Lettera da Baltimora
Scrivo queste righe rientrando da un breve viaggio a Baltimora, Maryland: in me l’eco di storie di splendore e di degrado, di rinascita e criminalità, di politica e religione. Due le immagini che mi sono rimaste più impresse nella mente: l’entusiasmo all’aeroporto dei comitati di accoglienza di alcune truppe che tornano dall’Afghanistan: bandiere e cartelli di benvenuto dappertutto, ragazzine bionde che strillano impazzite, Miss Teen Maryland dai tacchi vertiginosi, generosa di sorrisi e foto ricordo ai reduci. Tutto questo, non lo nego mi mette allegria (nonostante siano per me le 5 di mattina). La seconda immagine è solo un frammento: la nostra auto che attraversa una periferia della città a velocità moderata, casette tristi di mattoni, un muro basso, la sagoma improvvisa di un ragazzo che fa capolino col braccio alzato, il rumore di una pietra scagliata sul parabrezza. Ecco dunque che si confermano i luoghi comuni su questo grande Paese. Una nazione che crede in sé, nel proprio mito, nel proprio futuro, che coltiva nel segno della propria bandiera il sentimento di comunità fra popolazioni eterogenee, il trionfo dell’entusiasmo, dell’ingenuità, del kitsch. Al tempo stesso una società dalla violenza nascosta e diffusa, una riconciliazione tra culture e classi sociali che non si è ancora compiuta. Immagini contrastanti lo so, esito nel dire quale sia la più veritiera. Scelgo, infine, quella del Paese che nel bene e nel male esprime vigore ed entusiasmo, passione e volontà malgrado tutto. Una miscela che farebbe del bene anche alla nostra amata Italia.
A Baltimora ho presieduto, insieme a Bray Barnes, una riunione del Comitato Mondiale CICS, con Antony Thng da Singapore, Rolando Rocha dalla Bolivia, Gerry Glynn da Dublino e Hubert Douampo dalla Costa d’Avorio. Tante idee, progetti, programmi, tanti problemi e criticità locali. Continua con entusiasmo l’organizzazione di un grande incontro mondiale a Gerusalemme nel gennaio 2015 insieme agli scout cattolici, ortodossi, protestanti, ebrei e mussulmani. Il motto è “keep the lamp burning” , tradurrei : tieni viva la tua fiamma. Un messaggio per gli scout certo ma che potrebbe essere esteso anche a tante altre situazioni: tieni viva la fiamma della tua fede, delle tue convinzioni, della tua voglia di cambiare il mondo con la forza di un sorriso, di dare un calcio all’impossibile, di impegnarsi concretamente per rimuovere alcune strutture di ingiustizia e di degrado, di promuovere un benessere sociale più diffuso. Parole ingenue da boy scout? Può darsi, il tempo dirà cosa saremo stati capaci di fare, della qualità dei nostri sogni e della nostra volontà di realizzarli. Di questo scriverò ancora molto nelle prossime news.
Rientro in Italia, sosta tecnica a Milano, cambio valigia e poi a Roma direzione Senato. Cosa è successo di rilevante dopo l’ultima Roberto’s e-voice? Segnalo: Dopo l’approvazione definitiva del Parlamento il Governo ha varato il decreto che rende disponibili 40 miliardi di Euro per i pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione nei prossimi 12 mesi. Si tratta di una manovra di rilevante entità economica che se attuata celermente dovrebbe dare un effettiva boccata d’ossigeno (anche qualcosa di più) a tutte quelle imprese che dopo aver vinto – spesso con grande impegno e fatica – gare d’appalto e lavorato per lo Stato non hanno poi ricevuto nemmeno un centesimo e si trovano ora a a rischio di dover chiudere (se non lo hanno già fatto). Verranno pagati prima i debiti più vecchi poi quelli più recenti, prima quelli verso le imprese poi quelli verso le banche. I comuni virtuosi che hanno liquidità in cassa potranno pagare subito, gli altri dovranno chiedere un prestito al Ministero dell’economia che li erogherà direttamente o attraverso la Cassa Depositi e Prestiti. Che si debba fare presto ce lo ricorda anche la cronaca in certi casi davvero dolorosa: nessuno di noi può dimenticare la vicenda dei tre imprenditori che si sono tolti la vita per problemi economici a Civitanova Marche e già siamo raggiunti da notizie altrettanto tragiche in Sardegna, Lombardia e Veneto. Di fronte a questi fatti tragici l’impressione di essere finiti in un vicolo cieco dal punto di vista politico è particolarmente frustrante anche per chi è come me appena arrivato in Senato. Con alcuni amici “renziani” abbiamo cercato di dare un segnale che considero doveroso dal punto di vista sia morale che politico presentando subito un disegno di legge per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti