Sull’elezione del Capo dello Stato: dibattito ad Agorà
Sono giorni di dibattito intenso in vista dell’elezione del Capo dello Stato. Ho avuto modo di scambiare alcune riflessioni nel corso della trasmissione Agorà su RAI 3 che potete trovare QUI.
Sono giorni di dibattito intenso in vista dell’elezione del Capo dello Stato. Ho avuto modo di scambiare alcune riflessioni nel corso della trasmissione Agorà su RAI 3 che potete trovare QUI.
Il binario 21 della stazione Centrale di Milano è tristemente noto per essere stato il punto in cui venivano portati negli anni 1943 – 1945 gli ebrei destinati alla deportazione. I treni blindati erano caricati di persone – al riparo da sguardi indiscreti e nella complicità dell’indifferenza generale – nei sotterranei della stazione e quindi fatti risalire tramite un montacarichi al piano superiore da dove partivano per destinazione Ausschwitz, Bergen Belsen, Mauthausen, Fossoli, Bolzano, Verona.
In quei locali ora è stato realizzato un mausoleo dedicato alla Shoah, l’immane tragedia che viene ricordata con il giorno della Memoria. qui ho assistito al bel spettacolo di musica e ricordi di Eyal Lerner “Che non abbiano mai fine”. Come recita la recensione: “Attraverso prosa e musica verranno raccontati la storia del popolo ebraico e gli eventi della seconda guerra mondiale e della Shoah, con riferimenti alle vicende umane di personaggi storici e in particolare alla vita di Chana Senesh, poetessa ebrea di origine ungherese. Numerosi gli interventi musicali: musica Klezmer dal netto sentore balcanico, con cadenze russe e zingaresche in lingua Yiddish, melodie Sefardite di sapore arabo, nate dall’esilio spagnolo, canzoni israeliane, coinvolgenti ed emozionanti. Lo spettacolo è una occasione per conoscere una cultura, in particolare musicale, ricca, comunicativa ed universale, la cultura di un popolo sopravvissuto a secoli di diaspore e migrazioni, che ha saputo trasformare le avversità in ottimismo, creatività e speranza”
OSSERVAZIONI E PROPOSTE DELLA 14a COMMISSIONE PERMANENTE (Politiche dell’Unione europea)
Ai sensi dell’articolo 144, comma 3, del Regolamento
Sull’atto del Governo:
(Estensore: COCIANCICH)
Roma, 27 gennaio 2015
Schema di decreto legislativo recante attuazione della decisione quadro 2006/960/GAI, relativa alla semplificazione dello scambio di informazioni e intelligence tra le Autorità degli Stati membri dell’Unione europea incaricate dell’applicazione della legge (n. 136)
La 14a Commissione permanente, esaminato lo schema di decreto legislativo in titolo,
considerato che esso reca l’attuazione delle disposizioni della decisione quadro 2006/960/GAI, relativa alla semplificazione dello scambio di informazioni e intelligence tra le Autorità degli Stati membri dell’Unione europea incaricate dell’applicazione della legge, in forza della delega di sei mesi, stabilita dall’articolo 6 della legge 7 ottobre 2014, n. 154 (Legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre);
ricordato che con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, il “terzo pilastro” della giustizia e affari interni è stato integrato nel Titolo V sullo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, e che con il Protocollo n. 36 allegato al Trattato, relativo alle disposizioni transitorie, si è stabilito un periodo transitorio di 5 anni, entro il quale, al settore della cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale, non si applicano le attribuzioni della Commissione ai sensi dell’articolo 258 TFUE (procedure di infrazione) e le relative attribuzioni della Corte di giustizia;
ricordato, pertanto, che la predetta misura transitoria ha cessato di avere effetto a decorrere dal 1° dicembre 2014, e che, a decorrere da tale data, per tutte le misure adottate precedentemente all’entrata in vigore del Trattato – compresa la decisione quadro 2006/960/GAI – la Commissione europea potrà agire in base alle procedure di infrazione, costringendo gli Stati membri al recepimento, e la Corte di giustizia potrà condannare gli Stati membri per inadempimento o violazione del diritto dell’Unione;
rilevata la conseguente urgenza di dare attuazione alla decisione quadro in titolo;
