“Caro Senatore” – messaggi sul DDL Cirinnà
In questi giorni di intenso dibattito che precede il voto sul disegno di legge sulle Unioni civili ho ricevuto molte lettere di cittadini che si esprimono a favore o contro. Avevo pensato di pubblicarle tutte ad eccezione di quelle contenenti insulti o minacce. Mi sono però reso conto che il numero sarebbe stato davvero eccessivo e mi limito quindi a pubblicare solo quelle ricevute negli ultimi tre giorni cioè quelle a partire dal 14 gennaio 2016. Ne traggo l’impressione che il nostro Paese sia ancora profondamente diviso e sconcertato e che dunque la mia proposta di continuare a parlarne e approfondire gli argomenti non sia del tutto sbagliata. Abbiamo ancora una decina di giorni e ritengo che possano essere meglio spesi nel confrontarsi anziché solo nel contarsi o insultarsi.
17 gennaio 2016
Probabilmente alcuni di voi sono tornati indietro sui dubbi riguardo al DDl sulle unioni civili, che è già di per se un aborto ma che per lo meno è un primo piccolissimo passo sui diritti civili anche in Italia, in questo caso non mi rivolgo a voi.
http://www.gay.it/video/massimo-gramellini-unioni-civili-gay-it
Devo dire che Gramellini sintetizza bene il mio pensiero riguardo alla definizione di “liste di prescrizione” o squadrismo (come la sen.Cirinnà le ha definite). Come dice Gramellini i senatori del PD hanno sottoscritto un programma ed a quello si devono attenere, altrimenti potevano non farsi eleggere, facendo uscire la questione di coscienza allora. Questa coscienza ad intermittenza non ha senso. E’ come per gli obiettori ci coscienza per la legge 194, lo sono divenuti quando non hanno più potuto lucrare sulla pelle delle donne. Il vaticano vi scomunica se votate come senatori di uno stato laico?
L’adozione, del figlio del compagno o della compagna (come avviene già da parte delle coppie etero) non è il preludio a nulla, tantomeno al fatto che il minore divenga omosessuale (cari senatori se questo fosse vero non ci sarebbero omosessuali visto che siamo usciti tutti da coppie etero).
Vi ricordo che siete senatori della Repubblica Italiana e non della Città del Vaticano (a cui in privato potete giurare obbedienza ma fuori dalle aule parlamentari) in Senato cone alla Camera siete tutti laici, il popolo italiano non è tutto cattolico, se non volete sposare una persona del vostrostesso sesso, non lo fate, ma non impedite a me di sposare il mio compagno o di costringermi ad andare in Paesi civili usciti dal medioevo già da tempo.
Signori senatori, le leggi che votate devono servire a tutti i cittadini di questo Stato e non soltanto ai cattolici, chi non è d’accordo non le utilizza.
Il vostro comportamento retrogrado e medioevale ci fa vergognare di essere italiani.
Massimo Rolli
quasi ex elettore del PD
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“Caro Senatore della Repubblica Italiana,
onori il patto di fedeltà alla Costituzione Repubblicana che lei con la sua elezione deve testimoniare.
L’ articolo 29 della Costituzione e seguenti, precisano la famiglia come luogo naturale dell’incontro tra l’uomo e la donna, con la responsabilità dell’educazione dei loro figli e il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà.
Nella prossima discussione che si terrà in aula in Senato il 26 Gennaio 2016 sulle unioni civili omosessuali, che prevede anche la legittimazione sulla pratica dell’utero in affitto, sia conseguente con il patto d’ onore nei confronti della Costituzione Repubblicana e ricordi i valori naturali, culturali e anche religiosi su cui la nostra Costituzione si fonda.
Caro senatore operi secondo coscienza, presenti più emendamenti possibili, anche per conquistare tempo e sia pronto ad aprire una CRISI DI GOVERNO nel caso si dovesse insistere su questa normativa”.
Grazie per l’attenzione.
Gazzetti Alba Graziella
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Caro Senatore,
non avere timore: questa legge sulle unioni civili non deve passare. La stepchild adoption è la chiave per legittimare a tutti gli effetti il ricorso alla pratica dell’utero in affitto. Pratica definita ‘abominevole’ da Livia Turco e da molte femministe di ‘Se non ora quando’.
Non esiste un diritto degli adulti ad avere un bambino. Esiste invece il diritto supremo da tutelare di chi questo diritto non può esercitarlo, o perché non ha l’etá per votare (i bambini) o perché non autosufficiente psico-fisico (disabili e anziani in primis).
Confido nella tua libera coscienza e nella passione vera per il bene comune.
Cordiali saluti.
Federica Foresti
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16 gennaio 2016
Egr. Senatore,
il giorno 28 c.m. si discuterà in aula il DDL Cirinnà che ha per oggetto le unioni civili. Il testo di legge apre le porte all’utero in affitto praticato all’estero e conseguentemente alla stepchild adoption. Come rappresentante eletto, è suo preciso dovere attenersi al programma e far sue le istanze dei cittadini contrari ad ogni attacco diretto od indiretto alla famiglia.
Cordiali saluti.
Caro Senatore della Repubblica,
ONORI il patto di fedeltà alla Costituzione che Lei con La sua elezione deve testimoniare. Gli Artt.29 e ss della Costituzione precisano la famiglia come luogo naturale dell’incontro tra un uomo e una donna con la responsabilità dell’educazione dei loro figli. Il diritto dei bambini è quello di avere una mamma e un papà!! Nella prossima che si terrà in aula in Senato il 26 gennaio sulle unioni civili omosessuali che prevede anche la legittimazione della pratica dell’utero in affitto, il suo intervento sia conforme con il patto di onere nei confronti della Costituzione repubblicana e ricordi i valori naturali e anche religiosi sui cui la nostra Nazione si fonda.
Cordiali saluti.
Stefania Piazzesi
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«Egr. Sen.
giorno 28 c.m. si discuterà in aula il DDL Cirinnà che ha per oggetto le unioni civili. Il testo di legge apre le porte all’utero in affitto praticato all’estero e conseguentemente alla stepchild adoption. Come rappresentante eletto, è suo preciso dovere attenersi al programma e far sue le istanze dei cittadini contrari ad ogni attacco diretto od indiretto alla famiglia.
Cordiali saluti»
Stefania Mascitti
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Egregio Senatore della Repubblica,
il giorno 28 c.m. si discuterà in aula il DDL Cirinnà che ha per oggetto le unioni civili.
Il testo di legge apre le porte all’utero in affitto praticato all’estero e conseguentemente alla stepchild adoption.
Come rappresentante eletto, è Suo preciso dovere attenersi al programma e far Sue le istanze dei cittadini contrari ad ogni attacco diretto o indiretto alla famiglia, come indicata, tra l’altro, nella Costitutizione Italiana.
Cordiali saluti,
Simone e Francesca Biagioli
(con i figli informati e futuri elettori: Anna, Marco e Celeste)
P.S. grazie per la Sua attenzione e buon lavoro!
Caro senatore
La invito a coltivare, far proliferare, e a diffondere il suo presunto “maldipancia”
Contagi quanti più colleghi Le sarà possibile, Li convinca a non votare il ddl così come è stato proposto.
Credo che i cittadini Italiani contrari alla proposta ed in particolare alla “stepchild adoption” siano ben oltre la maggioranza.
Credo meritino di essere rappresentati non meno di una residua minoranza; la preoccupazione non è comunque rivolta al rispetto dei numeri, ma al rispetto di quei bimbi e ragazzi che potrebbero subire solo la “confusione” di una egoistica voglia di una “diversa paternità e/o maternità.
AugurandoLe un convinto e contagioso maldipancia
saluto e ringrazio cordialmente.
Rossi Angelo
Le scrivo in quanto sono consapevole della coscienza e dell’impegno con cui porta avanti il mandato di rappresentanza popolare che le è stato affidato e, alla luce di ciò, confido nel fatto che Lei sarà capace di opporre il proprio rifuto all’approvazione del ddl Cirinnà.
Mi rendo perfettamente conto che questa presa di posizione richiederà un atto di profondo coraggio e risulterà particolarmente scomoda, per via dell’orientamento ideologico attualmente prevalente nel suo partito.
Sono comunque fiducioso nel fatto che Lei sarà disposto ad assumersi tale responsabilità, pur di evitare che la famiglia basata sull’unione tra uomo e donna,cardine fondamentale della nostra civiltà, venga snaturata a colpi di atti legislativi, peraltro contrari alla volontà del popolo italiano, come tutte le indagini di opinione – pur oscurate da media – dimostrano.
La saluto cordialmente e le assicuro tutto il mio appoggio e quello di molti amici nella battaglia culturale ed umana (prima che politica) che la aspetta.
Marco Migliore
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Carissimi senatori sono un onesto cittadino della repubblica italiana, quello che si sta leggendo sui vostri nomi questi giorni ha dell’incredibile circa il tema delle unioni civili.
Mi rattrista pensare che ci siano mentalità ancora così retrograde su in tema che come ormai avrete visto investe tutto il mondo civile occidentale. Se migliaia di coppie italiane e in alcuni così relativi figli sono senza diritti lo si deve purtroppo ancora a gente come voi . Tra l’altro perdonerete la mia ignoranza sulla tecnicità della legge elettorale ma voi sareste esponenti del PD , forza politica che si oppone alla destra ( da anni sostenitrice di politiche discriminatorie) , e io avrei personalmente votato voi alle scorse elezioni? Perché se così è credo di aver diritto ad un rimborso , sì perché mi son detto voto una sinistra italiana che in quanto sinistra dovrebbe sostenere un tema come quello dei diritti lgbt e così invece mi ritrovo che non è . Non parlo di un rimborso economico ma di un rimborso morale e di dignità ! Abbiate paura perché arriveranno le prossime elezioni , abbiate paura perché per quanto stolti gli italiani siamo prima o poi si desteranno, abbiate paura perché così cattolici come siete arriverà il giorno del giudizio anche per voi. I miei nonni ormai morti saranno indignati per aver combattuto una guerra mondiale per rendere questa nazione libera e vedere persone al governo come voi che creano catene alla civiltà . Con il vostro voto contrario al decreto Cirinna condannerete per sempre la vostra anima e lo faremo tutti a condannarvi e se avete una coscienza e fede cattolica di cui andare fieri sappiate che sarà , la nostra una condanna a vita che vi marchierà per sempre. Pago le tasse quelle stesse che vi permettono di godere di mille privilegi e di far sì che i vostri mariti o mogli possano un domani godere delle vostre corpulente pensioni di reversibilità . È il momento di dire BASTA ! Non ne avete diritto solo voi di questi ed altri . Querelatemi mettetemi in galera ma non metterete mai a tacere la voce di chi chiede diritti , di chi lotta per un diritto , di chi vive senza ledere la vita degli altri ma chiede solo un riconoscimento perché anche noi ESISTIAMO!
