Noi siamo l’Italia che dice sì
Qui trovate l’intervento del Presiente del Consiglio alla festa nazionale de L’Unità a Milano.
Qui trovate l’intervento del Presiente del Consiglio alla festa nazionale de L’Unità a Milano.
Ieri sera in Senato abbiamo approvato il ddl n. 1997, di conversione del decreto-legge n. 99, sulla partecipazione italiana all’operazione militare “Eunavfor-Med”.
Il provvedimento autorizza, dal 27 giugno al 30 settembre 2015, la spesa di 26 milioni di euro per la partecipazione all’operazione militare europea decisa dal Consiglio dell’Unione europea il 18 maggio scorso con l’obiettivo di avviare smantellare il traffico di migranti.
L’operazione, guidata dall’Italia, sarà condotta per fasi successive: inizialmente si procederà all’individuazione e al monitoraggio delle reti di migrazione attraverso la raccolta di informazioni e il pattugliamento in alto mare. La seconda e la terza fase, che prevedono la possibilità del fermo, sequestro, dirottamento e distruzione delle imbarcazioni, richiederanno il consenso dello Stato libico o l’autorizzazione del Consiglio di sicurezza dell’ONU.
“Eunavfor-Med” opererà in coordinamento con altri organi e agenzie dell’Unione, in particolare Frontex, Europol, Eurojust.
Il testo passa alla Camera dei deputati.
Qui l’atto del Senato.
Qui il dossier: Le operazioni militari navali nel Mediterraneo.
Qui la nota di letturaa Servizio Studi Bilancio: A.S. 1997: “Conversione in legge del decreto-legge 8 luglio 2015, n. 99, recante disposizioni urgenti per la partecipazione di personale militare all’operazione militare dell’Unione europea nel Mediterraneo centromeridionale denominata EUNAVFOR MED”.
Questa mattina ho partecipato alla trasmissione Agorà in onda su Rai 3.
Oggetto del dibattito: il sequestro dei quattro dipendenti della ditta Bonatti in Libia che riporta in primo piano l’instabilità del Paese nord africano, dove molte aziende italiane e in primo luogo l’Eni continuano ad avere interessi economici importanti; la crisi della Libia post Gheddafi che si intreccia con la presenza dell’Isis nella regione e con la difficile gestione dei flussi migratori verso le nostre coste.
Qui il video della puntata.
Questa fotografia mostra l’inizio dei lavori intrapresi in Ungheria per costruire il muro anti-immigrati. E’ la stessa fotografia postata pochi minuti fa su Facebook da Matteo Salvini che la accompagna con una frase di apprezzamento per l’intraprendenza del governo di Budapest. Io vorrei invece commentarla con le parole usate da Francesco in occasione dell’anniversario della caduta del muro di Berlino: “Dove c’è un muro, c’è chiusura di cuore! Servono ponti, non muri!”
“Un ebreo non ha forse occhi? Non ha mani, organi, membra, sensi, affetti e passioni? Non si nutre dello stesso cibo di cui si nutre un cristiano? Non è ferito dalle stesse armi, non è soggetto alle stesse malattie, non è curato e guarito dagli stessi rimedi? e non è infine scaldato dalla stessa estate e gelato dallo stesso inverno che un cristiano?” (Shakespeare, “Il Mercante di Venezia”)
Vi propongo la lettura di questo interessante approfondimento a cura dell’Ufficio Studi e Ricerche – Gruppo PD – Senato, intitolato “COSI’ LONTANI, COSI’ VICINI”, una selezione di articoli e saggi inerente alle politiche per l’integrazione.
Il 25 e il 26 giugno si è tenuto a Bruxelles il Consiglio europeo.
Le discussioni dei leader europei si sono concentrate prevalentemente sulla Grecia, sul problema dell’immigrazione e sul futuro del referendum nel Regno Unito.
Quanto alla questione migratoria, si è trovata l’intesa sulla ripartizione in 2 anni dei 40 mila migranti sbarcati in Italia e Grecia nonostante l’opposizione di alcuni Paesi dell’Est tra cui Polonia Repubblica Ceca e Lituania che premevano per una ripartizione su base volontaria.
Il Consiglio ha poi definito una politica di rimpatrio per i migranti che non sono legittimati ad entrare nell’UE sottolineando a tal proposito l’esigenza di rafforzare i poteri di Frontex per contribuire al rimpatrio dei migranti illegali.
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al termine del vertice, ha commentato:«Abbiamo raggiunto un accordo importante per 40 mila persone. Poteva essere più ambizioso ma finalmente c’è una politica europea e non dei singoli Stati».
Nella seconda sessione di lavoro del 26 giugno sono state invece affrontate tematiche legate alla sicurezza, specie alla lotta al terrorismo, e questioni di governance economiche.