considerato che la decisione quadro si colloca nel solco del Programma dell’Aja del 2005 e mira a semplificare e rendere più celeri le procedure di scambio informativo tra le “autorità incaricate dell’applicazione della legge”, prevedendo la possibilità di rifiutare di fornire le informazioni o l’intelligence solo in determinati casi tassativi, indicati all’articolo 10 della decisione quadro, secondo il cosiddetto “principio di disponibilità”, in virtù del quale i dati rilevanti ai fini di law enforcement possono circolare nel territorio europeo senza risentire dei limiti delle frontiere nazionali e delle diversità ordinamentali;
considerato, a tale riguardo, che la normativa europea introduce elementi di accelerazione prevedendo una procedura unica, rispetto ai diversi strumenti di cooperazione esistenti nell’ambito dell’acquis di Schengen a seconda delle specifiche
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Al Presidente
delle Commissioni riunite 1a e 2a S E DE
27/01/2015 13.48 – pag. 1/2
tipologie di reati o fenomeni criminali, nonché attraverso la fissazione di termini stringenti entro i quali assolvere agli obblighi di comunicazione (otto ore per le informazioni richieste con procedura d’urgenza e sette o quattordici giorni per la procedura ordinaria);
considerato che le procedure previste dalla decisione quadro riguardano unicamente le forze di polizia, ad esclusione di altri soggetti come gli Organismi di informazione e sicurezza (DIS AISE e AISI) o il Reparto informazioni e sicurezza (RIS) della Difesa, e concernono solamente le informazioni già in possesso delle forze di polizia (o comunque accessibili dalle forze di polizia senza il ricorso a mezzi coercitivi quali le attività di investigazione), escludendo qualsiasi obbligo di procedere a reperire informazioni con mezzi coercitivi su richiesta di un altro Stato membro;
valutato che l’attuazione della decisione quadro non comporta un aggravio amministrativo significativo, in quanto incide unicamente sulle modalità procedurali rispetto a canali di scambio di informazioni già esistenti e operanti, incentrati – per l’Italia – sul Servizio per la Cooperazione internazionale di polizia (SCIP) della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno, che viene riconfermato come “punto di contatto” ai sensi della decisione quadro in recepimento;
valutato, inoltre, che lo schema di decreto legislativo non prevede disposizioni che vanno al di là di quanto necessario a dare attuazione alla decisione quadro, salvo che per l’ampliamento dell’ambito di applicazione del provvedimento – in ossequio al criterio specifico di delega previsto dal comma 3, lettera a), punto 3), del citato articolo 6 della legge di delegazione europea 2013-secondo semestre – ai reati connessi al furto di identità relativo ai dati personali, che si aggiungono a quelli di cui all’articolo 2, paragrafo 2 della decisione quadro 2002/584/GAI, relativa al mandato d’arresto europeo;
considerato che la decisione quadro limita l’utilizzo delle informazioni e dell’intelligence, forniti da uno Stato membro, agli scopi per i quali sono stati forniti o per la prevenzione di un pericolo grave ed immediato per la sicurezza pubblica, mentre l’utilizzo per scopi diversi – compreso l’utilizzo nell’ambito di un’indagine penale – è consentito soltanto previa autorizzazione dello Stato membro che li ha trasmessi, in base a quanto consentito dalla sua legislazione nazionale;
valutata la congruità delle disposizioni dello schema di decreto legislativo, rispetto a quanto previsto dalla decisione quadro in titolo,
formula, per quanto di competenza, osservazioni favorevoli con i seguenti rilievi:
valutino le Commissioni di merito l’opportunità di esplicitare, nello schema di decreto legislativo, il principio di cui all’articolo 3 della decisione quadro, secondo cui la comunicazione di informazioni e intelligence alle autorità competenti di altri Stati membri incaricate dell’applicazione della legge non può essere soggetta a condizioni più rigorose di quelle applicabili a livello nazionale per la richiesta e la comunicazione di informazioni e intelligence;
si auspica, infine, che la normativa introdotta con la decisione quadro, vincolante per tutti i Paesi membri, possa rappresentare un effettivo ed efficace rafforzamento della più ampia collaborazione internazionale a contrasto della criminalità organizzata e del terrorismo, che ha visto di recente un fenomeno di forte recrudescenza.