Inviato da iPad
Marco Lubrano
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Egregio Senatore,
premetto che quanto le espongo è totalmente condiviso da tutti i miei parenti e conoscenti.
La prego quindi di fare tutto quanto le sarà possibile per bloccare il DDL “Cirinnà che sarà proposto in Senato il prossimo 26 gennaio.
La invito ad onorare gli articoli 29 e seguenti della Costituzione Italiana che riconoscono e definiscono la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, luogo naturale dell’incontro tra un uomo e una donna, ai quali attribuisce l’esclusiva responsabilità nell’educazione dei loro figli, per costruire il bene comune della società italiana attuale e futura.
Lei sarà chiamato a esprimere un giudizio, e quindi un voto, sul Disegno di Legge sulle Unioni Civili anche tra persone dello stesso sesso e quindi a legittimare o meno l’abominevole pratica dell’utero in affitto, che inevitabilmente sarebbe introdotta attraverso la cosiddetta “stepchild adoption”. E anche nell’ipotesi che la “stepchild adoption” dovesse essere ipocritamente stralciata dal ddl, Lei sa bene che una volta approvata una legge sulle unioni civili, in base al principio di non discriminazione, l’Europa imporrebbe la loro equiparazione a tutti gli effetti al matrimonio naturale tra uomo e donna, con tutte le implicazioni del caso, possibilità di adozione compresa. La invito pertanto a presentare emendamenti affinchè questa legge non passi. Come Lei sicuramente saprà, l’ordinamento vigente già riconosce i diritti delle persone conviventi, sia eterosessuali sia omosessuali, pertanto non è necessaria alcun’altra normativa a riguardo.
Cordiali saluti
Mauro Dell’Olmo
Roma
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😇😇😬😬😕😕😠😠😈😈
Valentina Di Stefano
Caro Senatore,
le ricordo il suo dovere di onorare la Costituzione, nel caso della
imminente discussione su quella legge ingannatrice che va sotto il
nome di ddl Cirinnà.
Le sottolineo il dovere di onorare l’articolo 29 della Costituzione
che riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Le chiedo di attivarsi nella produzione di emendamenti che evidenzino
quanto malevola sia la normativa proposta in aula al Senato a partire
dal 26 gennaio prossimo.
Se farà diversamente, non lo farà nel mio nome.
Cordiali saluti, Carla Stefanini.
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15 gennaio 2016
Onorevole Senatrice / Senatore,
La discussione sulle unioni civili che si terrà in Senato il 26 gennaio prossimo, riveste una straordinaria importanza per il destino del Ddl Cirinnà, una proposta di legge che implicitamente avvallerebbe la pratica abominevole dell’utero in affitto.
Le chiedo di onorare il patto di fedeltà alla Costituzione, che agli artt. 29 e ss., indica la famiglia naturale come il fondamento della nostra società, che il Ddl Cirinnà vorrebbe scardinare riconoscendo alle unioni civili, anche omosessuali, le stesse prerogative che la Costituzione assegna alla famiglia naturale, sovvertendo di conseguenza il nostro Diritto familiare.
Le ricordo che opponendosi al disegno di legge sulle unioni civili, nelle forme che riterrà più opportune ed efficaci, difenderà con ciò stesso il sacrosanto e inviolabile diritto di ogni bambino ad avere una madre e un padre, fino a prova contraria elementi essenziali per la crescita e lo sviluppo equilibrato della loro personalità.
Siccome si tratta di valori fondanti la nostra società e la nostra cultura, Le chiedo di essere intransigente nella loro difesa e di essere pronto anche ad aprire una crisi di governo se ciò dovesse rivelarsi l’unico modo per scongiurare l’approvazione del disegno di legge.
Sono convinto che la posizione da me espressa sia maggioritaria nel Paese, benchè essa sia quasi per nulla rappresentata a livello massmediatico.
Faccio appello alla Sua coscienza nella certezza che l’Italia, portatrice di antichi e universili valori umani, possa rappresentare un esempio anche per le altre nazioni europee.
Con Ossequi
chi Vi scrive è un ITALIANO, un UOMO, un ESSERE UMANO, proprio come VOI…!
Ho occhi per guardare (un’italia che va a rotoli), gambe per camminare (e percorrere la dura strada del lavoro senza essere sicuri di un domani), e sopratutto un cervello Pensante (quello che mi spinge a scrivervi)
Amo un UOMO… ! Il mio compagno FABIO, stiamo insieme da 7 anni e saremmo felici come tutti gli ESSERI UMANI LIBERI di avere diritti, quelli che VOI non condivide o sul quale ancora non vi siete espressi…!
PER UNA VOLTA chiedo, non solo doveri (che rispettiamo e/o siamo costretti a rispettare) ma…
Essere GAY non è ne una moda ne soprattutto una scelta…
Spero Vi Ravvediate e che il 28 siate coscienti che state per decidere cosa sarà il nostro futuro…!
Non penso sia facile il Vostro lavoro… sono sicuro che meritiate il posto che rivestite, e che vi è stato affidato dal popolo..!
FATE LA SCELTA GIUSTA..!
Grazie mille per l’attenzione…
MASSIMO DI MURO
La discussione sulle unioni civili che si terrà in Senato il 28
gennaio prossimo, riveste una straordinaria importanza per il destino
del Ddl Cirinnà, una proposta di legge che implicitamente avvallerebbe
la pratica abominevole dell’utero in affitto.
Le chiedo di onorare il patto di fedeltà alla Costituzione, che agli
artt. 29 e ss., indica la famiglia naturale come il fondamento della
nostra società, che il Ddl Cirinnà vorrebbe scardinare riconoscendo
alle unioni civili, anche omosessuali, le stesse prerogative che la
Costituzione assegna alla famiglia naturale, sovvertendo di
conseguenza il nostro Diritto familiare.
Le ricordo che opponendosi al disegno di legge sulle unioni civili,
nelle forme che riterrà più opportune ed efficaci, difenderà con ciò
stesso il sacrosanto e inviolabile diritto di ogni bambino ad avere
una madre e un padre, fino a prova contraria elementi essenziali per
la crescita e lo sviluppo equilibrato della loro personalità.
Siccome si tratta di valori fondanti la nostra società e la nostra
cultura, Le chiedo di essere intransigente nella loro difesa e di
essere pronto anche ad aprire una crisi di governo se ciò dovesse
rivelarsi l’unico modo per scongiurare l’approvazione del disegno di
legge.
Sono convinta che la posizione da me espressa sia maggioritaria nel
Paese, benché essa sia quasi per nulla rappresentata a livello
massmediatico.
Faccio appello alla Sua coscienza nella certezza che l’Italia,
portatrice di antichi e universali valori umani, possa rappresentare
un esempio anche per le altre nazioni europee.
Con Ossequio.
Monica BoccardiAvv. Monica Boccardi
Patrocinante in Cassazione
Carla Bergamini
"Egr. Sig. Senatore, Le scrivo in quanto sono consapevole della coscienza e dell'impegno con cui porta avanti il mandato di rappresentanza popolare che le è stato affidato e, alla luce di ciò, confido nel fatto che Lei sarà capace di opporre il proprio rifuto all'approvazione del ddl Cirinnà. Mi rendo perfettamente conto che questa presa di posizione richiederà un atto di profondo coraggio e risulterà particolarmente scomoda, per via dell'orientamento ideologico attualmente prevalente nel suo partito. Sono comunque fiducioso nel fatto che Lei sarà disposto ad assumersi tale responsabilità, pur di evitare che la famiglia basata sull'unione tra uomo e donna,cardine fondamentale della nostra civiltà, venga snaturata a colpi di atti legislativi, peraltro contrari alla volontà del popolo italiano, come tutte le indagini di opinione - pur oscurate da media - dimostrano. La saluto cordialmente e le assicuro tutto il mio appoggio e quello di molti amici nella battaglia culturale ed umana (prima che politica) che la aspetta." Roberto Picone *** Gentile Senatore , La invito caldamente a pensare non in base a pregiudizi, ma a ciò' che è' veramente importante per un bambino. Magistrati che da anni si occupano dei minori si sono espressi a favore della stepchild adoption. Pensi se un domani un suo discendente avesse bisogno di questa legge. Lasci aperta la Sua mente è il Suo cuore. Cordialmente Giuliana Vannuccini *** Buongiorno.
Oggi ho appreso sgomento queste inaudite liste infami in cui compare il vostro nome, come in una sorta di inquisizione, solo perchè siete coerenti con la vostra coscienza.
NON VI FATE SCORAGGIARE DA QUESTI METODI NAZISTI, INTIMIDATORI, VOTATE SECONDO COSCIENZA.
Daisy melli
Inviato da iPhone
Caro Onorevole,
Le sto scrivendo perché vorrei immaginarmi una storia con lei.
Immaginiamo che lei abbia un figlio, chiamiamolo per semplicità Stefano, e che, come dovrebbero fare tutti i padri, lo ama alla follia e incondizionatamente.
Immaginiamo che suo figlio nella sua adolescenza e gioventù, si scopra omosessuale. Perché si sa.. le inclinazioni sessuali, come qualsiasi tipo di inclinazione, esulano dalle ideologie e dagli insegnamenti dei genitori.
Immaginiamoci che Stefano a 25 anni si innamori perdutamente di un ragazzo, chiamiamolo Luca, che frequenta l’università con lui. Luca è un ragazzo padre, ragazzo che quando aveva 18 anni da una “sfortunata” avventura di una sera con una sua coetanea ha avuto un figlio, chiamiamolo Marco, e che, con questa ragazza, abbiano deciso di tenere il bambino.
Immaginiamo poi che questa ragazza all’età di 21 anni per uno sfortunato incidente venga a mancare (lo so, è triste come storia, ma purtroppo è una delle tante che troppo spesso ormai si sentono in giro) e che, data l’età troppo avanzata dei genitori della ragazza, il bambino venga affidato a Luca, al padre naturale.
