La scintilla europea
Mi sono chiesto più volte se la scintilla che ha dato vita alla Europa come Comunità sia ancora viva e ardente, se sia ancora linfa capace di nutrire l’animus europeo dei propri cittadini. La crisi di immagine e di identità che l’Europa sta attraversando adesso, esige uno sforzo di creatività, di immaginazione, di speranza e di coraggio intellettuale che vada al di là di quelle che sono semplicemente forme e funzioni inglobate nei Trattati.
Oggi il tema dell’identità europea non è legato semplicemente al riconoscimento delle istituzioni e del loro funzionamento, subordinato anche a fattori contingenti, bensì proprio all’idea di Unione Europea in sé, dell’intera comunità europea. Quando si è scelto di cambiare il nome da Comunità ad Unione Europea è stato fatto un errore: non si è semplicemente cambiata una denominazione ma si è costruita la percezione di un’Europa fredda, istituzionale, distaccata dal sogno europeo che aveva l’aveva resa prima di tutto comunità nell’animo dei propri cittadini. L’Europa degli apparati, della burocrazia, l’Europa dei palazzi, non confligge con l’europeismo, ma non può da sola bastare a rinsaldare la connessione sentimentale tra i cittadini e la propria identità, non riesce a divenire prossima alla vita concreta dei suoi cittadini.
L’Europa è un grande sogno che arriva da lontano, caricandosi di pathos sulle note della 9 Sinfonia di Beethoven e dell’Inno alla Gioia di Shiller, come di una forza morale ed ideale che oggi con fatica riusciamo a ricordare. La scintilla, figlia degli Elisei, della quale parla Shiller nell’Inno alla Gioia, ha bisogno di essere riaccesa, oggi. L’Europa che ha abbattuto muri e conflitti non può oggi costruire muri tra i propri cittadini. Non possiamo lasciare che quella scintilla accenda il fuoco della discordia tra gli Stati membri.
Io credo che l’Italia sia uno dei pochi Paesi che possa e debba, adesso, adempiere al compito di realizzare il progetto dei Trattati attraverso una forte iniziativa politica e culturale sul piano dell’ideale europeo, rafforzando l’identità dello spirito europeo, dello spirito di fratellanza, di una comunione che si fa comunità per un’Europa vicina ai suoi cittadini con delle azioni concrete.
I cittadini non possono appassionarsi ad un’Europa capace solo di imporre manovre restrittive e regole che incidono sulle disponibilità finanziarie di un Paese: non dobbiamo rassegnarci all’idea di un’Europa così fredda. Abbiamo davanti un’occasione che non possiamo sprecare, la possibilità di riportare l’attenzione sullo spirito e sul sentimento europeo.