Roberto Cociancich
Musica, allegria, concitazione alla cena di Gala tradizionalmente offerta dall’Ordine degli avvocati di Milano in onore delle delegazioni degli Ordini Europei ma anche un po’ di malinconia in ricordo dell’avvocato Paolo Giuggioli, presidente per quasi 20 anni e da poco scomparso. Le prossime elezioni dell’Ordine saranno in ogni caso un momento di cambiamento e svolta rispetto al passato e questo anche in considerazione delle nuove regole di elezione e di funzionamento degli Ordini
A palazzo di giustizia tra ermellini , avvocati, autorità politiche dipendenti: va in scena la rappresentazione dei grandi temi della giustizia con particolare preoccupazione per l’infiltrazione della ndrangheta nel tessuto imprenditoriale lombardo e la lentezza della giustizia. Certo fa un po’ impressione sentire il Procuratore Generale attaccare il Governo e non fare alcun accenno alla situazione degli uffici milanesi squassati dalla rivalità tra Bruti Liberati e Robredo. Ma certo, la colpa se le cose non vanno è sempre colpa di qualcosa o di qualcun altro. Andiamo avanti così, ancora un altro anno.
L’emendamento Esposito è un testo di poche righe che ha consentito di precludere (cioè di non passare alla discussione) di quasi 35.000 emendamenti che erano stati rovesciati nella discussione sulla legge elettorale. I presentatori degli emendamenti non l’hanno presa bene e hanno accusato la maggioranza di trucchi e imbrogli. Ovviamente per loro era perfettamente legittimo e non era un trucco presentare un numero tale di emendamenti che se fossero stati tutti effettivamente discussi e votati avrebbero impegnato il Parlamento in una discussione di oltre sei mesi. Neppure costituiva un problema il fatto di avere votato l’emendamento del senatore Gotor che aveva la stessa struttura riepilogativa di quello Esposito Insomma: due persi e due misure.
QUI il video del mio intervento in aula
Qui di seguito il testo dell’intervento.
COCIANCICH (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà, così finalmente ci illustra la posizione.
COCIANCICH (PD). Signor Presidente, intervengo a nome del Gruppo del Partito Democratico.
Sarò estremamente breve, ringraziando anzitutto il senatore Sposetti, che credo aveva lanciato una proposta che mi sembrava di estremo buon senso e che sicuramente, se fosse stata accolta, avrebbe consentito quel dibattito che molti, a parole, auspicano, ma che poi nei fatti non praticano. Mi riferisco a quel dibattito che è stato reso impossibile – è bene ricordarlo – dalla presentazione di ben 44.000 emendamenti. Perché se oggi ci troviamo qui a discutere senza il relatore… (Brusio).
CRIMI (M5S). Come no!
AIROLA (M5S). È una falsità
PRESIDENTE. Colleghi, dispongo la sospensione della seduta se non viene consentito al collega Cociancich di intervenire. (Brusio). Si guardano tutti in giro, ma non si sposta nessuno. Se c’è lo stesso tenore di atteggiamento, sospendo la seduta.
COCIANCICH (PD). La ringrazio, signor Presidente.
Come stavo dicendo, volevo ricordare che la ragione per la quale noi siamo giunti oggi in Aula a discutere senza il relatore è da ricondursi alla presentazione di un numero di emendamenti tale (44.000) da rendere di fatto impossibile il dibattito. Devo dire che è veramente difficile non solo il dibattito, ma anche parlare. Vorrei che il senatore Crimi, che io ascolto sempre con interesse, mi lasciasse parlare, perché credo che il rispetto sia la premessa.
CRIMI (M5S). Come no!
PRESIDENTE. Senatore Crimi, quando sarà il suo momento per intervenire, potrà replicare a quello che sta dicendo il senatore Cociancich.
AIROLA (M5S). Fanno scaricabarile costantemente! Violare la Costituzione per colpa degli emendamenti? Ma per favore!
CRIMI (M5S). Avevamo tre settimane, potevamo votarli tutti, quegli emendamenti!
