Dare concretezza alla libertà di stampa
Nei giorni scorsi sono stato relatore su due decreti attuativi della legge sull’editoria.
Il primo riguarda la possibilità per i giornali di accedere al fondo per il pluralismo dell’informazione: la Commissione affari costituzionali ha accolto la mia proposta di modificare il decreto del Governo in modo da consentire ad un maggior numero di giornali di beneficiare ai fondi previsti dalla legge sull’editoria (di cui pure ero stato relatore alcuni mesi fa). Un modo quindi per dare attuazione concreta e non solo a parole ad una libertà di stampa minacciata da una crisi gravissima del settore che rischia di far chiudere molte testate;
Il secondo riguarda la composizione dell’Ordine dei giornalisti (opportunamente ridotto nel numero da oltre 150 componenti a 60 dalla legge sull’editoria di cui ero stato relatore) in modo da dare piena rappresentanza a tutte le regioni e alle minoranze linguistiche. anche in questo caso la Commissione ha accolto le mie proposte e ho ricevuto segnali di grande soddisfazione da parte del mondo della carta stampata.( v.d. dossier su L 198/2016).
Sullo stesso tema alcuni mesi fa ero stato il presentatore dell’emendamento che metteva un tetto agli emolumenti dei direttori dei giornali e delle TV (compresa la RAI) che ricevono fondi pubblici. Mi sembra il modo corretto per tutelare da un lato la libertà di stampa e dall’altra impedire uno spreco dei fondi pubblici.
Sono contento di parlarne oggi in cui si celebra la Giornata mondiale della libertà di stampa. La cronaca quotidiana ci rende noti ogni giorno episodi di minaccia e compressione della libertà di stampa e di espressione ( e del diritto ad una corretta informazione) che rendono quanto mai attuale la necessità di lavorare affinchè la stampa possa essere libera nel proprio esercizio.
Nel tempo delle fake news troppo spesso la verità pare essere al servizio di una utile bugia. A preoccupare ancor di più è il tenore con il quale alcuni movimenti politici tentano di mascherare la propria indole oscurantista con notizie false e nocive del diritto all’informazione dei cittadini, ignorando che il diritto alla libertà di stampa e di espressione non può prescindere dal rispetto di quelle regole alla base del buon giornalismo che produce informazione di qualità.
L’UE in questo senso sta agendo da soggetto politico a tutela della stampa libera e dei diritti umani degli operatori che vogliono esercitare il proprio diritto ad informare e dei cittadini ad essere informati in piena ottemperanza con gli obiettivi dell’agenza 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Il lavoro in corso in Senato con il decreto sull’editoria segue proprio l’indirizzo dettato dalla UE, ovvero si impegna a garantire il pluralismo e la libertà di stampa ponendosi l’obiettivo di ridefinire la disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici attraverso la previsione di misure orientate a favorire la pluralità e l’indipendenza dell’informazione, l’innovazione dell’offerta informativa, in particolare nel campo digitale, il sostegno degli investimenti delle imprese editoriali e la loro capacità di acquisire posizioni di mercato sostenibili nel tempo
Per ogni Ilaria che sogna di essere Giornalista, per il suo coraggio, per la sua libertà.