In ricordo di Aldo Moro, celebrando l’Europa.
“Proprio perché si tratta di un fatto decisivo, penso che noi dovremmo chiedere che esso abbia il suo naturale complemento in una politica comune di movimento e di progresso, cioè una iniziativa che non si limiti a potenziare la ricchezza dov’è, ma sappia equilibrare e fare giustizia. (…). E così è da attendere che i ceti più depressi siano sollevati, le parti sociali viste nella loro dignità, la cultura diffusa, la gioventù valorizzata in un libero movimento e contatto, al di là degli antichi confini, una cittadinanza europea, sia pure per una graduale attuazione, riconosciuta (…)”.
Queste sono le parole pronunciate da Aldo Moro parlando di Europa. Oggi ricordiamo il tragico delitto Moro e celebriamo l’Europa.
Le parole di Moro sono quanto mai attuali, sembrano ispirate da quella necessità di far fronte compatto contro tutte quelle forze populiste, contro chi oggi vorrebbe alzare muri per difendere i confini e disgregare l’Europa. Il senso di comunità ispirato dal cattolicesimo democratico si rintraccia in ogni parola di Moro, che già allora predicava la costruzione di una Europa comunitaria e non solo finanziaria.
Moro pensava ad una Europa forte, democratica e rappresentativa, “un’unione aperta alla collaborazione internazionale” a e con questa determinazione contribuì alla riforma che, nel 1979, portò alla prima elezione del Parlamento Europeo a suffragio universale.
“Nessuno è chiamato a scegliere tra l’essere in Europa e essere nel Mediterraneo, poiché l’Europa intera è nel Mediterraneo” affermò Moro il 6 dicembre 1973 durante il suo discorso al Senato.
Mai come oggi questo ricordo è vero monito, perché il Mediterraneo ed i suoi figli sono ancora oggi sofferenti e morenti, naufraghi in un mare di terrore e di disumanità. Oggi queste parole vibrano ancor più nella Sala Aldo Moro del Parlamento Europeo.
Ad Aldo Moro, a Peppino Impastato, agli agenti della scorta, all’Europa, a tutti i figli del Mediterraneo.