11 Comments

  1. Lorenzo
    7 Giugno 2013 @ 09:04

    Grazie Roberto.
    Sono un vecchio (nel senso anagrafico) scout, e rileggendo le tue righe mi trovo a pensare a quanto sia stato bello zizzaggare tanti anni in questa magnifica realtà dello scoutismo che dev’essere fatta di persone, di esperienze e non di codici.

    Un abbraccio e buona strada, vado a togliere un po’ di polvere alla mia promessa.
    L.

    Reply

  2. Christian
    7 Giugno 2013 @ 18:34

    Uao .. Uao Uao .. Grazie .. ogni volta leggerti mi dà rinnovata fiducia ed entusiasmo ..

    Reply

  3. Michele
    19 Giugno 2013 @ 19:57

    Ciao Roberto,
    sono anch’io uno scout sessantacinquenne, con il mio zanio sulle spalle e un bel pò di ragazzi da seguire, ma non smetto pechè quando si è scout si è per tutta la vita!!! Comunque devo zig-zagare anche perchè al parroco dove l’associazione è allocata, lo scautismo non piace, è un neocatecumenale con tanto di suv e profumo all’ultimo grido….!!! che ne pensi…!!!
    Ti saluto con la mano sinistra e ti auguro buona strada
    Michele
    p. s. se vuoi puoi contattarmi michelecolonna@libero.it

    Reply

  4. Salvatore Petrelli
    15 Agosto 2013 @ 10:39

    E’ ancora vivo il ricordo di quel ferragosto in partenza per Parigi per la GMG con sul tuo volto la preoccupazione di chi, sentendo la responsabilità del coordinatore, sa di avere il bastone e la bisaccia per guidare il cammino ad un “popolo”. Ho seguito spesso le tue riflessioni su Servire soprattutto quando ero in servizio attivo nell’Agesci. Anche oggi volentieri mi piace fermarmi a seguire l’associazione attraverso la stampa come attraverso ragazzi e capi che incontro. Lo ero già prima convinto come lo sono ancor più oggi delle diverse sfaccettature che come “capi” abbiamo sempre dato, oggi alla luce anche degli imput di Papa Francesco, mi rendo conto che nella buona formazione c’è bisogno di tanto silenzio al pari di tanta testimonianza più che di regolamenti rigidamente vincolanti. Grazie e buona strada all’Agesci e a te Roberto.
    Salvatore Petrelli

    Reply

  5. lucio Cosmo
    19 Novembre 2013 @ 19:19

    Un capo della mia CoCa ha letto l’articolo e mi ha detto che gli sono venuto in mente. Roberto ti ringrazio per aver scritto questo racconto, perchè io ho sempre inteso così lo scoutismo. Tessuto di vite che si intrecciano, meraviglioso patch-work di aspirazioni, sentimenti, voglia di crescere… per i regolamenti ci sono quelli più bravi di me. Io preferisco zig-zagare.

    Reply

  6. Berardo Diodati
    18 Dicembre 2013 @ 14:10

    Grazie Roberto!
    Quant’è vero che il capo zig zag ti guarda in modo diverso, uno sguardo di amore che ti affascina, quant’è vero che si interessano a te e i problemi dei ragazzi diventano i loro!!!! Ma quant’è bello riconoscere tra di noi i capi zig zag!!!
    Noi a Giulianova ne abbiamo perso uno e domani ricorre un mese dalla Partenza del nostro caro Sergio…il nostro capo zig zag, poche parole pochi applausi, pochi Suoni, ma tanta testimonianza tanto esempio che oggi Tuona!!!
    Voglio condividere con Voi un articolo in Suo ricordo!
    http://www.agesciabruzzo.it/il-ricordo-di-fratello-caro-sergio-scoiattolo-rosicante/
    Grazie e Buon Natale a tutti Voi!
    Anch’io preferisco zigzagare!

    Reply

  7. Giovanni Palagi
    20 Dicembre 2013 @ 19:07

    2014, e ancora zig-zagando è di nuovo Route! Quanti anni dal Monte Amiata e quanti da Villetta Barrea … sempre zig zagando (non senza qualche ruzzolone). E siamo ancora qui per “proseguire il cammino” sempre zig-zagando sì, ma con una canzone sulle labbra e il Giglio nel cuore. Buona Strada a tutti i capi “a Zig-Zag” di ieri di oggi e di domani.

    Reply

  8. Luca Caratti
    5 Marzo 2014 @ 10:38

    Ciao Roberto, sempre un piacere leggerTi. grazie.
    a presto
    Luca

    Reply

  9. Livia
    6 Marzo 2014 @ 10:18

    Pochi capi sanno essere così, e purtroppo questo modo di essere capo è così assorbente che non tuttipossono essere così o bisogna fare grandi sacrifici e compromessi. Non mi meraviglia leggere commenti di solo capi uomini, non è un caso.

    Reply

  10. Luigi
    6 Marzo 2014 @ 11:54

    Scusate ma i capi non a zig zag come guarderebbero i ragazzi quindi?

    Reply

  11. Ci sono Capi a zig-zag – WebRadioScout – Sulle onde dello Scautismo
    2 Gennaio 2021 @ 22:44

    […] “Si sa: prima ci sono quelli quadrati, quelli tondi, quelli a forma di pera…. Ci sono i Capi con la bacchetta e quelli con il regolamento in mano. I Capi che hanno studiato il progetto, quelli che hanno fatto il corso, quelli che hanno letto tutti i numeri di Servire…. Sto parlando dei Capi con le strisce, magari con le bandierine, senz’altro di quelli con il questionario e con la griglia. I Capi che ti mettono in cerchio e dopodiché anche in riga. Dei Capi che con voce calma e suadente ti spiegano che i modelli-unitari-dettagliano-i-contenuti-imprescindibili-e-prioritari-affinché-lo-spessore-culturale-e-la-dimensione-vocazionale-contribuiscano-alla-competenza-metodologica-eccetera-eccetera-eccetera …. (Amen!). Grazie, grazie. Grazie davvero tantissime. Tutto questo è molto bello, molto educativo, molto giusto. Non ci permetteremmo mai di metterlo in dubbio. Come potremmo d’altronde? Tonnellate di scienza educativa, centenari di proposte pedagogiche, reti globali di interconnessioni tra agenzie educative…tutto dalla loro parte…. Ma poi zitti, zitti, arrivano loro (noi?). Chi ? i Capi a zig-zag. Con i capelli al vento, la faccia sporca di sole e l’aria di chi se ne infischia. Non molti. Anzi pochi. Chi lo sa! Magari due o tre. Forse di più. Imprevedibili, come le zanzare. Indefinibili come i macheruali. All’improvviso, come i temporali. Zig-zag, quasi non te ne accorgi. Ma dov’erano? Prima non c’erano. Anzi, no: erano già lì, che guardavano, con un filo d’erba tra i denti; sì mi sembra che fossero lì, in fondo alla via. E chi guardavano? Guardavano te. E perché? Non si sa. Ne sei sicuro? Non lo so ma quasi ci spero. Ma che succede? Niente. Niente. Cos’è questo strano rumore? Forse solo che gira un po’ il vento della vita. Si aprono le finestre, si può guardare più lontano, entra ossigeno nella stanza (nasce timido un piccolo desiderio di scendere per strada e di mettersi a cantare…). Ma aspetta, ancora non si può. Ecco qui, c’è un Capo a zig-zag che si…”(continua a leggere) […]

    Reply

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.