#MinoriMigranti: chi sono gli stranieri
Ho avuto l’onore di intervenire in Aula al Senato in rappresentanza dei Senatori del Partito Democratico per la dichiarazione di voto sul DL 2583 “Minori stranieri non accompagnati” . Questo è il mio intervento:
“COCIANCICH (PD). Signora Presidente, credo che sarebbe giusto affrontare questo dibattito senza usare toni emotivi. È stata più volte invocata, anche delle opposizioni, una moderazione e sono d’accordo, perché basterebbero le cifre disponibili per commentare cosa intende fare il disegno di legge. Certo, sorprende non poco sentire coloro che hanno fatto appello a non usare toni emotivi, poi, rappresentare in quest’Assemblea quella che a me sembra più una sceneggiatura di film da Oscar. Abbiamo sentito poc’anzi sostenere addirittura che ogni dodici minuti un minore straniero uccide un italiano. Non so da dove vengano fuori queste cifre: 268 violenze sessuali, ogni giorno dieci reati nei confronti degli italiani; queste sono le cifre riportate poc’anzi.
Vorrei riportare un minimo di razionalità in questo dibattito citando, invece, le cifre ufficiali dell’UNICEF, da cui dobbiamo partire per capire chi sono questi minori non accompagnati. Poco giorni fa, nel febbraio 2017, l’UNICEF ha pubblicato il rapporto «Un viaggio mortale per i bambini» («A deadly journey for children») e, partendo dal presupposto che ci sono 50 milioni di migranti nel mondo, riferisce che ce ne sono 256.000 che hanno attraversato l’anno scorso il deserto della Libia. Di questi, il 9 per cento erano bambini non accompagnati, che hanno subìto violenze, maltrattamenti, la carcerazione nei centri di detenzione istituiti in Libia.
Tra i 181.436 arrivi in Italia, 28.233 erano bambini, nove decimi dei quali non erano accompagnati. 4.759 è il numero dei morti nel Mediterraneo, di cui 700 erano bambini, che qualcuno vuole descrivere come persone che vengono qui a uccidere gli italiani e a fare rapine. (Applausi dal Gruppo PD). Questo è il percorso che hanno fatto questi bambini. (Applausi dal Gruppo PD).
Io invoco innanzitutto il rispetto, il rispetto, il rispetto per queste persone! Non possiamo insultarle, basta! (Applausi dal Gruppo PD.).
Ci sono 7.700 migranti in Serbia, 10 per cento dei quali sono bambini. Secondo il rapporto di Migrantes, questi bambini si prostituiscono per 2.000 dinari al giorno (17 dollari) per sopravvivere, non certo per cercare piacere.
Qualcuno ha citato i bambini non accompagnati come se fossero scolaretti in gita, che si sono forse un po’ persi o hanno perso i genitori; è stato detto che dobbiamo ricongiungerli ai genitori, prima di accettarli in Italia. (Applausi dal Gruppo PD). Questi sono ragazzi, ragazze, bambini o adolescenti, coloro che hanno la fortuna di sopravvivere ai naufragi, costretti a prostituirsi per cercare di sopravvivere, perché non hanno di che vivere e di che mangiare. Questa è la situazione che noi vogliamo affrontare con questo disegno di legge.
Il Papa ha scritto che tra i migranti i bambini costituiscono il gruppo più vulnerabile, perché, mentre si affacciano alla vita, sono invisibili e senza voce. La precarietà li priva di documenti. L’assenza di adulti che li accompagnano impedisce che la loro voce si alzi e si faccia sentire. Io credo che oggi tutti i senatori e le senatrici che voteranno a favore di questo provvedimento vogliano alzare la loro voce per far sentire la voce di questi bambini. (Applausi dal Gruppo PD).
