiglia omogenitoriale ? Qui a Trieste ve ne sono diverse e seguiamo con speranza ma anche moltissima apprensione il dibattito politico che sta precedendo la discussione del ddl Cirinna’ perché ne va del futuro dei nostri figli e non comprendiamo le posizioni come la sua che minano in primis il riconoscimento di pieni diritti ai nostri figli. Forse conoscerci da vicino, le nostre storie e le nostre vite potrebbero aiutarla a modificare la sua attuale posizione sulla questione. Spero avrà la cortesia di rispondermi e se vorrà di incontrare me e la nostra famiglia. La saluto cordialmente. John Paul Bertolin. Trieste
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Caro Senatore, non abbia timore a mantenere ferma la sua posizione contro lo strumento della stepchild adoption, che se concesso automaticamente ed implicitamente autorizzerebbe, per ora non ad eseguirsi in italia, alla pratica dell’utero in affitto.
I diritti sono dei bambini, a nascere nelle migliori condizioni, a conoscere i loro genitori, ad avere una madre ed un padre, a crescere nella loro storia e non in un esperimento sociale fatto di interessi, desideri egoistici, presunti diritti individuali e pseudo studi sociali o scientifici manipolati.
Coraggio, mantenga la sua posizione ragionevole.
Se ha dubbi si fermi a pensare, le passeranno. Se ci si pensa son cose semplici, reali, concrete e reali, come la sua mamma ed il suo papà o i suoi figli.
Cordialmente.
Pietro Canteri
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Onorevoli Senatori
Vi invio un testo son una riflessione sulle unioni civili, con l’accorata preghiera di leggerlo; pur non essendo brevissimo, forse ne vale la pena.
Anzitutto affermo l’opportunità di dare una regolamentazione giuridica alle varie realtà esistenti.
Per farlo con giustizia, bisogna farlo evitando di stravolgere il significato di un’altra realtà, la famiglia, anch’essa esistente, molto più antica e certamente più indispensabile al bene della società. Per questo è necessario evitare ogni forma di equiparazione, palese o latente, col matrimonio.
A questa condizione non risponde l’attuale proposta di legge “Cirinnà”. Non solo per la “Stepchild-adoption”, ma per tutta la sua impostazione: di fatto è il primo gradino verso la totale equiparazione (manca solo il nome e qualche modesto aggiustamento, cose a cui si provvederebbe rapidamente, come dimostrato costantemente dalle esperienze degli altri paesi, e come è intenzione, apertamente dichiarata, dei suoi promotori). Tale disegno di legge non può essere emendato, ma solo bocciato, per far posto a un progetto che risponda a più autentiche esigenze di giustizia.
Il testo che invio in allegato vuol appunto essere un contributo di riflessione sulle caratteristiche essenziali su cui basare un progetto alternativo alla legge Cirinnà.
Grazie dell’attenzione, e buon lavoro.
Antonio Meo
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Gentili onorevoli e senatori della Repubblica,
apprendo con stupore e incredulità la volontà da voi manifestata di non consentire alle coppie omosessuali di contrarre matrimonio e adottare figli.
Il comportamento da voi tenuto è gravemente lesivo dei diritti costituzionali personalissimi ed è palesemente in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione: la discriminazione di uomini e donne in base alle proprie tendenze sessuali è vietata dalla Carta fondamentale e ci rigetta nelle tenebre ottocentesche in cui il diritto dove cedere il passo alla teocrazia.
Vedete onorevoli e senatori, tra cent’anni né io né voi faremo più parte di questo pianeta, ma la storia ci giudicherà e verrà valutato se il comportamento tenuto da me e da voi ha permesso di far evolvere diritti e libertà dei singoli individui oppure, come nel caso da voi manifestato, ne avrà provocato una contrazione.
Vi chiedo cortesemente di riconsiderare la vostra posizione, di non discriminare le coppie omosessuali, di consentire a tutti gli uomini e le donne che vivono in Italia di poter scegliere liberamente con chi contrarre matrimonio e di avere dei figli: l’Italia non è una teocrazia talebana ma è un Repubblica democratica fondata sul lavoro, con una delle Costituzioni più avanzate del mondo. Vi chiedo di rispettare la Carta fondamentale e di rispettare le opinioni e le tendenze sessuali di tutti i suoi cittadini.
Distinti saluti
Luca Marchiò
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Miei cari “malpancisti”,
l’iniziativa di un sito per soli omosessuali di sesso maschile (il saffismo gli è probabilmente sconosciuto o semplicemente non lo trova di suo gradimento) non deve porVi in allarme. A parte me, nessuno Vi scriverà. Gli omosessuali di sesso maschile che frequentano siti pornografici come www.gay.it non troveranno particolarmente eccitanti i vostri visini. Ciò detto, Vi prego di proseguire con la vostra battaglia contro il vergognoso DDL Cirinnà.