Ora immaginiamo che Luca ricambi l’amore che prova Stefano verso di lui, perché l’essere stato con una ragazza a 18 anni ed avere avuto un figlio con lei non è assolutamente discriminatorio per la sessualità di una persona. A 18 anni un ragazzo si sta ancora scoprendo come persona. E questo glielo dico come esperienza personale.
Immaginiamo che i due ragazzi dopo due anni di fidanzamento e dopo essersi laureati decidano di andare a vivere in affitto insieme, perché in questo modo ovviamente, oltre a stare più vicini, dimezzerebbero anche le spese, spese che sono enormi per un ragazzo di 27 anni (ormai ne hanno 27) affacciatosi da poco nel mondo del lavoro e che deve vivere da solo in una grande città. E anche questo glielo sto dicendo come esperienza personale.
I due ragazzi giorno dopo giorno si scoprono sempre più innamorati, riescono a creare un’armonia familiare che non immaginavano essere possibile, soprattutto perché devono accudire anche un bambino, Marco che ora, facendo due conti, nella nostra storia ha 7 anni.
Stefano ormai conosce Marco da più di due anni e, come è giusto che sia, si è affezionato a lui come un padre potrebbe affezionarsi a un figlio. Lo accompagna a scuola, fa già la seconda elementare, e dopo la scuola una babysitter lo va a prendere, lo riporta a casa e gli fa fare i compiti, perché sia Stefano che Luca hanno cominciato a lavorare da poco.
Luca entra tutte le mattine alle 7 per potere uscire un po’ prima il pomeriggio, tanto Marco lo accompagna Stefano a scuola.
Ogni martedì e Giovedì alle 17 spaccate Luca esce di corsa da lavoro e si precipita a casa, prende il borsone e accompagna Marco a calcetto. Lo facevano tutti i suoi compagni di classe e quest’anno ha voluto farlo anche lui. L’allenatore dice che è anche molto bravo.
Si fanno le 19 e finalmente anche Stefano può uscire dall’ufficio. Non può farlo prima, dato che non timbra mai prima delle 9 per poter portare Marco a scuola. Dall’azienda va diretto al campo sportivo dove nel frattempo Marco ha finito gli allenamenti di calcetto. Chiacchiera un po’ con i genitori dei compagni di classe di Marco mentre questo finisce di farsi la doccia, e nonostante la stanchezza della giornata questo è uno dei momenti che ama di più. Agli altri genitori Stefano e Luca non hanno raccontato nei dettagli la loro storia, quello che sanno è che Luca porta Marco agli allenamenti mentre Stefano lo va a riprendere. Ma a loro non interessa saperne di più. Quello che per loro è importante, quello che dovrebbe essere importante per tutti, è il sorriso felice ma anche un po’ impaurito che fa Marco quando Luca lo lascia agli allenamenti e quello invece pieno di gioia che ha stampato in faccia quando esce dalla porta dello spogliatoio con i capelli ancora gocciolanti dalla doccia e vede Stefano.
È ormai un anno che i due ragazzi convivono e la loro storia va gonfie vele. Lei, Onorevole, non ha mai accettato pienamente questa situazione ed anzi, da ormai un paio d’anni le riesce difficile anche solo parlare con Stefano, ma le feste natalizie si avvicinano, e quando riceve l’invito di passare la giornata di Natale insieme a suo figlio, il suo compagno e Marco decide di accettare. Dopo i primi momenti di imbarazzo e il primo bicchiere di vino la situazione e l’atmosfera diventano molto più rilassate.
Oltre a parlare e scherzare con Luca e Marco conosce anche il papà di Luca, la mamma purtroppo è venuta a mancare l’anno prima, e si accorge di quante cose in comune in realtà avete.
La giornata scorre piacevole e felice, finalmente ha ritrovato il suo Stefano, ed arrivati al momento dei saluti rimane molto colpita quando Luca, parlando con Marco, dice “Fai il bravo, saluta e dai un bacio ai nonni”.
Con ancora il calore del bacio di Marco sulla guancia si dirige verso la macchina, la apre, si siede sul sedile, si appoggia una mano sul viso e sorride. Questa è la magia di un bambino. Un bambino che a 8 anni era solo felice di poter passare il Natale coi suoi nonni. Perché per lui, lei è il suo nonno. Che lo Stato e la legge lo vogliano o no.
Le giornate trascorrono felici, e a Luca viene proposta una promozione dopo il pensionamento di un suo collega. Finalmente la tanto agognata sicurezza economica arriva e i due ragazzi decidono di comprare casa.
Per la banca Luca è single, e con un figlio a carico, ma in ogni caso con un lavoro a tempo indeterminato e ben retribuito. Stefano invece, nonostante i tre anni in azienda, è ancora immischiato in contrattini a progetto, a termine e interinali e quindi la banca gli rifiuta il finanziamento.
Decidono quindi di intestare la casa a Luca e grazie ad un aiuto del padre di Luca e ad uno suo, Onorevole, riescono a comprare casa con un mutuo a 20 anni. Piccola e modesta, ma loro. Il loro focolare.
Gli anni passano felici. Marco ha ormai 10 anni mentre Stefano e Luca si avvicinano al traguardo dei 30.
I rapporti si sono finalmente ricostruiti e almeno tre o quattro volte al mese vi trovate insieme a pranzo o a cena. Anche lei, Onorevole, ha cominciato ad affezionarsi a Luca, tanto da essere andata al funerale del padre quando, qualche mese fa, è venuto a mancare. È stato proprio in quella occasione, in cui ha visto il dolore di Marco, che ha capito quanto amore era in grado di dare Stefano ad un figlio, che solo sulla carta, non è suo.
È ottobre, uno di quei giorni piovosi e freddi che ti ricordano che l’inverno sta arrivando.
Sono le 17 passate e Luca è ancora bloccato in ufficio. Il capo lo ha convocato per una riunione straordinaria. È già due volte nelle ultime due settimane che fa tardi in ufficio e porta Marco in ritardo agli allenamenti. Non deve succedere ancora, tutte le volte Marco gli tiene un broncio incredibile. Riesce a liberarsi dalla riunione e corre in macchina. Sono già le 17:30, è in ritardassimo e cerca di scansare e superare le macchine nel traffico come meglio riesce , ma piove ed è tutto bloccato. Mentre cerca accelerando di superare una fila di macchine non si accorge di un camioncino che stava facendo manovra. Il botto è fortissimo. Ci sono vetri sparsi per tutta la strada e l’airbag si sta sgonfiando lentamente lasciando intravedere il corpo di Luca, ricoperto di sangue, sul sedile. Sembra addormentato in un sonno profondo.
Stefano è ancora in ufficio quando riceve la chiamata della babysitter. Un po’ allarmato risponde. Le dice che hanno chiamato a casa dall’ospedale, Luca ha avuto un incidente e ora è in rianimazione.
Non passano neanche 15 minuti che Stefano è già in ospedale. Per fortuna lavora lì vicino.
Chiede notizie all’accettazione ma gli dicono che non possono rivelare informazioni se non ai parenti stretti di Luca. Stefano gli spiega che convive con lui da ormai più di tre anni, che stanno insieme da quasi sei, che hanno un bambino e che purtroppo non ha altri parenti stretti in vita, se non dei lontani cugini che probabilmente neanche sanno come si chiama. Gli rispondono, quasi scocciati, che non possono dargli informazioni.
Stefano si accascia sulle sedie di plastica dell’accettazione e piange. Crolla in un pianto pesante, ma non di dolore, quello non è ancora riuscito ad entrare in circolo. È un pianto di angoscia, di impotenza. In una di quelle stanze c’è Luca, il suo Luca, che sta combattendo per la vita, e lui non può nemmeno stringergli la mano e cercare di regalargli un po’ della sua forza.
Decide di chiamarla. Lei, Onorevole, accorre subito in ospedale. Erano anni che non sentiva piangere suo figlio. Spiega anche lei la situazione al personale dell’ ospedale, come aveva fatto proco prima Stefano, ma questa volta, forse grazie al fatto che l’hanno riconosciuta, decidono di infrangere le regole e di far entrare lei e suo figlio Stefano in rianimazione. Poco dopo arriva anche Marco, accompagnato dalla babysitter, visibilmente turbato, come può esserlo un bambino di 10 anni che fino ad ora con la morte ci aveva solo giocato in un videogame.
Tre giorni in ospedale, tre giorni in cui Stefano non si allontana un secondo dal letto dove è intubato Luca, mentre Marco vive da lei Onorevole, suo nonno. Fortunatamente a Stefano al lavoro non gli hanno fatto problemi. Il titolare ha capito in pieno la situazione e, nonostante Stefano non possa richiedere i permessi previsti dalla legge per l’assistenza dei familiari, gli ha comunicato di prendersi tutto il tempo che gli serviva. Fortuna che ogni tanto l’animo umano supera i limiti della burocrazia.
Luca non ce l’ha fatta. Dopo tre giorni di lotta e dolore si è spento sotto le lacrime di Stefano e Marco. E le sue, Onorevole, perche nulla valgono le ideologie e i preconcetti nelle emozioni del cuore. E Luca volente o nolente era entrato nel suo di cuore.
La mia storia si ferma qui Onorevole. Ora chiedo a lei. Potrà Stefano preoccuparsi del funerale di Luca e dargli l’ultimo saluto? Potrà continuare a vivere nella casa che lui e Luca stavano comprando insieme, con i soldi di entrambi? Potrà Stefano continuare ad accudire Marco e crescerlo? O Marco verrà affidato a qualche istituto e, se è fortunato, a qualche famiglia adottiva? Cosa dirà, Onorevole, a Marco ,quando verranno a prenderlo e le chiederà in lacrime: “Nonno, perché mi portano via? Perché non posso più stare con te e papà?”
Il papà, come la mamma, è chi ti cresce, chi ti insegna, amandoti, ad amare. Chi darebbe la vita per te.
Hanno ragione quelli che dicono che negare per legge ad un bambino il diritto di avere dei genitori non è un tema che attiene alla libertà di coscienza, e a Marco, oggi, è proprio la legge che vieta di avere un papà. Come a Stefano vieta un progetto di vita insieme alla persona che ama.
È forse un tema che attiene alla libertà di coscienza decidere quanto vale un amore verso un’altra persona e decidere se è meno meritevole rispetto ad un altro?
