Bologna, 2 agosto 1980 ore 10.25: per non dimenticare.
Alle 10.25 di ieri mattina, il Senato ha osservato un minuto di silenzio per ricordare la strage di Bologna, uno dei più drammatici attentati terroristici perpetrati in Italia dal dopoguerra che causò la morte di 85 persone.
E’ il trentaseiesimo anniversario. Ed è un anniversario particolare. Perché, dopo 36 anni da quella mattina del 2 agosto 1980, la legislazione italiana mette a disposizione della magistratura uno strumento importante: il reato di depistaggio.
Il 5 luglio scorso, infatti, colmando una importante lacuna del nostro ordinamento, la Camera ha approvato in via definitiva la proposta di legge che ha introdotto il depistaggio, a prima firma Paolo Bolognesi, deputato PD e presidente dell’Associazione vittime della strage di Bologna, associazione che ha dispiegato in questi anni un impegno assiduo e coinvolgente.
Fino ad oggi, il nostro ordinamento non prevedeva un reato specifico di depistaggio ma utilizzava una serie di disposizioni che punivano la condotta di colui il quale in vario modo intralciava la giustizia: falsa testimonianza, calunnia, autocalunnia, favoreggiamento personale, falso ideologico, false informazioni al pubblico ministero.
Nella lotta agli atti di terrore, con cui purtroppo quotidianamente siamo costretti a convivere, il reato di depistaggio costituisce uno strumento concreto, acqua preziosa per la nostra sete di giustizia, di verità e di chiarezza.
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