Al Senato potete fare la differenza, ed il Presidente Renzi ha opportunamente evitato di mettere la faccia su questo provvedimento, con la conseguenza che non vi porrà la fiducia (e quand’anche dovesse farlo, non vedo perchè non si debba affossare anche Lui).
Cordialmente,
Vito Matteo
in arte “Lurida”
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Egregio Senatore della Repubblica Italiana:
Sono un cittadino e mi permetto di farLe qualche osservazione al riguardo al D.D.L. Cirinna’ che andrete a discutere e votare: anzitutto vorrei invitarLa a leggere e a rifflettere sull’ articolo 29 e seguenti della Costituzione Italiana che avete promesso di osservare e promuovere che dice cosa é la FAMIGLIA e non altre unioni che non sono antropologiche e naturali, che deve essere fomata da un uomo e una donna , anche perchè un bambino che è la parte più debole deve avere un papà e una mamma come è sempre stato.
Inoltre caro Senatore sappia che dai sondaggi risulta che l’ 85% degli italiani sono contrari a questo disegno di legge e Voi che siete del partito DEMOCRATICO non lo dovreste votare perchè non voluto dalla maggioranza degli italiani oppure cambiate nome e chiamatevi ANTIPOPOLARI. Non parliamo quindi di adozioni per coppie omosessuali e neppure di loro matrimoni che non lo sono e neanche si possano equiparare. Questi non sono diritti umani ma DELITTI.
Qindi questo ddl deve essere RITIRATO, Se occorre e serve si puo’ anche fare cadere questo Governo togliendoli la fiducia perchè era stato costituito per risovere i problemi economici e non quelli etici.E se non ci riuscirete voi lo faremo noi con un referendum abrogativo come ha fatto la vicina Slovenia.
Se pensate che con questo potrete avere qualche voto in più vi sbagliate non è questa la volontà dgli Italiani.
E neanche perchè otterreste dagli organismi Internazionali o LOBBY quache decina o centinaia di milioni di euro.
Ci rimmettereste il seggio di parlamentari perchè non sareste più rieletti.
Vi porgo i miei saluti e buon lavoro.
CASETTO FELICE E DE BIASI SILVANA
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Onorevole Senatore,
io e la mia famiglia scopriamo con enorme dispiacere che il suo nome rientra tra i senatori che, a fine mese, non voteranno per il DDL Cirinnà.
Ci teniamo a comunicarLe che siamo due ragazze, Simona (32) e Gloria (30) con una bambina, Zoe (2), concepita attraverso un’inseminazione artificiale effettuata in Danimarca, Paese in cui, 2 anni fa, abbiamo deciso di sposarci.
Sicuramente non ci permettiamo di giudicare le sue idee e il suo spirito, comprendiamo che possono esserci posizioni diverse e ideologie varie che possono portarLa a non condividere questo DDL.
Tuttavia, ci sentiamo di ricordarLe che, al di là dell’ideologie, noi esistiamo, esiste nostra figlia che vive con entrambe, che viene cresciuta da entrambe e che vive con noi tutta la sua affettività. Staccarla dalla sua realtà famigliare sarebbe un grosso dolore e un grandissimo trauma. Potete condividere o no le nostre scelte, non La giudico per questo, ma potete anche mettervi una mano sul cuore e pensare ai figli che abbiamo e che esistono, pensare che loro, almeno, necessitano più di chiunque di essere legittimati e tutelati.
Votare questa legge non significa tradire il suo sentire, la sua opinione, infatti, resterà tale e la rispettiamo; votare questa legge significa permettere a migliaia di bambini di essere tutalati nella loro affettività che, mi permetta, è alla luce del sole per chiunque.
Non votarla, invece, significherebbe tradire tutti i bambini che da anni aspettano di poter dormire sonni tranquilli, consapevoli che nessuno, mai, porterà via da loro i genitori che tanto amano e che con tutto il cuore li hanno desiderati.
La prego di pensarci e di conoscerci, la nostra porta è sempre aperta.
Le auguro una buona serata a lei e famiglia.Simona Murgia con Gloria Gatti e Zoe (Brescia)
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On. Sen. grazie per quello che fa per il nostro bene comune..
Le ricordiamo cordialmente che l’art. 29 della Costituzione riconosce e tutela la famiglia e il matrimonio tra uomo e donna
e NON quello tra persone dello stesso sesso e tantomeno la pratica dell’utero in affitto che calpesta il diritto dei più deboli,cioè i bambini, ad avere
come tutti noi una mamma e un papà.