In tal modo i minori migranti finiscono facilmente nei livelli più bassi del degrado umano, dove illegalità e violenza bruciano in una fiammata il futuro di troppi innocenti, mentre la rete dell’abuso è dura da spezzare. In realtà, signora Presidente, si pensa sempre a questi bambini con accezioni negative: sono non adulti, non italiani, non accompagnati. Cioè li definiamo per ciò che non sono. Noi dovremmo guardare a loro come si guarda ad ogni bambino, come si guarda ad ogni giovane e ad ogni persona all’alba della sua vita, cioè come speranze di un mondo nuovo e migliore, come risorse, come persone che, se avessero una chance, potrebbero diventare risorse strategiche di una società tollerante, dialogante, rispettosa e curiosa delle reciproche differenze. Questo richiede un atteggiamento di accoglienza, cioè di accudimento e di protezione di queste vite in erba. Questo è ciò che si propone di realizzare questo disegno di legge.
Ciò corrisponde non soltanto all’interesse dei minori, di questi individui, di queste persone, ma anche ad esigenze di tutela della società, che, creando condizioni di maggiore giustizia ed equità, pone le condizioni per una maggiore legalità e una maggiore sicurezza anche per i nostri cittadini. Chi si oppone alla cultura dell’accoglienza sospinge questi giovani verso una clandestinità più oscura, li consegna nelle mani delle organizzazioni criminali, li obbliga a vivere di espedienti per sopravvivere e alimenta i traffici illeciti. Chi si oppone alla cultura dell’accoglienza, avvalendosi magari di argomenti cavillosi e pretestuosi (come quelli che abbiamo sentito oggi sull’articolo 5, sulle procedure per il riconoscimento della minore età), ebbene costoro, magari cianciando di suggerire un capovolgimento dell’onere della prova su quella che è la presunzione ex lege della minore età in caso di dubbio, creano le condizioni per nuove forme di emarginazione, di rabbia e di rivolta.
Abbiamo già visto, nelle periferie di Parigi, nel quartiere di Moelenbeck a Bruxelles o nei sobborghi di Londra, dove portano queste politiche miopi ed egoiste. Noi respingiamo con forza tutte le accuse che sono state rivolte in modo becero al Partito Democratico nel corso di questo dibattito. Noi rivendichiamo il merito di una politica che, delineando un percorso organico di tutela, tocca tutti i punti critici di questo problema, cioè la procedura per stabilire la minore età, l’attivazione di una banca dati e di una cartella sociale, il diritto all’istruzione e alla salute, il diritto all’ascolto e all’assistenza legale, il diritto al ricongiungimento e le procedure di rimpatrio. La differenza che c’è tra noi e coloro che hanno agitato questi spettri è che noi dietro il volto di un bambino vediamo una speranza di vita, mentre voi dietro il volto di un bambino vedete una minaccia, voi vedete il terrorista Amri. (Applausi dal Gruppo PD).
Noi vogliamo che i terroristi come Amri vengano fermati, arrestati, condannati, espulsi. Pensiamo però che non sia tollerabile estendere, per causa di Amri, una presunzione di delinquenza a tutti i minori non accompagnati. (Applausi dal Gruppo PD). Questo è imposto dai nostri principi, dai nostri valori e anche dalla nostra Costituzione. Un respingimento generalizzato non corrisponde a garantire la sicurezza, ma la compromette, perché non ci può essere sicurezza senza giustizia, giustizia tra le genti e tra gli uomini.
Signora Presidente, vado a concludere. Noi dobbiamo approvare questo disegno di legge, ma non dobbiamo dimenticare che dobbiamo agire sulle cause. Quindi dobbiamo innanzitutto impegnarci in futuro a non vendere armi alle fazioni in conflitto e cominciare a fare una seria politica di pacificazione nelle aree da cui provengono i rifugiati. (Applausi dal Gruppo PD).
Ha detto Don Milani: «Voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri e allora – e io faccio mie queste parole, e credo che con me tutto i senatori del Partito Democratico le facciano proprie – io reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi, da un lato, e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri».
Annuncio pertanto il voto favorevole del Partito Democratico a questo disegno di legge. (Lunghi e prolungati applausi dal Gruppo PD. Congratulazioni).”