Accordo sul Tpp, il trattato di libero scambio nel Pacifico
Ieri è stato raggiunto un accordo per la creazione di un trattato di libero scambio fra i più grandi al mondo: il nome del trattato è Trans-Pacific Partnership (TPP) e verrà firmato da 12 paesi che si affacciano sull’Oceano Pacifico: Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore, Vietnam e Stati Uniti.
L’accordo riguarda il libero commercio di moltissimi prodotti: la maggior parte delle trattative si è svolta sui prodotti derivati del latte e medicinali “biologici” (derivati da organismi viventi), in particolare sui tempi di brevetto di questi ultimi. Il trattato però include anche l’industria automobilistica, quella cinematografica, l’accesso a internet e la protezione delle specie naturali. Con la firma del TPP una serie di tasse che alcuni paesi applicano alle merci provenienti da altri saranno cancellate, mentre altre solo ridotte.
La commissaria Ue al Commercio Cecilia Malmstrom sulla conclusione dei negoziati per l’accordo di libero scambio Tpp ha dichiarato che si tratta di “una buona notizia per il commercio mondiale e anche per i negoziati tra Usa e Ue in quanto, fatto il Tpp, saremo in grado di avere un approccio ancora più concentrato per i nostri negoziati sul Ttip”.
E’ un accordo storico che ha un significativo risultato economico e politico, fortemente voluto dal presidente americano Barack Obama: rappresenta una potenziale iniezione di fiducia mentre l’economia mondiale dà segni di malessere ed è un patto strategico che argina la crescente influenza della Cina, fuori dall’intesa, premendo perché acceleri il suo cammino verso trasparenza e free market.