Le chiediamo gentilmente di riflettere e di non approvare il ddl Cirinnà.
grazie e buon lavoro….
coniugi Radaelli Stefano Bienati Emanuela
provincia di MILANO
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Egregio Senatore,
A partire dal 26 gennaio p.v. Lei sarà chiamato a esprimere un voto sul Disegno di Legge sulle Unioni Civili anche tra persone dello stesso sesso e quindi a legittimare o meno l’abominevole pratica dell’utero in affitto, che inevitabilmente sarebbe introdotta attraverso la cosiddetta “stepchild adoption”.Gli articoli 29 e seguenti della Costituzione Italiana riconoscono e definiscono la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, luogo naturale dell’incontro tra un uomo e una donna, ai quali attribuiscel’esclusiva responsabilità nell’educazione dei loro figli, per costruire il bene comune della società italiana attuale e futura.Come Lei sicuramente saprà, l’ordinamento vigente già riconosce i diritti delle persone conviventi, sia eterosessuali sia omosessuali, pertanto non è necessaria alcun’altra normativa a riguardo.Votare a favore di questa legge significa negare ai bambini il diritto di avere un papà o una mamma, legalizzare la pratica dell’utero in affitto, nonché privare di tutela e protezione “la maternità, l’infanzia e la gioventù”, in contrasto con l’art. 31 della Costituzione.
Votare a favore di questa legge significa perciò violare la Costituzione nei confronti della quale Lei, quale Senatore della Repubblica, ha sottoscritto un formale patto di fedeltà da onorare e testimoniare concretamente.
La invito pertanto a presentare subito emendamenti che possano fermare questo testo iniquo. Non nel mio nome.
Cordiali saluti.
Firma
Raffaele Donnarumma
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Caro Senatore,
Le ricordo il Suo dovere di onorare la Costituzione, nel caso della imminente discussione su quella legge ingannatrice che va sotto il nome di ddl Cirinnà. Le ricordiamo il dovere di onorare l’articolo 29 della Costituzione che riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Si attivi nella produzione di emendamenti che evidenzino quanto malevola sia la normativa proposta in aula al Senato a partire dal 26 gennaio prossimo.
Medicina, 14/01/2016 Nadia Ramazza
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Onorevoli Senatori,
nei prossimi giorni ciascuno di voi sarà chiamato ad esprimere il voto sul “Disegno di legge sulle unioni civili anche tra persone dello stesso sesso “.
Nel contesto dell’emananda normativa si troverà ad esprimere il proprio giudizio ed il conseguente voto – favorevole o contrario – alla disciplina dell’ innaturale pratica del cosiddetto “utero in affitto”; inevitabile corollario per introdurre e giustificare sul piano giuridico i termini dell’adozione (c.d.: “ stepchild adoption” ) .
Al riguardo,in qualità di cittadino italiano, sento il dovere di evidenziare che il predetto disegno di legge non è conciliabile con quanto disposto dalle norme di cui agli artt. 29 e seguenti della Costituzione Italiana che -come è noto- riconoscono e definiscono la FAMIGLIA “ come società naturale fondata sul matrimonio “ . Matrimonio, ai cui protagonisti (un uomo e una donna), la stessa Costituzione attribuisce l’esclusiva responsabilità genitoriale nella educazione dei loro figli per la costruzione del bene comune, presente e futuro, della società italiana.
Onorevoli Senatori, voi tutti siete chiamati ad assumere scelte che coinvolgeranno le future generazioni e dalle quali difficilmente si potrà tornare indietro. Decisioni che per la importanza che rivestono nei rapporti etico sociali vanno innanzitutto avvertite interiormente ed individualmente con alta sensibilità personale seguendo rigorosamente l’indirizzo della nostra Costituzione e la voce della propria coscienza. Secondo quanto avverte il sito web : “cittaefamiglia.it “, votare a favore dell’emananda normativa significherebbe : – disconoscere il diritto della famiglia naturale ad essere l’istituzione fondamentale della società in quanto ridotta a semplice vincolo affettivo al pari di altre unioni, in contrapposizione con il dettato costituzionale che attribuisce l’esclusiva funzione di cellula base della società; – negare ai bambini il diritto di avere un padre o una madre, di fatto disconoscendo e togliendo loro la possibilità di scelta; – legalizzare la pratica dell’utero in affitto nonché privare di tutela e protezione la maternità, l’infanzia e la gioventù e ciò in contrasto con l’art.31 della Costituzione.