Io posso dire che no. Non penso sia un tema che attiene alla libertà di coscienza.
Sono qui per chiederle un favore, Onorevole. Le sto chiedendo, semplicemente, di pensare bene contro a cosa state combattendo, perché io non riesco a crederci che ci avete pensato davvero. O per lo meno non ci voglio credere.
Andrea Nizzardo
***
Egr. Senatore,
il giorno 28 c.m. si discuterà in aula il DDL Cirinnà che ha per oggetto le unioni civili.
Il testo di legge apre le porte all’utero in affitto praticato all’estero e conseguentemente alla stepchild adoption. Come rappresentante eletto, è suo preciso dovere attenersi al programma e far sue le istanze dei cittadini contrari ad ogni attacco diretto od indiretto alla famiglia.
Cordiali saluti.
Avv. Alberto Agus
***
Buongiorno Senatori,
Scoprire che ci sono alcuni senatori del PD che, immagino molto faticosamente, cercano ancora
di riflettere con la loro testa invece di piegarsi ai diktat del pensiero dominante e alle pressioni
delle varie lobby LGBT (come vengono spesso chiamate), mi ha reso estremamente felice e mi
aiuta a mantenere viva una flebile speranza che forse, ad un certo punto, la società capisca
che a forza di assecondare supinamente ogni stravolgimento sociale proposto/imposto da
svariate lobby e gruppi di potere (non solo gay e non solo per quanto riguarda i diritti omosessuali,
sia chiaro), stiamo minando le fondamenta della nostra società in nome di un preteso buonismo
che trasforma ogni desiderio (o capriccio) in un diritto.
Vi prego di TENERE DURO!!!
Se da un lato capisco che vedere i propri nomi pubblicati dal sito gay.it in una specie di lista
di proscrizione non sia piacevole, vi assicuro che, dal mio punto di vista, dovrebbe essere per
voi motivo di orgoglio!
Ancora una volta, vi prego, TENETE DURO!!!
Cordiali saluti,
pietro Crosa
***
Stimato Senatore,
LETTERA APERTA AI SENATORI DEL PARTITO DEMOCRATICO
In questi giorni sarà discusso in parlamento il disegno di legge Cirinnà.
Siamo di fronte a un voto di coscienza. Il provvedimento riguarda un tema sensibile e tra l’altro non rientra negli accordi di programma del governo attuale. La sfida è quindi tutta parlamentare ed interessa gli italiani, credenti e non, che hanno a cuore le sorti della famiglia nel nostro Paese.
Esprimo un punto di vista da credente che non significa criminalizzare chi la pensi in tutt’altro modo ma dare indicazioni concrete nell’attualizzazione storica di principi universali a tutela della famiglia.
La famiglia, che prende forma dall’unione tra un uomo e una donna, è al centro della vita di una comunità e ne rappresenta l’essenza primaria, regolandone le funzioni pubbliche e private.
Qui non si tratta di demolire il DDL Cirinnà, ma di compiere ogni sforzo per difendere la famiglia naturale (non chiamiamola “tradizionale” come se fosse un cimelio rispolverato dalla soffitta), a garanzia del benessere generale, pur comprendendo che la complessità dei tempi necessitano di un’attenzione e risposte concrete a diritti individuali di “nuova generazione”. Un impegno di alto profilo, teso ad organizzare le migliori sensibilità presente nel Paese e nel Parlamento, per evitare che la società possa autodistruggersi.
Per la società l’esistenza della famiglia è una risorsa insostituibile, tutelata dalla Costituzione italiana (cfr artt. 29 e 31). Anzitutto per il bene della procreazione dei figli: solo la famiglia aperta alla vita può essere considerata vera cellula della società, perché garantisce la continuità e la cura delle generazioni. È quindi interesse della società e dello Stato che la famiglia sia solida e cresca nel modo più equilibrato possibile. Anche solo per non accettare che gli Italiani siano a rischio di estinzione!
La famiglia, soggetto titolare di diritti inviolabili, trova legittimazione nella natura umana e non nel riconoscimento dello Stato. La famiglia è prioritaria rispetto alla società e allo Stato. A meno che non si voglia trasformare ogni verità oggettiva in “discutibile” verità soggettiva. Dobbiamo riflettere con saggezza, prima di svuotare di significato l’istituto della famiglia e con essa il matrimonio tra uomo e donna. Il matrimonio è dotato di caratteristiche, originarie e permanenti, anche a garanzia dei figli che rischiano di perdere il sacro diritto di avere una famiglia con un padre e una madre. Il “diritto” al figlio, o la pretesa in alcuni casi di volerne determinare le fattezze fisiche o addirittura le qualità interiori sono pratiche di tipo eugenetico.
Si deve essere chiari su cosa si intende per unioni civili. Se si intende unione tra uomo e donna, appartiene all’ordine della natura. Se invece si tratta di unioni tra uomo e uomo e donna e donna, equiparandole al matrimonio, qui si è contro la natura. E ciò che è contro natura non produce mai un bene ma un male, non produce vita ma morte. Morte innanzitutto della verità riguardante la persona umana. Purtroppo oggi non vi è la verità della natura, ma la volontà dell’uomo che si erge a verità di se stesso. E spesso è la falsità che viene proclamata come verità.
Tento una sintesi dalla “Veritatis splendor” di Giovanni Paolo II il quale ha ancora qualcosa da insegnarci su questo delicato fronte: “Il Bene supremo e il bene morale si incontrano nella verità: la verità di Dio… e la verità dell’uomo… Solo su questa verità è possibile costruire una società rinnovata e… aprire la via all’autentica libertà della persona… Se non esiste una verità trascendente… allora non esiste nessun principio sicuro… Se non si riconosce la verità trascendente, allora trionfa la forza del potere… La radice del moderno totalitarismo è da individuare nella negazione della trascendente dignità della persona umana… soggetto di diritti che nessuno può violare… né la Nazione o lo Stato. Non può farlo nemmeno la maggioranza dì un corpo sociale… emarginandola, opprimendola, sfruttandola o tentando dì annientarla” (Veritatis splendor, n. 99).
Perciò la politica non sostituisca, nei temi che riguardano la procreazione e l’unione tra uomo e donna, la verità universale della natura con la “verità a maggioranza” della volontà umana. Così facendo si andrebbe verso l’oscuramento totale della ragione e, di conseguenza, della civiltà. Quando la ragione si oscura, si può compiere ogni male; quel male per il quale più volte si sono condannate le precedenti generazioni e che ora, se non ci sarà un cambio di rotta, si rischia di reiterare uno sbaglio che sarà esecrato da chi verrà dopo di noi.
Margini di modifica ci sono: le unioni civili non devono essere equiparate al matrimonio eterosessuale, il figlio non può essere mai essere un diritto assoluto ottenuto fuori del vincolo eterosessuale e per di più attraverso uno sfruttamento delle donne. Non dimentichiamo, come detto sopra, il diritto primario dei bambini ad avere un papà e una mamma.
E non abbiamo paura di permettere il voto secondo coscienza evitando un voto di scuderia che mortifica la dignità della persona libera. Niente voto di partito sui temi etici: ma per lo meno non colpevolizzare e ritenere traditori chi sostiene su valori così fondamentali diversità di vedute!
Se non passa il DDL Cirinnà, non perde Renzi, ci guadagna l’umanità! Ma si può ancora mediare e migliorare il ddl.
Grazie dell’attenzione!
Roberto Lorenzini
*ancora iscritto al PD di Caprino/Rivoli Veronese
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Le esprimo solidarietà. E apprezzamento per la sua scelta di libertà.
Vergognati !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Gioacchino Lo Bianco, Palermo
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Gentile Onorevole Cociancich,
Mi permetto di scriverle in relazione al caso (famigerato) delle unioni civili in Italia. Sono un dottorando in Germanistica, sposato a Berlino con Maya, mia moglie, anche lei dottoranda in Germanistica, ma ad un’altra università. Ho capito fin da piccolo che c’era un trucco dietro ai pronomi, e ho sempre trovato ridicolo che un uomo non potesse indossare la gonna ed una donna non potesse ‘portare i pantaloni.’ Ovviamente è una questione di potere economico e sociale, ma da piccolo non potevo capire tutto questo, eppure lo sentivo, sentivo l’ingiustizia di queste imposizioni che non stavano scritte né in terra, tantomeno in cielo. Ma si sa, nostro signore era ebreo, eppure… Una certa società prende nota solo di quel che le conviene, purtroppo. Che i bimbi dovessero indossare il blu e le femmine il rosa – questo, io, non l’ho mai capito. Quindi un bel giorno ho deciso di parlare di me al maschile, così che i miei interlocutori abbiano food for thought, come si dice in inglese, qualcosa da pensare. Perché no? Quando leggiamo i dati che separano economicamente e socialmente le donne dagli uomini, per non parlare della costante umiliazione e delle violenze che le donne sono costrette a ricevere come pane quotidiano, non posso che rattristarmi, infinitamente. Ma qual è la differenza fra uomini e donne se non una repressione secolare che oblitera tutte le bellissime differenze che ci sono fra tutti gli individui indistintamente? Quella fra uomini e donne non è una differenza, ma una forma di sfruttamento ed impoverimento così consolidato da cancellare tutte le altre differenze belle. Ma non l’abbiamo già visto così tante volte nella storia? Ariani ed ebrei. Bianchi e negri. Anch’io voglio dire la parola ‘donna’ ma la voglio dire con gioia, come segno di libertà. Come gli Americani hanno imparato a dire black e non niger. Se dire ‘donna’ mi preclude dall’amore dei miei futuri figli (perché, legge o meno, avrò figli, che persone come voi volete deprivare d’un genitore, e quel che ancor più mi fa rabbia: avete il potere per farlo), se dire ‘donna’ stabilisce limiti assurdi (che mezzo mondo già deride), dalle piccolezze come giocare a calcio (ancora un tabù quando sono nato) ai fatti grandi come diventar presidente della repubblica, del governo, papa (e perché no? Se Francesco avesse il potere di cambiar le cose, son convinto che le cambierebbe a fondo), o professore accademico – che diventerò, ma non in Italia (dove alle donne, senza parlar delle lesbiche, sono date pochissime occasioni) – allora, mi dispiace, questa parola è per me vana e vuota. Quando invece sento parlare di tutte quelle donne che hanno lottato, sofferto e ancora lottato e che sono state comunque dimenticate (dai molti), allora tale nome risplende. Solo un uomo ed una donna possono educare e crescere figli. Se invece si dice: “solo una donna ed un uomo possono educare figli” già fa un effetto strano. Infatti è l’ordine che conta: prima l’uomo, poi la donna. Una lettura ‘fedele’ della Bibbia è la più infedele e crudele io possa immaginare alla parola di Dio. L’omofobia è solo l’altra faccia del sessismo. Tutti i paesi dove la donna è rispettata non conoscono l’omofobia, non ai livelli italiani certamente. Quando sento dire che solo un uomo ed una donna possono educare figli, io guardo quale uomo, quale donna sta dicendo ciò, con quale presunzione, quale arroganza. Spero questo non la offenda, ma che forse le faccia vedere le cose da una prospettiva un poco diversa, cui magari non è abituato. Mi può spiegare quale sarebbe il motivo? Per insegnare al figlio maschio come si fischia? Alla figlia femmina come si cuce? Lo sa che, statisticamente parlando, le probabilità che un figlio diventi eterosessuale con due genitori dello stesso sesso sono molto più alte? Ha mai conosciuto un figlio di due donne o due uomini? Io conosco cinque ragazzi/bebè di famiglie arcobaleno. Meravigliosi. La mia compagna ed io vogliamo un figlio, probabilmente con l’aiuto di un amico. Il suo voto non cambierà le cose, ma potrebbe farlo, potrebbe aiutare e dare diritti e dignità alla mia famiglia. Diritti umani e dignità umana. E purtroppo non sto esagerando. Le chiedo di votare secondo coscienza, anzi la prego di votare secondo coscienza. Vorrei soltanto che prima incontrasse una figlia od un figlio in una famiglia arcobaleno. Vedere quanto sono belle queste bimbe, questi bimbi e poi dirmi se davvero vuole far loro del male. La ringrazio.
