4 Dicembre, un anno dopo
4 Dicembre : anniversario di una battaglia referendaria perduta. Onore a chi vinto, viva il popolo che si è espresso. Cosa penso un anno dopo? Che sono orgoglioso di avere fatto quella battaglia, di avere sostenuto una riforma che, ne sono convinto ancora oggi, avrebbe reso il nostro Paese migliore.
Sono fiero di avere avuto un grande leader come Matteo che ha interpretato con una correttezza e un coraggio esemplare quella esperienza così dura, mettendoci ogni giorno la faccia, assumendosi tutte le responsabilità, molte anche non sue.
Sono felice di avere incontrato tanti amici durante una campagna referendaria faticosa e bellissima che mi ha portato per tutta l’Italia, per tutta l’Europa e in Nord America fino a Vancouver. In tutto furono oltre 130 iniziative (dibattiti, presentazioni, confronti…,). L’amicizia e la stima che è nata in quei giorni con chi ho incontrato mi ha guidato in tutto quest’anno e spero che questa ricchezza impalpabile e preziosa delle relazioni umane non si disperda. Un anno dopo tutti i problemi che erano sul tappeto (instabilità dei governi, farraginosità del processo legislativo, conflittualità stato regioni, mancanza di strumenti per aggredire il debito pubblico) sono ancora lì. Qualcuno aveva promesso che in sei mesi avrebbe fatto una nuova riforma: di essa non si è vista neppure l’ombra e siamo ancora solo agli insulti nei confronti di Matteo e di chi, invece di limitarsi a lamentarsi e a imprecare, aveva provato a cambiare davvero qualcosa. Non c’è tempo però per le recriminazioni. Se potessi ritornare indietro rifarei tutto senza la minima esitazione nella convinzione che fosse una battaglia che andava fatta. Oggi ne abbiamo di fronte delle nuove che affronterò con il medesimo entusiasmo e allegria che mi hanno guidato sono ad oggi è che mi fanno pensare che non è certo il tempo (non lo è mai) di lasciarsi cadere le braccia.
Avanti a testa alta, cuore cortese, pensieri limpidi e sorriso sulle labbra.