Naufragi, Tifoni, Decadenze e altri disastri
Dunque siamo arrivati alla vigilia del voto sulla decadenza. Il presidente del Senato, per indicare l’argomento in discussione domani, usa l’espressione un po’ curiosa del “Seggio contestato nella Regione Molise”. In realtà sappiamo tutti benissimo che questo voto riguarda la decadenza del senatore Berlusconi, il quale tornerà ad essere un cittadino come tutti gli altri, né più né meno. Sono ormai settimane, in modo parossistico da due giorni, che il Centro Destra si prepara a questo appuntamento preannunciando opposizioni, mozioni, risoluzioni, ordini del giorno e sfracelli vari. L’impressione è quella di osservare i passeggeri di una nave che affonda: chi impreca, chi urla, chi se la ride, chi si sbraccia.
Trovandomi ad essere spettatore di questo spettacolo abbastanza surreale mi scopro a pormi due domande. Prima domanda: il vero dramma non sta tanto nel destino individuale di un uomo politico che va incontro (francamente con un certo ritardo) al destino che qualunque altro parlamentare nel mondo occidentale avrebbe già sperimentato da tempo quand’anche i reati contestati fossero molto meno gravi di quelli per i quali egli è stato condannato. Neppure il dramma che mi preoccupa è quello di una formazione politica che rimarrà acefala e con molti punti interrogativi riguardo al suo futuro. No, il vero dramma è quello che il centro destra, pur di salvare o quantomeno di dimostrare fedeltà al suo leader storico non esita a far precipitare nel baratro tutto il nostro Paese, a votare contro una legge di stabilità (una volta si chiamava finanziaria) che esso stesso ha contribuito a scrivere (imponendo delle scelte molto discutibili come quella sull’IMU), che l’Europa ci implora (talvolta ci ingiunge) di approvare in fretta e senza la quale perderemo molti dei benefici che ci siamo conquistati con anni di sacrifici e rinunce; che non esita a minacciare di far cadere il Governo, ad attaccare il Presidente della Repubblica, ad aggredire giornalisticamente con il noto “metodo Boffo” tutti coloro che osano dissentire dalla strategia dissennata del “Muoia Sansone con tutti i Filistei”. Povera Italia, ma non abbiamo già patito un discredito internazionale sufficientemente grave? Non abbiamo penato abbastanza? Quanti ulteriori gradini dovremo scendere verso il ridicolo e il declino?
Seconda domanda: è possibile che la vicenda di un singolo uomo politico abbia oscurato, sui giornali e sui media, le vere tragedie che hanno colpito il nostro Paese e il nostro Pianeta? Già sono spariti dalle notizie dei giornali le storie di coloro che tutto hanno perduto per colpa del terribile tifone che ha colpito la Sardegna. Dimenticata è la tragedia che ha seminato morte e distruzione nelle Filippine, il più grave dell’ultimo secolo. Dimenticata è la Guerra in Siria e la sua scia di morti tossiche, delle decapitazioni, delle vite di tanti giovani falcidiate. A picco nella memoria la vicenda dell’imbarcazione naufragata davanti al porto di Lampedusa costato la vita a 366 persone. Era solo il 3 ottobre scorso….
Ma che mondo è il nostro che accetta con indifferenza un capovolgimento dei valori morali fondamentali e considera più importanti i capricci di un vecchio miliardario circondato da ragazzine compiacenti e cortigiani zelanti alle vite spezzate di tante donne e tanti uomini che a prezzo di mille sacrifici e sofferenze si spingono attraverso i deserti e i mari, sfidando i trafficanti di uomini e bande di criminali a raggiungere una spiaggia con il sogno di un pezzetto di dignità, di pane e di libertà? Nell’accettare con fatalismo e rassegnazione questa inversione delle priorità e dell’ordine morale delle cose è tutta la nostra società che sprofonda nell’abominio. L’indifferenza, l’atarassia verso questi autentici drammi è la nostra condanna, la nostra palude, l’autentico abisso, il vero naufragio, il disastro che anche questa vicenda parlamentare ci ripropone e dal quale sembriamo non voler fare nulla per sfuggire.
Alessandro Gandini
26 Novembre 2013 @ 21:14
Caro Roberto, condivido in pieno queste tue considerazioni.
Spesso resto esterrefatto di fronte all’indifferenza di tanti tra coloro che siedono in parlamento, verso i reali problemi di questo nostro derelitto Paese: così ricco di arte, cultura, storia, che ha dato la vita a personaggi dalle menti eccelse, ma che allo stesso tempo è popolato, talvolta governato, da soggetti senza morale, né dignità. Da tempo ormai ho perso la speranza di lasciare ai miei figli un posto migliore di come ce l’hanno lasciato i nostri genitori, ma non per questo rinuncio a combattere e a rimboccarmi le maniche per cercare di smentire me stesso. Forse perché so che ci sono tante altre persone come me. E come te.
Caro Roberto, sostieni con perseveranza le tue idee di giustizia e onestà. Meglio perdere una poltrona che la dignità.
Di cuore, ti auguro buon lavoro,
Alessandro
Luciano Corradini
1 Dicembre 2013 @ 12:37
Sono lieto di leggere queste considerazioni chiare e sofferte, scritte da un senatore di cui non conoscevo nulla. Ho letto il suo profilo biografico e professionale, sono favorevolmente impressionato e gli auguro solo di non scoppiare per le molte cose che fa. E vorrei che contribuisse a togliere quel freno a mano che blocca il processo del governo della Repubblica e dell’Europa. Auguri da un vecchio collega, amico di Lombardi e di Balboni, ormai bisnonno ma non rassegnato al peggio.