Ciò stante, votare a favore di questa legge significherebbe violare la Costituzione nei confronti della quale voi On.li Senatori della Repubblica avete sottoscritto un patto di fedeltà da onorare e testimoniare concretamente. Cordiali saluti
Zina Morreale
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Salve senatore! So che in questi giorni e anche nei prossimi, sarà bombardato di email, ma le chiedo di spendere qualche minuti per leggere la mia. Sono un ragazzo omosessuale e attivista dei diritti degli omosessuale (ma anche dei diritti delle donne, immigrati e bambini). Sono un ragazzo che in futuro vorrebbe sposarsi, convivere, crearsi una famiglia. Attualmente la legge italiana non me lo consente, ma in senato è finalmente arrivato un ddl che forse mi darà un po’ di speranze nel fare avverare questi miei sogni. Certo, si parla di unioni civili e non di matrimoni, ma sono comunque un buon punto di partenza. Nelle ultime ore, però, leggo notizie che mi portano nuovamente a perdere le speranze, ad allontanarmi ulteriormente dalla politica; ho appreso con malincuore, che lei sarebbe intenzionato a votare NO al ddl 2081,che istituisce le unioni civili nel nostro paese, insieme ad un’altra trentina di senatori dem. So di non avere voce in capitolo, di non contare nulla, ma le chiedo fortemente di ripensarci, di non buttare via questa ennesima occasione, di non tradire nuovamente gli ideali della nostra amata Costituzione, di non tradire nuovamente persone come me. In più le chiedo di ripensare e di appoggiare la cosiddetta ‘stepchild adoption’, ossia la norma che estende la responsabilità genitoriale al genitore non biologico di una coppia gay. L’affido rafforzato da voi sostenuto, non da tutte le tutele che garantirebbe l’adozione, come è stato più volte ribadito anche dal presidente Grasso, e non ultimi i circa 300 giuristi che l’altro giorno hanno citato l’argomento. La prego di non cedere su nessuno dei due punti. Mi scuso per il lungo discorso, spero essere stato chiaro. Buon lavoro
Cordiali saluti, Rocco Del Regno
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Egregio Senatore/Senatrice,
le ricordo il suo dovere di onorare la Costituzione, nel caso della imminente discussione su quella legge ingannatrice che va sotto il nome di ddl Cirinnà. Ritengo sia suo dovere onorare l’articolo 29 della Costituzione che definisce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Le conseguenze nella società di quanto vi trovate a discutere potrebbero essere molto gravi e qualunque sondaggio serio afferma che gli italiani sono contrari alla stepchild adoption che nasconde in realtà la possibilità dell’abominio dell’utero in affitto. Difenda innanzitutto i diritti del bambino prima che quelli dell’adulto. Se ha figli sa di cosa parlo.
Si attivi nella produzione di emendamenti che evidenzino quanto malevola sia la normativa proposta in aula al Senato a partire dal 26 gennaio prossimo.
Cordiali saluti
Bergami Ing. Davide e famiglia
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Egregi Senatori/Senatrici
vi ringrazio per la decisione di votare contro il DDL Cirinnà e contro l’incostituzionale legge che andrebbe a ratificare step child adoption e ad introdurre e legittimare l’aberrante pratica dell’utero in affitto.
Sentiti ringraziamenti
Anna Eccelli
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Buonasera Senatore,
visto che ho scelto di scriverle questa mail mi sembra giusto presentarmi brevemente così che sappia chi è il suo interlocutore: mi chiamo Mattia Cresci, ho 21 anni, studio Matematica, faccio l’Aiuto Capo Reparto nel gruppo Scout del mio paese, sono iscritto al PD e Consigliere Comunale di Pontassieve (FI), dove abito.
Essendo appassionato di politica, sto seguendo da mesi la vicenda del DDL Cirinnà in materia di unioni civili, al quale ho visto anche che è dedicata una sezione del suo sito. Nel mio piccolo l’idea che mi sono fatto è di una buona legge che estende diritti importanti e dà risposte a molte persone e non la vedo affatto in contrasto col mio essere cattolico, a differenza di quello che pensano molti credenti (o presunti tali).
Stasera ho letto un articolo nel quale il suo nome veniva accostato a quello di altri Senatori del PD che avrebbero dichiarato di essere intenzionati a non votare il DDL Cirinnà nel caso in cui passasse la Stepchild Adoption. Vorrei chiederle se conferma questa sua posizione e -in caso affermativo- se potesse spiegarmi, anche brevemente, le sue motivazioni, in quanto la ritengo una persona autorevole e m’interesserebbe sapere la sua opinione a riguardo di un tema così importante.