Elisa Santucci
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La incoraggio a proseguire nella sua opposizione alle adozioni gay.
Continui a difendere la famiglia naturale, fondata sul matrimonio tra uomo e donna.
Carlo Coda
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Gent.mi Senatori Cociancich, Del Barba e Tronti
Distinti salutiLucia Ferrario
Buona sera
Sono a ringraziarla perché, in un contesto in cui si è portati ad allinearsi per evitare fastidi, magari rendersi complici di approvazioni di norme che incentivano pratiche abominevoli come quella dell’utero in affitto, Lei manifesta libertà di pensiero e sensibilità nei confronti dei soggetti più deboli della nostra società: i bambini, i cui diritti non possono essere calpestati in nome del desiderio degli adulti. Già questo accade in troppi, indicibili casi.
Ancor più meritevole è questa integrità quando è esercitata in seno ad un partito generalmente diversamente orientato.
Io e mia moglie abbiamo votato per il PD alle ultime elezioni, se passasse il Cirinnà sarà stato per l’ultima volta.
Già il fatto che il Cirinnà riguardi coppie omosessuali con esclusione di quelle eterosessuali rovescia in pieno le dichiarazioni che sin qui lo hanno sostenuto.
Perché due conviventi stabili uomo e donna non dovrebbero avere garantita la reversibilità della pensione cui avrebbero invece accesso due gay o due lesbiche nella medesima condizione di convivenza stabile ?
Non è forse questa una grave discriminazione?
Le rinnovo perciò tutta la mia stima, per non rendersi complice di una ingiustizia consumata peraltro contro il volere della maggioranza degli italiani (stando ai dati di molti sondaggi condotti anche in queste ore, pur dopo una pressione massmediatica impressionante a favore degli LGBT a cui abbiamo assistito allibiti)
Cordialmente
Claudio Pellanda
Gentili Senatori,
Non si faccia condizionare dalla grande minoranza che vuole la stepchild!!! se dovesse passare, pensate ad un referendum!!!
Egregio Senatore,
Ci sono momenti nella vita in cui si può essere chiamati ad assumere scelte che coinvolgeranno nel bene o nel male le generazioni future o i propri figli, scelte dalle quali difficilmente si potrà tornare indietro: tali decisioni non possono essere prese per rispettare ordini di partito, ma facendo esclusivo riferimento alla propria coscienza: solo questa infatti ci accompagna per tutta la vita.
Tra qualche giorno Lei sarà chiamato a esprimere un giudizio, e quindi un voto, sul Disegno di Legge sulle Unioni Civili anche tra persone dello stesso sesso e quindi a legittimare o meno l’abominevole pratica dell’utero in affitto, che inevitabilmente sarebbe introdotta attraverso la cosiddetta “stepchild adoption”. E anche nell’ipotesi che la “stepchild adoption” dovesse essere ipocritamente stralciata dal ddl, Lei sa bene che una volta approvata una legge sulle unioni civili, in base al principio di non discriminazione, l’Europa imporrebbe la loro equiparazione a tutti gli effetti al matrimonio naturale tra uomo e donna, con tutte le implicazioni del caso, possibilità di adozione compresa.
Gli articoli 29 e seguenti della Costituzione Italiana riconoscono e definiscono la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, luogo naturale dell’incontro tra un uomo e una donna, ai quali attribuiscel’esclusiva responsabilità nell’educazione dei loro figli, per costruire il bene comune della società italiana attuale e futura.
Come Lei sicuramente saprà, l’ordinamento vigente già riconosce i diritti delle persone conviventi, sia eterosessuali sia omosessuali, pertanto non è necessaria alcun’altra normativa a riguardo.
Votare a favore di questa legge significa infatti violare la Costituzione nei confronti della quale Lei, quale Senatore della Repubblica, ha sottoscritto un formale patto di fedeltà da onorare e testimoniare concretamente.
Votare per questa legge significa disconoscere il diritto della famiglia naturale ad essere l’istituzione fondamentale e unica della società, perché ridotta a mero vincolo affettivo al pari di altre unioni, in contrapposizione col dettato costituzionale che le riconosce invece l’esclusiva funzione di cellula base della società.
Votare a favore di questa legge significa negare ai bambini il diritto di avere un papà o una mamma, di fatto discriminandoli e togliendo loro la possibilità di scelta.
Votare a favore di questa legge significa di fatto consentire e legalizzare la pratica dell’utero in affitto nei paesi stranieri che la ammettono, inevitabile conseguenza della “stepchild adoption”.
Votare a favore di questa legge significa privare di tutela e protezione “la maternità, l’infanzia e la gioventù”, in contrasto con l’art. 31 della Costituzione.
Votare questa legge significa agevolare un oscuro disegno di distruzione dei rapporti familiari per isolare e manipolare le persone, disegno sostenuto da lobby politiche, finanziarie e culturali per togliere dignità e autonomia alle persone e ai popoli.
Lei dovrà assumersi in prima persona, nei confronti di ogni cittadino, la responsabilità delle conseguenze di questa legge. Lei non potrà mai dire “non potevo sapere”. Lei, da quale parte vuole stare?
La invito pertanto a riflettere seriamente sulla reale necessità di approvare una Legge “per pochi” che segnerebbe una profonda ferita nella nostra società e che cancellerebbe i valori naturali, culturali e religiosi sui quali si è fondata e si fonda la nostra Nazione, che Lei ha l’onore e l’onere di rappresentare come Senatore.
Cordiali saluti
Dott. Fabiano Albrici
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Caro Senatore,
le ricordo il suo dovere di onorare la Costituzione, nel caso della imminente discussione su quella legge ingannatrice che va sotto il nome di ddl Cirinnà le ricordiamo il dovere di onorare l’articolo 29 della Costituzione che definisce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Si attivi nella produzione di emendamenti che evidenzino quanto malevola sia la normativa proposta in aula al Senato a partire dal 26 gennaio prossimo
Caro senatore,
le ricordo il dovere di onorare la costituzione repubblicana che all’articolo 29 e seguenti tutelano la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Gli articoli 29 e seguenti della costituzione ratificano il concetto di famiglia attorno all’unione tra un uomo e una donna responsabili della loro prole.
La ringrazio dell’attenzione.
Assunta Orlando
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Ringrazio tutti voi per quanto state facendo a difesa della famiglia ed in particolare per l’aspetto di cui all’oggetto!
Tenete duro e non abbiate paura di difendere questi valori: siamo in molti a sostenervi. Se il PD fa passare questa innaturale adozione perderà molti consensi, tra cui il mio. Mi dispiace per Renzi che calpesta in questo modo i valori in cui sempre ha creduto: lo credevo più solido su questi temi. Per me è una parziale delusione.
Con profondo riconoscimento,
enzorognoni
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Caro Senatore, le ricordo il suo dovere di onorare la Costituzione, nel caso della imminente discussione su quella legge ingannatrice che va sotto il nome di ddl Cirinnà le ricordiamo il dovere di onorare l’articolo 29 della Costituzione che definisce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
non avere timore: questa legge sulle unioni civili non deve passare.
Non esiste un diritto degli adulti ad avere un bambino. Esiste invece il diritto supremo da tutelare di chi questo diritto non può esercitarlo, o perché non ha l’etá per votare
Confidò nella tua libera coscienza e nella passione vera per il bene comune.
Cordiali saluti.
Onorevole senatore,
in questi giorni in cui il dibattito sul ddl cirinnà sembra farsi sempre più univoco, mi appello a Lei quale studentessa e giovane cittadina per chiederLe di impedire che un tal disegno di legge diventi definitivo. Il ddl cirinnà come sappiamo, ma come non si vuol dire, sdoganando l’utero in affitto (un’equiparazione dell’unione civile al matrimonio tra uomo e donna nei vari rimandi del testo porta ad un uguale riconoscimento di tutti i diritti e istituti tra le due forme di unione) nega ai bambini non solo la conoscenza del loro padre o della loro madre ma anche la crescita armoniosa con loro, privandoli di uno di essi. Come può il nostro parlamento, il nostro Paese accettare una simile barbaria? Chi si prende la responsabilità di privare un bambino dell’allattamento, delle cure materne, della madre o del padre? Sto facendo quanto è nelle mie possibilità di studentessa fare per impedire che questa leggi passi, ma ora la partita finale si gioca solo attraverso di Voi. Siete solo voi che con emendamenti e voto negativo potete ancora garantire ad un bambino la SUA mamma e il SUO papà, siete voi i custodi di quel ‘riconoscimento’ della famiglia come società naturale di cui è voce l’art.29 della nostra costituzione.