PRESIDENTE. Senatore Cociancich, prego prosegua.
COCIANCICH (PD). La ringrazio, signor Presidente.
Il senatore Sposetti aveva lanciato un appello last minute ad un dialogo che, ne prendo atto, non è stato possibile, perché nessuno dei presentatori dei 44.000 emendamenti ha acceduto a questa richiesta. Oggi ci troviamo quindi a scegliere su un emendamento che ha un pregio: consta di 33 righe che spiegano in maniera molto chiara agli elettori e ai cittadini su quale legge elettorale noi stiamo operando una scelta.
È una legge elettorale che, voglio ricordarlo, giunge al termine di un dibattito durato più di un anno e mezzo e che ha trovato un punto di sintesi importante nella votazione che si è svolta alla Camera nel marzo dell’anno scorso, che in Commissione ha dato spazio ad audizioni, ad una discussione generale e ad un dibattito importante e che, a mio avviso, oggi trova una sintesi molto importante su alcune novità che vengono introdotte. Ad esempio, trovo di particolare rilevanza dal punto di vista civile il fatto che si introduca un’alternanza di genere maschio-femmina nelle preferenze: domani avremo un Parlamento che sarà composto per almeno il 40 per cento dal sesso minoritario. Trovo che questo sia un punto estremamente importante e qualificante.
È stato ricordato come questa legge elettorale consentirà di avere una maggioranza con un premio di maggioranza relativamente modesto: si arriverà ad un 55 per cento e ci sarà un 45 per cento lasciato all’opposizione.
Il punto delle preferenze è stata già dibattuto poc’anzi, ma vorrei ricordare che l’emendamento del senatore Gotor, che poc’anzi non è passato, riconosceva un 30 per cento di eletti da un listino e questo meccanismo che oggi viene introdotto forse ha un’incisività ancora maggiore: infatti su 100 collegi, quindi su 100 persone che verranno elette sulla base di una indicazione fissa, ci saranno per la maggioranza almeno 240 eletti con le preferenze, quindi sotto il 30 per cento, che era la soglia indicata anche dall’emendamento del senatore Gotor.
C’è sicuramente una questione che riguarda lo schieramento che non avrà la maggioranza, perché ci saranno per lo schieramento dell’opposizione 290 deputati; è chiaro che questa norma spinge anche le minoranza a coalizzarsi, perché è evidente che se le minoranze saranno estremamente frastagliate la loro rappresentanza sarà probabilmente limitata agli eletti indicati con i capilista bloccati, ma se le coalizioni avranno la capacità di unirsi e quindi anche di avviare un processo di trasformazione del nostro sistema politico in senso bipolare, che è un punto d’approdo da sempre auspicato nel nostro Paese, anche questo tema dei capilista bloccati non esisterà per la minoranza.
Infine, respingo con tutta la forza che ho l’accusa davvero ingiusta che qui si stia cercando di introdurre una legge con dei trucchi. Questo è un modo squalificante di rappresentare la realtà. Pochi minuti fa abbiamo votato, senza accoglierlo, l’emendamento presentato dal senatore Gotor, che proprio coloro che oggi accusano gli altri di trucchi hanno votato. Era un emendamento che aveva una funzione riordinativa praticamente di tutta la legge elettorale, così come l’emendamento presentato dal senatore Stefano Esposito.
LO GIUDICE (PD). Non è vero!
COCIANCICH (PD). Come si è potuto, pochi minuti fa, votare un emendamento, che di fatto riassumeva tutta la legge elettorale e che andava bene, mentre adesso, siccome non è gradito il contenuto di questo emendamento, si accusa gli altri di fare trucchi? Questo è un modo totalmente inaccettabile di argomentare. (Applausi dal Gruppo PD).
Noi non facciamo trucchi, non ne abbiamo fatti, non abbiamo presentato 44.000 emendamenti. Noi presentiamo un emendamento che chiarisce al cittadino che cosa vuole il Parlamento. Leggendo queste 33 righe tutti potranno sapere domani come sarà la legge elettorale. Questo è il motivo, io credo anche morale, che giustifica il voto favorevole del Partito Democratico. (Applausi dal Gruppo PD).