Ho inaugurato un nuovo spazio dove condividere alcune riflessioni sull’attualità politica e non solo su HuffPostItalia.
Ecco il link per leggere il primo articolo pubblicato ed un abstract del testo:
“Scorrono sui monitor le immagini agghiaccianti degli ultimi attentati: le panche insanguinate della chiesa copta di Tanta a Nord del Cairo, le lamiere contorte della metropolitana di San Pietroburgo, i volti sorpresi e inorriditi dei cittadini di Stoccolma. Che si tratti di Nizza, di Londra, di Berlino, di Parigi, di Istanbul, di Alessandria o di Mogadiscio sono tutti attentati che hanno in comune l’assoluta imprevedibilità degli obiettivi e degli strumenti con i quali vengono compiuti: un camion lanciato tra la folla, un’ auto che procede a zig zag su un ponte, un kamikaze nascosto in un corteo.
Bene ha fatto il ministro Minniti a mettere in evidenza questa caratteristica intervenendo alle celebrazioni per il 165esimo anniversario della scuola di Polizia. Non si può negare d’altronde che il terrorismo porti in sé come dimensione congenita quella dell’imprevedibilità: tutti devono sentirsi minacciati, tutti devono avere paura, nessuno può ragionevolmente pensare di essere al sicuro. Sulla paura diffusa nascono e prosperano interi movimenti di opinione e partiti politici e le ricette che essi propongono, di tipo prevalentemente repressivo, contribuiscono a loro volta a creare allarme tra la popolazione. La domanda che è giusto porsi è se tali politiche siano efficaci ai fini della prevenzione degli attentati e quindi della sicurezza dei cittadini. In altre parole se, a fronte di una minaccia terroristica sempre più invisibile perché portata da lupi solitari, da gruppuscoli dotati di elevatissima autonomia che fanno riferimento all’ISIS o ad Al Qaeda più come ad un riferimento ideale politico-religioso che ad una struttura organizzativa articolata a livello internazionale, ebbene se tali politiche che si traducono nella costruzione di una sorta di cordone sanitario fatto di barriere fisiche e giuridiche verso chi si avvicina ai confini europei, siano davvero in grado di proteggerci o non siano, invece, addirittura controproducenti… (continua a leggere) “