Grazie per la disponibilità,
Cordialmente
Veronica Turetta
Egregio senatore, mi chiamo Dana Felicia e sono una mamma rumena con cittadinanza italiana. Le ricordo il dovere di onorare la Costituzione Repubblicana che: all’articolo 29 tutela la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio,
gli articoli 29 e seguenti della Costituzione ratificano il concetto di famiglia attorno all’unione fra un uomo e una donna responsabili per la loro prole.
La esorto inoltre a difendere il diritti dei più deboli, ovvero quelli dei bambini e delle donne i quali, se dovesse essere approvato il ddl Cirinnà che ha come obiettivo principale l’equiparazione del matrimonio omosessuale a quello della famiglia naturale, sarebbero vittime dell’abominevole mercimonio chiamato con il neologismo edulcorante di “stepchild adoption”, con l’aggravante che tale pratica sarebbe contratta all’estero, alimentando quello che Papa Francesco ha più volte definito “la nuova colonizzazione”.
Ogni bambino ha il diritto di avere una madre e un padre i quali possono offrire la condizione ottimale al loro sviluppo come futuri uomini e cittadini.
Mi appello al suo buon senso di senatore, genitore, cittadino e cristiano nel perseguire il Bene Comune dell’intera società e non quello particolare di pochi privilegiati. Le auguro il meglio per lei e per la sua famiglia.
Distinti saluti.
Felicia abbi Popescu
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Bigotto e retrogrado. Con te la Germania sarà solo un miraggio. La Grecia sarà il risultato.
Luciano Crimi
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Caro Senatore, non abbia timore a mantenere ferma la sua posizione contro lo strumento della stepchild adoption, che se concesso automaticamente ed implicitamente autorizzerebbe, per ora non ad eseguirsi in italia, alla pratica dell’utero in affitto.
Gentili onorevoli e senatori della Repubblica,
apprendo con stupore e incredulità la volontà da voi manifestata di non consentire alle coppie omosessuali di contrarre matrimonio e adottare figli.
Il comportamento da voi tenuto è gravemente lesivo dei diritti costituzionali personalissimi ed è palesemente in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione: la discriminazione di uomini e donne in base alle proprie tendenze sessuali è vietata dalla Carta fondamentale e ci rigetta nelle tenebre ottocentesche in cui il diritto dove cedere il passo alla teocrazia.
Vedete onorevoli e senatori, tra cent’anni né io né voi faremo più parte di questo pianeta, ma la storia ci giudicherà e verrà valutato se il comportamento tenuto da me e da voi ha permesso di far evolvere diritti e libertà dei singoli individui oppure, come nel caso da voi manifestato, ne avrà provocato una contrazione.
Vi chiedo cortesemente di riconsiderare la vostra posizione, di non discriminare le coppie omosessuali, di consentire a tutti gli uomini e le donne che vivono in Italia di poter scegliere liberamente con chi contrarre matrimonio e di avere dei figli: l’Italia non è una teocrazia talebana ma è un Repubblica democratica fondata sul lavoro, con una delle Costituzioni più avanzate del mondo. Vi chiedo di rispettare la Carta fondamentale e di rispettare le opinioni e le tendenze sessuali di tutti i suoi cittadini.
Distinti saluti
Luca Marchiò
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Miei cari “malpancisti”,
l’iniziativa di un sito per soli omosessuali di sesso maschile (il saffismo gli è probabilmente sconosciuto o semplicemente non lo trova di suo gradimento) non deve porVi in allarme. A parte me, nessuno Vi scriverà. Gli omosessuali di sesso maschile che frequentano siti pornografici come www.gay.it non troveranno particolarmente eccitanti i vostri visini. Ciò detto, Vi prego di proseguire con la vostra battaglia contro il vergognoso DDL Cirinnà.
Al Senato potete fare la differenza, ed il Presidente Renzi ha opportunamente evitato di mettere la faccia su questo provvedimento, con la conseguenza che non vi porrà la fiducia (e quand’anche dovesse farlo, non vedo perchè non si debba affossare anche Lui).
Cordialmente,
Vito Matteo
in arte “Lurida”
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io e la mia famiglia scopriamo con enorme dispiacere che il suo nome rientra tra i senatori che, a fine mese, non voteranno per il DDL Cirinnà.
Ci teniamo a comunicarLe che siamo due ragazze, Simona (32) e Gloria (30) con una bambina, Zoe (2), concepita attraverso un’inseminazione artificiale effettuata in Danimarca, Paese in cui, 2 anni fa, abbiamo deciso di sposarci.
Sicuramente non ci permettiamo di giudicare le sue idee e il suo spirito, comprendiamo che possono esserci posizioni diverse e ideologie varie che possono portarLa a non condividere questo DDL.
Tuttavia, ci sentiamo di ricordarLe che, al di là dell’ideologie, noi esistiamo, esiste nostra figlia che vive con entrambe, che viene cresciuta da entrambe e che vive con noi tutta la sua affettività. Staccarla dalla sua realtà famigliare sarebbe un grosso dolore e un grandissimo trauma. Potete condividere o no le nostre scelte, non La giudico per questo, ma potete anche mettervi una mano sul cuore e pensare ai figli che abbiamo e che esistono, pensare che loro, almeno, necessitano più di chiunque di essere legittimati e tutelati.
Votare questa legge non significa tradire il suo sentire, la sua opinione, infatti, resterà tale e la rispettiamo; votare questa legge significa permettere a migliaia di bambini di essere tutalati nella loro affettività che, mi permetta, è alla luce del sole per chiunque.
Non votarla, invece, significherebbe tradire tutti i bambini che da anni aspettano di poter dormire sonni tranquilli, consapevoli che nessuno, mai, porterà via da loro i genitori che tanto amano e che con tutto il cuore li hanno desiderati.
La prego di pensarci e di conoscerci, la nostra porta è sempre aperta.
Le auguro una buona serata a lei e famiglia.Simona Murgia con Gloria Gatti e Zoe (Brescia)
On. Sen. grazie per quello che fa per il nostro bene comune..
Le ricordiamo cordialmente che l’art. 29 della Costituzione riconosce e tutela la famiglia e il matrimonio tra uomo e donna
A partire dal 26 gennaio p.v. Lei sarà chiamato a esprimere un voto sul Disegno di Legge sulle Unioni Civili anche tra persone dello stesso sesso e quindi a legittimare o meno l’abominevole pratica dell’utero in affitto, che inevitabilmente sarebbe introdotta attraverso la cosiddetta “stepchild adoption”.Gli articoli 29 e seguenti della Costituzione Italiana riconoscono e definiscono la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, luogo naturale dell’incontro tra un uomo e una donna, ai quali attribuiscel’esclusiva responsabilità nell’educazione dei loro figli, per costruire il bene comune della società italiana attuale e futura.Come Lei sicuramente saprà, l’ordinamento vigente già riconosce i diritti delle persone conviventi, sia eterosessuali sia omosessuali, pertanto non è necessaria alcun’altra normativa a riguardo.Votare a favore di questa legge significa negare ai bambini il diritto di avere un papà o una mamma, legalizzare la pratica dell’utero in affitto, nonché privare di tutela e protezione “la maternità, l’infanzia e la gioventù”, in contrasto con l’art. 31 della Costituzione.
Votare a favore di questa legge significa perciò violare la Costituzione nei confronti della quale Lei, quale Senatore della Repubblica, ha sottoscritto un formale patto di fedeltà da onorare e testimoniare concretamente.
La invito pertanto a presentare subito emendamenti che possano fermare questo testo iniquo. Non nel mio nome.
Cordiali saluti.
Firma
Raffaele Donnarumma
Onorevoli Senatori,
nei prossimi giorni ciascuno di voi sarà chiamato ad esprimere il voto sul “Disegno di legge sulle unioni civili anche tra persone dello stesso sesso “.
Nel contesto dell’emananda normativa si troverà ad esprimere il proprio giudizio ed il conseguente voto – favorevole o contrario – alla disciplina dell’ innaturale pratica del cosiddetto “utero in affitto”; inevitabile corollario per introdurre e giustificare sul piano giuridico i termini dell’adozione (c.d.: “ stepchild adoption” ) .
Al riguardo,in qualità di cittadino italiano, sento il dovere di evidenziare che il predetto disegno di legge non è conciliabile con quanto disposto dalle norme di cui agli artt. 29 e seguenti della Costituzione Italiana che -come è noto- riconoscono e definiscono la FAMIGLIA “ come società naturale fondata sul matrimonio “ . Matrimonio, ai cui protagonisti (un uomo e una donna), la stessa Costituzione attribuisce l’esclusiva responsabilità genitoriale nella educazione dei loro figli per la costruzione del bene comune, presente e futuro, della società italiana.
Onorevoli Senatori, voi tutti siete chiamati ad assumere scelte che coinvolgeranno le future generazioni e dalle quali difficilmente si potrà tornare indietro. Decisioni che per la importanza che rivestono nei rapporti etico sociali vanno innanzitutto avvertite interiormente ed individualmente con alta sensibilità personale seguendo rigorosamente l’indirizzo della nostra Costituzione e la voce della propria coscienza. Secondo quanto avverte il sito web : “cittaefamiglia.it “, votare a favore dell’emananda normativa significherebbe : – disconoscere il diritto della famiglia naturale ad essere l’istituzione fondamentale della società in quanto ridotta a semplice vincolo affettivo al pari di altre unioni, in contrapposizione con il dettato costituzionale che attribuisce l’esclusiva funzione di cellula base della società; – negare ai bambini il diritto di avere un padre o una madre, di fatto disconoscendo e togliendo loro la possibilità di scelta; – legalizzare la pratica dell’utero in affitto nonché privare di tutela e protezione la maternità, l’infanzia e la gioventù e ciò in contrasto con l’art.31 della Costituzione.