La ringrazio anticipatamente e le mando un sincero augurio di buon lavoro,
Mattia Cresci
Ricevo questo bellissima riflessione da Gilles Vermot Desroches:
“ (…) Dans quelques jours, le malaise devrait encore s’accentuer. Car on verra se croiser, carte postale effrayante, familles en vacances et radeaux de la misère. Il faudrait garder cette image en tête. Sur l’image, la Méditerranée est toujours aussi bleue. Le scintillement du soleil sur les flots est toujours aussi régulier, l’air toujours aussi doux, tantôt tiède et tantôt frais. Pourtant, dans cette eau claire sombrent, ces derniers temps, des milliers d’hommes, de femmes, d’enfants. Chaque jour. 1.800 depuis le début de cette année. A la lisière des plages, il faut donc visualiser des cimetières invisibles. Dans les ressacs, il faut entendre la bande-son des cris étouffés. Bientôt l’Europe du Nord viendra nager là, le long des îles italiennes ou grecques, en pensant à autre chose. Avec l’exode des vacances, le repos des nantis va croiser les chemins des sans-rien. Ce grand chassé-croisé verra des familles aller du Nord au Sud, d’autres du Sud au Nord. Les premières vont se détendre, les secondes tentent de survivre. Dans les mêmes eaux, des paquebots avec piscines, Jacuzzi, spas et casinos éviteront des rafiots surpeuplés, sans sanitaires, où des gens jouent leur existence au hasard. En moyenne, les passagers des rafiots auront payé plus cher, pour une ou deux nuits sans boire ni manger, que ceux des paquebots pour une semaine avec buffet à volonté. Les uns et les autres vivent, sur la même planète, dans des galaxies que séparent des années-lumière. Tous, évidemment, sont dans leur droit – les uns de bronzer, les autres de sauver leur peau. Le plus souvent, la violence de cette disparité radicale est floutée. Là, elle éclate au grand jour, dans ce qu’elle a de plus aigu comme de plus archaïque. Car c’est une très antique séparation que chacun a sous les yeux : celle des maîtres et des esclaves. D’un côté les gens du loisir, de l’autre les existences fétus de paille. Ici, des vies qui comptent, des humains qui ont des noms, des visages, des soucis, des ambitions. Là, des ombres anonymes, en vrac, sans trajectoires ni horizon. Si les nantis voyagent – à petit prix, désormais, car la plupart sont de petits nantis -, c’est pour être enfin, quelque temps désoeuvrés, pour ressembler, rien qu’un instant, aux maîtres d’autrefois. Les démunis, pour la plupart, naviguent et cheminent par pure nécessité, juste pour ne pas mourir. Comme l’esclave qui tente juste d’avoir au moins la vie sauve, même si c’est une vie écrasée. Eux non plus, aujourd’hui, ne sont pas de vrais esclaves, mais ils en occupent, temporairement, la place encore existante. Au dos de cette image pour l’été, comme dans les cartes postales, il faudrait un court message. Une phrase énigmatique, plusieurs fois reprise, dans l’Antiquité, pourrait convenir. On la trouve notamment chez Platon, et plusieurs de ses commentateurs, mais aussi chez Aristippe de Cyrène. Elle est attribuée, sans certitude, au sage « barbare » Anacharsis. La voici : « Il y a trois sortes d’hommes : les vivants, les morts et ceux qui naviguent en mer. » Il est toujours possible de l’entendre comme une banale remarque sur les risques des traversées, l’éventualité des naufrages, la prudence exigée des marins. Mais elle peut se considérer, de manière plus équivoque, comme une sorte de devinette métaphysique. Qui sont ces humains d’un troisième type ? Une sorte d’hommes entre les vivants et les morts, quelque part, on ne sait où, dans un état sans statut défini ni descriptible. Ni vraiment cadavres, ni pleinement en vie. Ni dans la Cité ni dans les cimetières. Des hommes insituables, en transit. Dont on ne sait que faire, que penser, que dire. Des humains hors des cadres de ce qui est humain (être vivant, ou mort). Des gens sans – travail, papiers, domicile, statut. Mais peut-être pas sans avenir.” par Roger-Pol Droit dans les Echos de Samedi
“Mia piccolissima riflessione sulla Resistenza, che se tu leggessi mi farebbe piacere. Il titolo già spiega tutto.
Un saluto (tipo: “ci vediamo a pranzo”),
Pietro.“
25 APRILE
Non mi è molto facile parlare con serenità della Resistenza.
Un tempo, certo, mi era più semplice farlo. L’istruzione elementare non ti dà poi adito a tanti dubbi, tanto per intenderci, così come la vulgata popolare. Era tutto abbastanza chiaro: da una parte c’erano i tedeschi cattivi e dall’altra i partigiani buoni (tendenzialmente comunisti). In un’epoca in cui nutrivo sentimenti fortemente antiamericani e vagamente filo-comunisti (per quello che potevo capire io, da ragazzino supponente di 12 anni) ciò bastava e avanzava. Ma già negli anni delle medie (quegli orrendi e tristi anni) il seme del dubbio era entrato nel mio cuore, e la serenità e linearità di giudizio era stata compromessa.
Cos’era successo? Semplicemente, avevo capito appieno cosa voleva dire chiamarsi “Cociancich”. Pian piano appresi e capii cos’era avvenuto nella terra di mio nonno, di suo padre e di suo nonno, delle tragedie del genocidio e dell’esodo, degli autori di quei crimini e di chi in Italia li aveva coperti e (forse) sostenuti in nome dell’Avvento del Socialismo. Quando mi resi conto che il genocidio di Italiani era stato volutamente coperto e fatto dimenticare per non offuscare l’immagine della Resistenza, quando capii che a massacrare e infoibare erano stati dei partigiani, quando seppi che ancora oggigiorno c’è chi nega e chi giustifica ammantandosi di antifascismo… allora la Resistenza mi apparve sotto una luce più sinistra, più falsa. Sicuramente non mi sono mai più considerato nemmeno lontanamente filocomunista. Ancora oggi, le responsabilità antiche e il negazionismo/giustificazionismo odierno m’impediscono di avere un rapporto sereno con la sinistra italiana (a ciò si è aggiunta, col tempo, una mia netta condanna del comunismo per ragioni anche filosofiche e soprattutto religiose).