che oggi viene chiamata “rimborso spese elettorali”: peccato che per avere i soldi non ci sia bisogno di alcun giustificativo e presumibilmente neppure di alcuna spesa. In pratica è un vero e proprio finanziamento in barba al referendum che lo aveva abolito alcuni anni fa. La nostra proposta è di rendere volontario (e non automatico come è oggi) il contributo ai partiti, applicando un meccanismo che riconosce un credito di imposta fino al 95% per chi volesse fare una donazione sino a 2000 Euro. Vogliamo quindi privilegiare i piccoli contributi, anche di poche decine di Euro. Dunque l’esatto contrario di quel che hanno sostenuto alcuni dirigenti del PD forse male informati secondo i quali si vuol permetter di fare politica solo ai ricchi e a chi dispone di grandi patrimoni. La nostra proposta punta sul contributo e la partecipazione di tanti piccoli finanziatori, dunque un sistema di popolo e non di élite o di casta (che con il sistema attuale si assai diffusa). Avevamo detto in campagna elettorale che ci saremmo battuti per cancellarlo e questo dunque stiamo ora facendo. Anche se la cosa non è stata condivisa dai cosiddetti “Saggi” nominati da Napolitano e tantomeno a numerosi colleghi senatori che sembra si siano piuttosto adirati per questa nostra iniziativa noi insistiamo (ecco il nostro comunicato). Forse qualcuno non ha ancora ben chiaro che se non siamo capaci di dare una vera sterzata che – attraverso comportamenti più sobri e coerenti – ridia credibilità alla classe politica, qui in gioco non entreranno solo i soldi alle casse dei partiti ma l’intero sistema democratico. Alcuni segni, alcune crepe ci sono già e sono assai preoccupanti.
Stupisce dunque che in questa situazione alcuni esponenti di primo livello del Partito Democratico trovino il tempo di polemizzare con espressioni grevi al limite dell’insulto e cadenza ormai quotidiana con il Sindaco di Firenze il quale, dopo aver dato generosamente tutto il sostegno che poteva all’attuale Segretario, si trova ad esserne premiato con epiteti gratuiti e degradanti. Viene oggi rimproverato a Matteo Renzi di dire a voce alta ciò che i cittadini (e francamente diciamolo: anche i Deputati e i Senatori) si dicono ogni giorno sull’autobus, in ufficio, nelle pause caffé. Sembra ancora una volta di rivivere la storia del bambino che ebbe il coraggio di dire al passaggio del sovrano che il re era nudo. Se poi qualcuno che aspira al seggio più alto della Repubblica non si fosse riconosciuto nelle parole a volte impertinenti del sindaco più popolare d’Italia aveva un’ottima occasione per replicare con quel garbo e quell’ironia che ci si aspetta dalla più alta carica dello Stato. A quest’ultima spetterà di dipanare nel prossimo settennato ben altre e più complesse situazioni. Un’occasione che poteva dunque dimostrare che di quella carica si era meritevoli candidati. Spiace dirlo ma purtroppo quell’occasione è andata decisamente sprecata. Guardiamo adesso a come si svilupperanno i fatti nelle prossime ore. Fervono in questo momento colloqui, telefonate e incontri di ogni tipo. Da come riusciremo ad eleggere il Presidente della Repubblica si capirà se riusciremo a formare subito dopo un Governo duraturo e le sorti di questa legislatura nata con le gambe gracili. Nonostante tutto guardiamo al futuro con ottimismo e la voglia di fare del nostro meglio. E’ il meglio che possiamo fare.
mila
16 Aprile 2013 @ 17:22
Ma perche’ il pd si deve sempre far male da solo?
Essenzialità… in questi giorni mi piacerebbe che si ricordassero i nostri principi fondamentali: sobrietà, essenzialità, concretezza.
A volte mi sembra che si parli per essere ascoltati e non per esprimere un concetto concreto, sobrio , fattivo….
Che bisogno c’era di alzare inutili polemiche da una parte e dall’altra?
Noi, popolino che soffre, vediamo l’Italia che continua a rotolare su una pericolosa china e sembra che le scelte che vengono fatte, ci facciano solo rotolare sempre piu’ giu’, in un baratro infinito…..
Noi che ci occupiamo di ricerca siamo persi in scelte sempre piu’ demenziali.. sempre piu’ costose, sempre piu’ autolesive….che angoscia!
Non vedo l’ora di vedere il fondo del baratro per poter impegnarmi nello sforzo collettivo di risalire tutti insieme la china … passo passo, a fatica… ma risalire…
E se riprovassimo tutti contare fino a 100 prima di parlare …. magari evitiamo inutili tensioni e dedichiamo piu’ tempo a trovare un appiglio per frenare la discesa libera….
Buon lavoro caro Roby!
Con affetto
Mila