Ciò stante, votare a favore di questa legge significherebbe violare la Costituzione nei confronti della quale voi On.li Senatori della Repubblica avete sottoscritto un patto di fedeltà da onorare e testimoniare concretamente. Cordiali saluti
Zina Morreale
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Salve senatore! So che in questi giorni e anche nei prossimi, sarà bombardato di email, ma le chiedo di spendere qualche minuti per leggere la mia. Sono un ragazzo omosessuale e attivista dei diritti degli omosessuale (ma anche dei diritti delle donne, immigrati e bambini). Sono un ragazzo che in futuro vorrebbe sposarsi, convivere, crearsi una famiglia. Attualmente la legge italiana non me lo consente, ma in senato è finalmente arrivato un ddl che forse mi darà un po’ di speranze nel fare avverare questi miei sogni. Certo, si parla di unioni civili e non di matrimoni, ma sono comunque un buon punto di partenza. Nelle ultime ore, però, leggo notizie che mi portano nuovamente a perdere le speranze, ad allontanarmi ulteriormente dalla politica; ho appreso con malincuore, che lei sarebbe intenzionato a votare NO al ddl 2081,che istituisce le unioni civili nel nostro paese, insieme ad un’altra trentina di senatori dem. So di non avere voce in capitolo, di non contare nulla, ma le chiedo fortemente di ripensarci, di non buttare via questa ennesima occasione, di non tradire nuovamente gli ideali della nostra amata Costituzione, di non tradire nuovamente persone come me. In più le chiedo di ripensare e di appoggiare la cosiddetta ‘stepchild adoption’, ossia la norma che estende la responsabilità genitoriale al genitore non biologico di una coppia gay. L’affido rafforzato da voi sostenuto, non da tutte le tutele che garantirebbe l’adozione, come è stato più volte ribadito anche dal presidente Grasso, e non ultimi i circa 300 giuristi che l’altro giorno hanno citato l’argomento. La prego di non cedere su nessuno dei due punti. Mi scuso per il lungo discorso, spero essere stato chiaro. Buon lavoro
Egregio Senatore/Senatrice,
le ricordo il suo dovere di onorare la Costituzione, nel caso della imminente discussione su quella legge ingannatrice che va sotto il nome di ddl Cirinnà. Ritengo sia suo dovere onorare l’articolo 29 della Costituzione che definisce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Le conseguenze nella società di quanto vi trovate a discutere potrebbero essere molto gravi e qualunque sondaggio serio afferma che gli italiani sono contrari alla stepchild adoption che nasconde in realtà la possibilità dell’abominio dell’utero in affitto. Difenda innanzitutto i diritti del bambino prima che quelli dell’adulto. Se ha figli sa di cosa parlo.
Si attivi nella produzione di emendamenti che evidenzino quanto malevola sia la normativa proposta in aula al Senato a partire dal 26 gennaio prossimo.
Cordiali saluti
Bergami Ing. Davide e famiglia
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Egregi Senatori/Senatrici
Buonasera Senatore,
visto che ho scelto di scriverle questa mail mi sembra giusto presentarmi brevemente così che sappia chi è il suo interlocutore: mi chiamo Mattia Cresci, ho 21 anni, studio Matematica, faccio l’Aiuto Capo Reparto nel gruppo Scout del mio paese, sono iscritto al PD e Consigliere Comunale di Pontassieve (FI), dove abito.
Essendo appassionato di politica, sto seguendo da mesi la vicenda del DDL Cirinnà in materia di unioni civili, al quale ho visto anche che è dedicata una sezione del suo sito. Nel mio piccolo l’idea che mi sono fatto è di una buona legge che estende diritti importanti e dà risposte a molte persone e non la vedo affatto in contrasto col mio essere cattolico, a differenza di quello che pensano molti credenti (o presunti tali).
Stasera ho letto un articolo nel quale il suo nome veniva accostato a quello di altri Senatori del PD che avrebbero dichiarato di essere intenzionati a non votare il DDL Cirinnà nel caso in cui passasse la Stepchild Adoption. Vorrei chiederle se conferma questa sua posizione e -in caso affermativo- se potesse spiegarmi, anche brevemente, le sue motivazioni, in quanto la ritengo una persona autorevole e m’interesserebbe sapere la sua opinione a riguardo di un tema così importante.
La ringrazio anticipatamente e le mando un sincero augurio di buon lavoro,
Mattia Cresci
Federica Manaresi
25 Gennaio 2016 @ 12:24
Carissimo senatore, le scrivo per unirmi alla voce di quelli che le hanno scritto finora per invitarla a non votare il ddl Cirinna’ la prossima settimana.
Non ho tante altre parole da aggiungere se non quelle che mi vengono dal cuore e che “rubo “ dal nostro Papa Francesco, quelle che ha pronunciato oggi davanti al tribunale della Rota romana:
“La famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo, appartiene al “sogno” di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell’umanità.”
“Nel percorso sinodale sul tema della famiglia, che il Signore ci ha concesso di realizzare nei due anni scorsi, abbiamo potuto compiere, in spirito e stile di effettiva collegialità, un approfondito discernimento sapienziale, grazie al quale la Chiesa ha – tra l’altro – indicato al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione.”
Ho sentito molti cattolici che difendono orgogliosi la nuova proposta di legge, ancora di piu’ perché sono cattolici.
Io non riesco a condividere questo pensiero. Credo nella famiglia, formata da un uomo e da una donna e nel sacramento del matrimonio. Faccio fatica a sostenere il grido di coloro che vogliono il riconoscimento delle unioni civili, in particolare delle coppie omosessuali. E non si tratta di omofobia, anzi sa come mi sento in questi momenti? Mi sento circondata da persone che la pensano tutte nello stesso modo , nella difesa cieca e senza dialogo delle coppie omosessuali e se si prova a sollevare una voce contraria parte l’accusa di omofobia. Io sento al contrario un sentimento di “eterofobia”, di odio verso chi prova a difendere quella che è stata l’idea di famiglia fino adesso.
Credo inoltre che la step child adoption non sia una norma a salvaguardia dei bambini e temo che porti a pratiche egoiste come l’adozione di figli “ottenuti” da donne che hanno prestato il proprio utero per una gravidanza e da mamma di quattro figli non riesco a pensare a una cosa piu’ crudele. E credo ancora che un bambino ha bisogno di un padre e di una madre per crescere bene, felice, amato.
Sono scout anch’io e so che lei ha sempre portato nella sua vita da parlamentare lo spirito scout, si sente dalle sue parole, dai suoi interventi.
Spero che rifletta ancora su questa legge e che ci sia ancora un possibilità per fermarla.
La ringrazio per la su attenzione
Buon lavoro e buona strada
Federica
Giovanni Tundo
25 Gennaio 2016 @ 19:54
Caro Cociancich,
bene per l’impegno contro la legge sulle unioni civili, comunque vada è una battaglia che merita essere combattuta.
Alessio Mameli
4 Marzo 2016 @ 18:12
Spero che avrete tempo per leggere in questa mia nota cosa ne penso di questa legge (la critico, ma al tempo stesso la difendo, perché purtroppo da questo parlamento e da questo paese non possiamo ottenere di più, dato che è un parlamento in larga parte omofobico).
Mi è venuta in mente una considerazione.
Si usa dire “marmellata” per tutte le confetture, ma la marmellata è solo la confettura di arance.
Io spero che si arriverà a dire Matrimonio anche per le Unioni Cvili, ma il matrimonio in realtà, de jure, sarà solo l’Unione Civile delle coppie eterosessuali.
Se Matrimonio e Unioni Civili conferiscono gli stessi diritti e doveri alle coppie che li contraggono, giuridicamente sono la stessa cosa, con un nome diverso.
L’unica differenza è che le coppie omosessuali non possono (ancora) adottare dei bambini (la cosa più grave è che non è stata accettata neppure l’adozione del figlio del partner, mentre l’adozione di bambini esterni alla coppia non era neppure tra gli argomenti ammessi nel dibattito).
L’Unione civile non ha più il vincolo di fedeltà e ha una procedura di divorzio molto più veloce di quella del matrimonio ciivile (proprio perché, in teoria, le coppie omosessuali non procreano; ma nella pratica se vogliono trovano il modo per farlo); il vincolo di fiducia è stato tolto da Alfano per rendere l’Unione Civile diversa rispetto al Matrimonio Civile, nella speranza che così diventi ancora più difficile estendere alle coppie omosessuali la possibilità di adottare, dato che almeno finora per adottare occorre essere sposati da almeno tre anni ed essere una coppia stabile (ma già si discute di estendere l’adozione ai singles); ma Alfano forse ha dato adito a una riforma del matrimonio civile! già c’è chi chiede che il vetusto obbligo di fedeltà sia tolto alle Unioni Civili delle Coppie Eterosessuali (alias Matrimonio Civile). :P e che dire del Divorzio ottenibile in solo tre mesi? ^_^
Di seguito, fornisco la nota in cui consiglio di non tirare troppo la corda.
https://www.facebook.com/notes/alessio-giandomenico-mameli/non-credo-sia-prudente-impuntarsi-e-gridare-meglioniente-riguardo-alla-legge-cir/1125471604159864
Alessio Mameli
4 Marzo 2016 @ 18:12
Gli unici ad essere pienamente soddisfatti della bocciatura della Legge Cirinnà sarebbero i cattolici fondamentalisti e il Vaticano. La legge deve assolutamente passare, anche se non è perfetta. Se no l’avranno vinta, del tutto, i fanatici del cattolicesimo, come da troppi anni ormai in questo paese infimo.
Ecco un articolo che illustra cosa pensano i cattolici di questa legge; chiedere di bocciarla fa solo il loro gioco, anche se lo facciamo perché vogliamo l’estensione esplicita del matrimonio civile alle coppie omosessuali. Deve bastarci quella implicita.
http://www.culturacattolica.it/?id=17&id_n=38375
Alessio Mameli
4 Marzo 2016 @ 18:13
Di Maio propone un referendum per poter chiedere al popolo se è d’accordo o meno con le adozioni da parte di coppie same sex.
Non perché non abbia fiducia nel mio popolo, ma ahimè il popolo italiano è in gran parte ignorante sull’argomento.
Tu chiederesti mai ad un contadino quale sia la differenza tra onde elettromagnetiche e gravitazionali?
Chiederesti mai a un ingegnere cosa ne pensa dell’uso delle cellule staminali per una determinata terapia?
Il concetto è questo.
Chiedere a una massa di ignoranti (su questo tema) come gli italiani significa perdere in partenza.
Se a ciò si aggiunge la campagna di disinformazione che i movimenti cattolici fanno, amen e ciao.
Il referendum lo vedrei perso già in partenza.
E comunque, un referendum sui diritti non è ammissibile.
Qui ci troviamo di fronte a un’assurdità notevole: da una parte il mondo scientifico e della psicologia si rivela favorevole all’omogenitorialitá, dall’altro il popolo dei cattolici e di ignoranti che sono contrari.