La storia della mia famiglia, la vita di mio nonno e dei suoi parenti è stata sconvolta e stravolta dalla Resistenza, e per giunta incolpevolmente. Questo è un dato di fatto. Ma se consideriamo trascurabile la singola vicenda della mia famiglia, non può esserlo quella di altre 350.000 persone scappate da un’odiosa tirannide comunista nata dalla Resistenza, né quella di 17.000 persone uccise nei modi più crudeli e fantasiosi. È una macchia nera, e per giunta è indelebile.
Il discorso si può poi estendere alle tante persone uccise (non sempre con fondati motivi) nelle sommarie rese dei conti nei mesi e nei primi anni dopo la fine della guerra. Normale (ahimè) e inevitabile strascico di una guerra civile? Certamente, ma si tenga conto che la retorica resistenziale considera ingiusto il termine “guerra civile”, perché quella “fu una guerra di liberazione”. E d’altro canto, il normale strascico d’una guerra civile non giustifica il massacro da parte delle bande comuniste d’altre formazioni partigiane, come la strage di Porzûs ai danni della brigata Osoppo. In un recente libro di Emanuele Luzzatto, si racconta come nella piccola formazione cui prese parte Primo Levi poco prima di essere catturato e internato nei lager, vennero giustiziati due membri della banda, per poi essere fatti passare come vittime del fascismo. Va detto che quest’ultimo libro è stato accolto da un gran numero di critiche, che insistono soprattutto sul concetto “che senso ha rivangare queste storie?”. Come dire: sono cose che sappiamo già, quindi non dirle in giro.
D’altronde, citare eventi oscuri e ambigui nella vicenda resistenziale viene visto con antipatia dall’ANPI, che non ama molto il “revisionismo storico”.
Ci è poi voluto del tempo per realizzare che, alla fine dei conti, i partigiani avevano liberato proprio poco. La maggior parte del lavoro lo fecero gli Alleati. Qualsiasi libro di storia militare della Seconda Guerra Mondiale lo dimostra ampiamente, e tratta l’esperienza partigiana in pochissime righe. È risaputo che l’unico paese che riuscì a liberarsi pressoché integralmente per merito della lotta partigiana fu, ahinoi, la Jugoslavia. E in Italia non ci fu mai una figura pari a Charles de Gaulle, che condusse la Resistenza in Patria seduto quasi come un pari tra gli Alleati.
In definitiva, non mi è facile parlare con serenità della Resistenza. Il fatto che poi le celebrazioni del 25 aprile siano in generale vissute come una “festa dei comunisti” non aiuta più di tanto. Alla manifestazioni di ieri, tra le varie cose, ho visto ritratti di Stalin, bandiere della Corea del Nord, un tizio vestito da soldato sovietico sventolante la bandiera rossa… la cosa che mi consola è che tutti i potenziali elettori comunisti d’Italia erano racchiusi lì in quella piazza, e che non ce n’erano altri in giro.
Tutto ciò però non riesce (ed è sempre questo mio oscillare da una parte all’altra a essere faticoso) a farmi avere una condanna storica per la Resistenza.
Diciamoci la verità: nel 1940 l’Italia entrò in una guerra che non poteva vincere, e che infatti perse con ignominia. Estese un conflitto già grave e lo portò nei Balcani e in Africa. Aerei italiani volarono sopra Londra, soldati italiani percorsero le steppe russe. Nonostante gli indiscutibili atti di valore (il sacrificio della Folgore, la carica di Izbušenskij, l’eroismo degli Alpini, la resistenza sull’Amba Alagi, l’immenso Amedeo Guillet, di cui consiglio di conoscere le gesta) subimmo rovesci su ogni fronte. Quel ch’è peggio, combattevamo in una guerra sbagliata, e dalla parte sbagliata. Certe persone sembrano dimenticarselo, ma stavamo dalla parte della Germania di Hitler. E la Germania nazista di Hitler aveva come modello primigenio l’Italia fascista di Mussolini.
Il Fascismo (anche se è impossibile che abbia fatto solo cose cattive) fu un regime violento e prepotente, forte con i deboli e debole con i forti. Utilizzò sistematicamente la violenza come tattica politica, assassinò o internò i dissidenti, cancellò la libertà di stampa e di opinione, bandì praticamente tutte le organizzazioni che non potevano essere controllate, attuò miopi e ottuse misure di centralismo linguistico e culturale, condusse guerre di sopraffazione in Europa e Africa. Poi si alleò con la Germania, di cui divenne succube servo: testimone ne è la promulgazione delle leggi razziali. Questo andazzo proseguì con la Repubblica Sociale Italiana, i cui soldati (quelli chiamati “i ragazzi di Salò”, per darne un’immagine edulcorata; come chiamare le SS “i ragazzi di Norimberga”) venivano usati più che altro come polizia militare, per rastrellare gli ebrei da mandare nei lager e per combattere i partigiani.
