A Budapest per il Congresso PSE
Eccomi a Budapest per partecipare al Congresso del Partito Socislista Europeo, un nome al quale da qualche tempo si aggiunge l’aggettivo democratico. Un congresso di transizione, organizzato un po’ provocatoriamente in Ungheria, oggi roccaforte di una delle peggiori destre xenofobe europee, una tappa intermedia che dovrebbe portare al prossimo appuntamento ad un cambiamento più profondo. Bastano poche ore per capire che se in futuro si vorrà avere un ruolo di leadership in Europa sarà necessario cambiare molto, molte parole, idee e atteggiamenti. Tema forte quello del lavoro ( “United for Jobs” ) al quale si aggiungono la Pace, la Democratica, l’immigrazione, il ruolo delle donne, dei giovani.
Dopo la rinuncia di Enrique Baron Crespo è stata senza ostacoli l’elezione alla Presidenza di Sergei Stanishev, bulgaro eletto con , maggioranza quasi bulgara (70%). Tra gli ospiti di riguardo Martin Schulz, presidente del Parlamento Europeo, Gianni Pittella, presidente del gruppo parlamentare S&D e numerosi leader europei aspiranti premier nei loro paesi. Per l’Italia importante la presenza di Sandro Gozi, sottosegretario alle politiche europee. Per me un’esperienza nuova, istruttiva, un’occasione per riflettere su come istanze di giustizia e solidarietà siano siano ancora vive e ben presenti nella società europea e al tempo stesso zavorrate da parole d’ordine un po’ grigie e decadenti come i magnifici palazzo di Budapest, memoria di uno splendore vissuto 100 anni fa che oggi appare in tutta la sua sua stanchezza.