Vogliamo ancora spiegazioni in merito?
http://www.nextquotidiano.it/il-pediatra-che-parla-della-cirinna-e-non-conosce-la-legge-sulle-adozioni/
Alessio Mameli
4 Marzo 2016 @ 18:14
In realtà questa legge dovrebbe far coprire di vergogna i politici italiani per la loro ipocrisia.
Infatti, pur di non estendere alle #coppieomosessuali il #matrimoniocivile in modo palese ed ufficiale, si è creata l’#unionecivile che in pratica è la stessa cosa con un altro nome. A me questo compromesso va bene, in quanto si tratta davvero solo di una questione di differenza puramente nominale, tuttavia avrei preferito più più laicità per l’Italia.
Se non si può chiamare “matrimonio” l’unione tra due persone dello stesso sesso, allora si smetta di usare in italiano parole che in latino avevano un altro significato; non dite mai “salario” in riguardo al vostro stipendio; non sia mai che vi paghino con il sale. Non dite mai “penna” in riferimento agli oggetti che si usano per scrivere; non sia mai che ve ne diano una di qualche uccello.
Se si fosse proposto di cambiare la denominazione del “matrimonio civile” in “unione civile”, valida per tutte le coppie, eterosessuali ed omosessuali, sarebbe stato meglio.
Il matrimonio a quel punto sarebbe diventato appannaggio dei Cattolici, ma privo di valore legale, senza una contestuale unione civile. I cattolici confondono subdolamente il matrimonio religioso con il matrimonio civile, ma il secondo è un istituto dello Stato e non dipende affatto dal primo.
Il matrimonio civile non ha niente a che fare con la Chiesa e non deve conformarsi alla sua dottrina.
Esso serve solo ed esclusivamente a riconoscere giuridicamente una coppia come nuova famiglia (“fondata sul matrimonio”= “riconosciuta giuridicamente”) e una famiglia si intende come “società naturale” non in quanto debba essere per forza tra un uomo e una donna, ma in quanto lo stato non può impedire a nessuno di sposarsi; non può vietare i matrimoni interreligiosi e interrazziali; e ora è arrivato anche il momento di non vietare più il matrimonio tra persone dello stesso sesso, anche se lo si chiamasse “Unione Civile”; l’importante è che i diritti e i doveri siano gli stessi per le coppie omosessuali, come per le coppie eterosessuali.
Faccio notare, caso mai ce ne ne fosse bisogno, che la potestà e la volontà di procreare non sono richieste come basi fondanti la validità del matrimonio civile; affinché il matrimonio civile sia valido, basta che le due persone che si sposano esprimano il loro reciproco consenso e lo mantengano, salvo il ricorso al divorzio.
Se i parlamentari avessero esteso il matrimonio civile alle coppie omosessuali, sarebbe stato tutto molto più semplice; sarebbe bastato aggiungere la formula “coniugi di sesso opposto o dello stesso sesso” nell’art. 29 della Costituzione e poi scrivere solo “coniugi” nel codice civile. Troppo difficile per uno stato che non è laico.
Gli emendamenti che il M5S non ha voluto far saltare, erano in prevalenza della Lega Nord e di Giovanardi e Malan e servivano solo per far perdere tempo nella loro discussione col rischio di arrivare tardi e non riuscire più a votare la legge entro il limite di tempo stabilito dal regolamento del Senato, cosa che avrebbe fatto decadere il #DDLCIRINNÀ.
In uno stato laico le leggi non dovrebbero essere fatte per imporre valori morali o divieti aventi come motivazioni solo valori definiti dalla maggioranza del momento come “non negoziabili”. In uno stato davvero laico le leggi andrebbero emanate solo per garantire la libertà individuale in un contesto (promosso dallo Stato) di sicurezza e di coesione sociale.
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1040970232628604&set=a.124082707650699.20859.100001469123450&type=3&theater
Alessio Mameli
4 Marzo 2016 @ 18:16
Omofobia: cosa pensano (davvero) quelli del Family Day (Video di Saverio Tommasi )
Pubblicato il 31 gen 2016
Il Family Day si riunisce al Circo Massimo contro il ddl Cirinnà. La manifestazione “a difesa della famiglia” si dice spinta da valori universali come l’amore, senza alciuna discriminazione di genere nei confronti di chi vive liberamente la propria sessualità. Eppure, a sentire la viva voce dei partecipanti, c’è qualcosa che non quadra. Giudicate voi stessi dalle loro parole.
https://www.youtube.com/watch?v=9oP9KNcUUYs
Alessio Mameli
4 Marzo 2016 @ 18:37
Il movimento di liberazione omosessuale è nato all’interno dell’Occidente perché solo qui c’è stata la rivoluzione sessuale; nelle società non occidentali c’è un pregiudizio secondo cui l’omosessualità sarebbe un vizio occidentale; ciò fa il paio con quanto dicevano i romani dell’omosessualità, considerandola il “vizio greco”.
Io vorrei solo far capire che l’omosessualità non è una scelta, nè una devianza, nè una moda, ma un orientamento sessuale esistente in natura in tutte le specie animali superiori, Uomo incluso e presente quindi anche nelle civiltà extraoccidentali e senza che ciò derivi dall’occidentalizzazione, che al massimo può esportare anche in quei paesi la libertà sessuale. Se un bambino è eterosessuale, anche se vede due ragazzi o due ragazze prendersi per mano, non significa che questo basti a farlo diventare omosessuale.
Che devi dire a un bambino che vede una coppia omosessuale? solo la verità, e cioè che in Natura esistono orientamenti sessuali differenti e che se è vero che la maggioranza dell’Umanità (circa il 90%) è eterosessuale o bisessuale (i bisessuali ammontano ad almeno il 50% della popolazione), è però anche vero che il 10% è omosessuale, cioè ha, sin dalla nascita, attrazione prevalente o esclusiva per le persone del proprio stesso sesso.
Ciò non è nè una devianza, nè una malattia, nè una perversione, ma solo una caratteristica, una questione di personalità e di gusti e niente di più. Per approfondire la questione, ti consiglio di leggere questo saggio di Martha Nussbaum, filosofa morale e teoretica:
http://www.ibs.it/code/9788842816713/nussbaum-martha-c-/disgusto-umanita-orienta.html
Descrizione
Due donne che si baciano, due uomini che fanno l’amore. Disgusto. Nei confronti delle omosessualità la nostra società ha sempre manifestato un’avversione viscerale, che Martha Nussbaum collega al fastidio provato di fronte alle secrezioni corporee, ai rifiuti organici, alla materia in decomposizione.
Proprio sul disgusto si sono fondate, nel tempo, discriminazioni giuridiche e sociali nei confronti degli individui omosessuali: carcerazione, deportazione in campi di sterminio, leggi antisodomia, interdizione al matrimonio. Oggi la politica del disgusto incontra due avversari sempre più influenti: il rispetto e l’empatia. Nella vita sociale e giuridica, commenta Nussbaum, si fa strada la politica dell’umanità, costruita attorno al riconoscimento dell’altro, della sua soggettività, delle sue ragioni, percezioni, emozioni.
“Disgusto e umanità” sfida la società e la politica su vari terreni, dal diritto di famiglia, alle leggi antidiscriminazione, alla legislazione sul lavoro. Sono in gioco i diritti fondamentali, i principi costituzionali. Come quelli dell’eguaglianza di fronte alla legge e delle libertà individuali.
Realtà vitali, che vanno articolate e concretizzate nell’esistenza di ogni cittadino, se vogliamo che le parole della Costituzione non rimangano solo belle parole. Vittorio Lingiardi e Nicla Vassallo dialogano con le tesi di Martha Nussbaum, arricchendole di istanze psicologiche e filosofiche.
Alessio Mameli
4 Marzo 2016 @ 19:38
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**** io sono una sentinella e ti posso assicurare che non sono omofoba, ho amici gay che rispetto e voglio bene. come ho detto ad Andrea Miluzzo, ho a cuore il bambino a cui vengono tolti i diritti, i bambini non sono cose o merce di scambio
Rispondi · M
—-Alessio Giandomenico Mameli
Un’altra “amica” dei gay. Emoticon tongue
Ti sei meritata la riproposizione di questo mio vecchio commento, necessario per spiegarti che l’omofobia non è solo la violenza contro le persone gay e lesbiche (come la “transfobia” non è solo la violenza contro le persone transessuali, ma anche la discriminazione sotto qualsiasi forma).
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Fintanto che il parlamento sarà ancora pieno di cattolici conservatori e di omofobi di varia risma, non ci sarà alcuna legge contro l’omofobia.
Tuttavia, legge contro l’omofobia proposta da Scalfarotto in realtà è controproducente, dato che darebbe fin troppa libertà di discriminare le persone omosessuali agli omofobi che si limitino a dire la propria opinione in merito all’omosessualità, anche se sbagliata e denigratoria.
In Parlamento cercano di ridurre l’omofobia alla sua fattispecie violenta, ma in realtà sotto di essa c’è un nucleo ideologico, che, sia pure in modo non violento, discrimina le persone omosessuali. Già il mero fatto di considerare l’omosessualità un problema è omofobia. Farlo, dà agli omofobi violenti la convinzione di essere legittimati dall’opinione pubblica (come avviene in Russia, dove l’omofobia è addirittura fomentata dallo Stato, mediante la legge che ha impedito alle associazioni LGBT di difendere i diritti delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali).
Confondere la natura (“tutto ciò che esiste o che potrà farlo”) con la morale (“ciò che dovrebbe essere secondo un certo sistema di valori”) e in base a questa confusione tra natura e morale, recriminare contro il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali, è omofobia.
E agli omofobi dico:
Poco importa se poi, per dire una frase che vi mostri più intelligenti di ciò che siete, sostenete che “i gay possono convivere” (e ci mancherebbe altro che glielo vietaste) …. “meglio che non si bacino per strada, ci sono i bambini e possono vederli” ( Emoticon confused come se i bambini potessero diventare omosessuali vedendo due uomini che si baciano; e, soprattutto, come se si potesse diventare omosessuali e non semplicemente esserlo e basta). “ho tanti amici gay”:(e chi se ne frega se poi li consideri inferiori a te?) .
https://www.facebook.com/notes/alessio-giandomenico-mameli/perch%C3%A9-serve-una-legge-contro-lomofobia/208725602501140?pnref=lhc
Conversazione tratta da:
http://www.lgbtnewsitalia.com/militaregay-sentinelle/