Ebbene, di fronte a un quadro italiano così desolante, la Resistenza ha un altissimo valore.
Ci mostra che non tutti gli Italiani furono complici di quell’orrore. Che l’Italia non era solo una patria di servili opportunisti, di crudeli vigliacchi, di stupidi fanfaroni (i begli esempi datici dai gerarchi fascisti – anche quelli che sfiduciarono Mussolini – e dalla monarchia). Chi combatté il fascismo soffrendo e patendo (nell’inverno 1944-1945, per esempio) lo fece perché sperava nel suo cuore di far nascere un’Italia più giusta e più bella, più fresca e libera. Certo, molti si prospettavano l’agghiacciante idea di portare il Comunismo, ma non fu per tutti così. Sappiamo anche che molti dei valori che animarono i resistenti contribuirono (al di là della retorica) alla stesura della Costituzione, che probabilmente non è la “più bella del mondo” (io non sono uno di quelli che la adora in modo mistico e religioso) ma fa comunque la sua porca figura.
Quando penso alla Resistenza mi vengono in mente anche altri esempi: la divisione Acqui di Cefalonia, che non volle unirsi ai tedeschi e fu per questo annientata; il mio bisnonno Giovanni Ballone, socialista, che non volle prendere la tessera del fascio e non iscrisse mia nonna alle Piccole Italiane, portandola a essere discriminata a scuola; il mio bisnonno Egidio Nicoletti, democristiano milanese tutto d’un pezzo, che ogni tanto veniva portato alla Casa del Fascio per passare qualche notte in cella; le Aquile Randagie, gruppo di ragazzini milanesi e monzesi che dal 1928 (millenovecentoventotto, non so se mi spiego) continuarono a fare gli scout clandestinamente, rischiando la galera e le botte, e riuscendo addirittura a mandare alcuni dei loro ai grandi raduni internazionali del 1933 e del 1938.
Non mi è facile parlare con serenità della Resistenza. Ma sono cosciente che ha riscattato l’Italia da un ventennio ignobile e vergognoso, con il quale molti di noi non sono ancora riusciti a venire ai patti. Io condanno fortemente le storture e le ambiguità che la Resistenza si è portata dietro nei decenni (così come le persone che le ignorano volutamente o financo le sostengono), ma non posso e non voglio condannare un’esperienza così nobile e alta. Se oggi ci possiamo permettere di vaneggiare che “siamo ancora sotto un regime” o di scrivere banalità come quelle di queste righe, lo dobbiamo anche al sacrificio di quei giovani che 70 anni fa prendevano la via delle montagne, sperando di poter costruire un’Italia migliore di quella in cui avevano vissuto sino a quel giorno.
Caro Roberto è parecchio che non ci sentiamo ma ho seguito con entusiasmo le tue recenti vicende politiche. Sono contenta che tu sieda nel Senato della Repubblica in cui sono nata, che fa parte del sistema politico allargato in cui, in quanto giovane Europea, muovo i miei primi passi di adulta. Come già sai, mando da Londra delle riflessioni agli amici italiani sparsi per il mondo e molte di queste hanno a che fare con l’Italia – è proprio vero che quando si parte si riesce a guardare con più chiarezza al presente e al passato e a sentire con profondità ciò che amiamo. Ti mando quello che ho scritto due giorni fa, nella speranza che ne potremo parlare presto. Un saluto affettuoso camilla
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Cari,
il ‘lontano’ a cui mi riferisco nel titolo di questa lettera non è il luogo geografico da cui vi scrivo. Certo, io sono tornata a Londra la mattina dopo i risultati elettorali, rischiando di perdere l’aereo per un insieme di ansie e incapacità di reagire, per cui è da quel martedì che seguo da qui quello che (non) succede, con l’aiuto di internet e degli altri italiani con cui mi confronto.
Però il ‘lontano’ di cui vi scrivo è quello storico e globale. Mi sembra che per capire qualcosa di quello che è successo durante le elezioni e in questo momento, si debba allargare la prospettiva, guardare ad equilibri molto più ampi, che riguardano l’intero sud Europa, la Cina, il mondo. E anche allargare lo spettro temporale può avere senso: capire che forse questo è il primo evento shock da quando siamo nati, che può avere paragoni solo con quella che si chiama la seconda repubblica, insediata verso il 1993 come rottura totale con il passato, quando noi eravamo troppo piccoli per capirci qualcosa.
All’inizio non capivo nulla di quello che stava succedendo, la mia lettura dei quotidiani online da qui non mi aveva aiutato a prevedere la vittoria di Grillo – e mi rendo conto solo adesso che l’unico giornale ad aver capito e previsto quello che è avvenuto è stato Il Fatto Quotidiano, da mesi! Ma ieri sera sono andata a trovare Alberica ad Oxford e ho conosciuto delle persone con una visione molto più lucida e ampia della mia, e oggi quello che leggo mi sembra più chiaro. Vorrei condividere con voi solo un paio di pensieri ancora in formazione.
Il primo motivo per cui sono molto meno triste di quel martedì è che ho capito la vera natura (pur generalizzando) della vittoria schiacchiante del M5S. M5S è l’unico movimento che è riuscito in Italia ad incanalare moti di protesta analoghi a quelli tipo Occupy o Indignados, ma siccome l’Italia è fondamentalmente un paese di pigri e di destra (e Berlusconi se n’è andato solo qualche mese fa, o meglio non se n’è ancora andato), invece di combattere i problemi del sistema capitalistico e tentare di ripensare radicalmente il modo di vivere collettivamente, gli italiani hanno deciso che bastava mettere una crocetta e tornare a casa per il pranzo domenicale. Per 20 anni abbiamo votato persone che facevano leggi ad personam, e ci siamo davvero svegliati solo quando le banche e le aziende hanno cominciato a vacillare, oltre a quando è stato superato il nostro limite morale (vedi Bunga bunga). Glielo abbiamo lasciato fare per ben 20 anni perchè non toccassero la rete di privilegi di cui godiamo, o almeno di cui gode la classe media italiana.
Poi è arrivata l’austerity, che ha cominciato timidamente a rivedere alcuni di questi privilegi, senza però intaccare la base forte: non hanno cambiato la legge elettorale, non hanno bacchettato le banche, non hanno fatto una patrimoniale seria etc. Ovviamente, questo non era possibile a causa del parlamento (che era lo stesso dei 20 anni precedenti) e anche a causa del fatto che in generale nessuna politica di austerity sarà mai popolare. Quindi M5S è l’unico movimento che ha avuto il coraggio di ammettere che l’austerity è inconciliabile con la democrazia (nessuno vota la Tatcher), ed è stato eletto perchè propone la possibilità di cambiamento radicale dal basso, mettendo addirittura in discussione la natura stessa della democrazia parlamentare. (ovviamente, il paradosso è che per farlo si fa eleggere proprio in parlamento candidando un gruppo di incompetenti, ma questo è esattamente il motivo per cui l’Italia è un paese di destra, in cui l’idea della rappresentanza e della democrazia come conflitto non esistono, un paese ancora bisognoso di leader, etc etc)
Le fonti principali:
http://www.internazionale.it/news/italia/2013/02/26/il-movimento-5-stelle-ha-difeso-il-sistema-2/
http://www.minimaetmoralia.it/wp/linverno-del-nostro-scontento-un-bicchiere-mezzo-vuoto/
Il secondo motivo per cui mi sento più serena è che ho capito finalmente cosa davvero non mi va giù del PD. In realtà in queste elezioni il PD è stato sconfitto perchè non ha saputo rappresentare questa alternativa, e in questo senso le sue proposte politiche sono assolutamente in linea con quelle del PDL, o meglio, con quelle dell’Europa. Allargando la lente, infatti, ci si rende conto che Bersani guarda nella stessa direzione di tutti i paesi europei, di tutti i partiti liberisti e progressisti d’Europa (vedi liberalizzazioni, restituzione del debito, flessibilità del lavoro, etc). Certo, lo fa in modo dolce, lento, restio a mollare i sindacati che formano la base del suo consenso, ma il suo pensiero politico/economico di fondo è lo stesso. Renzi era più esplicito e più radicale nelle sue proposte, ma la direzione è comune. Personalmente, non penso che sia la direzione ‘sbagliata’. E’ l’unica che c’è, oggi, perchè le regole del sistema (post capitalista, per usare un’etichetta chiara) in cui viviamo non le detta nè Bersani nè Berlusconi. Però la sconfitta di entrambi, e l’emergere di movimenti di rottura, sono segnali chiari di questa contrapposizione tra liberismo (cioè austerity) e desiderio di un mondo nuovo, più equo, sociale e meno ricattato dal prezzo di un passato di benessere. E’ su questa contrapposizione che sarà fondata la discussione politica e sociale del futuro, e la riforma assolutamente necessaria del sistema elettorale e dei partiti stessi, che sono stati comunque inadeguati negli utlimi 10 anni a governare l’Italia.
Per restare di stucco:
Che tempo che fa – Pier Luigi Bersani 03/03/2013
http://www.lastampa.it/2013/03/08/cultura/opinioni/editoriali/gli-otto-punti-incomunicabili-del-pd-lFQFxeguPAyelQetJhDzVL/pagina.html
Se mi avete seguito fin qui siete davvero troppo affettuosi e generosi, ve ne ringrazio. Scusate per la grossolanità di alcune analisi e per la pessima scrittura. Vorrei parlare con calma con ognuno di voi e ascoltarvi su questi temi.
Un abbraccio stretto,
cami