UE approva piano per i profughi nei Balcani: bene ma serve più umanità

UE approva piano per i profughi nei Balcani: bene ma serve più umanità

Per far fronte all’emergenza migranti sulla rotta dei Balcani saranno accolte 100.000 persone nei centri di accoglienza di cui la metà in Grecia. Questo è quanto ha annunciato il presidente Jean-Claude Juncker al termine del mini-summit sull’emergenza migranti tenutosi ieri 26 ottobre e al quale hanno partecipato i membri Ue, Austria, Bulgaria, Croazia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Olanda, Romania, Slovenia e Ungheria, più Albania, Macedonia e Serbia, convocata per una maggiore cooperazione e nuove iniziative per gestire i flussi.

In brevità, il piano prevede:

  • 100mila posti nei centri di accoglienza, di cui 50mila in Grecia e altri 50mila negli altri paesi del Balcani attraversati dai profughi.
  • Entro la prossima settimana saranno mandati 400 agenti di frontiera in Slovenia.
  • Sarà rafforzata nel mar Egeo l’operazione Poseidon, il pattugliamento delle coste turche e greche da parte dei mezzi dell’Unione europea.
  • Costringere la Grecia a identificare i profughi che arrivano sulle sue coste e facilitare le espulsioni dei migranti a cui non viene riconosciuto il diritto a chiedere l’asilo.
  • Un’unità di Frontex sarà schierata al confine tra Grecia e Macedonia e tra Grecia e Albania, per aiutare a identificare i profughi che non sono stati identificati in Grecia.
  • Rinforzare Frontex al confine tra Bulgaria e Turchia, e in Croazia.

Questo è quello che penso io:

Da quando l’emergenza immigrazione è esplosa in tutta la sua drammaticità. l’Europa ha stentato a dare una risposta adeguata, ora finalmente sembra che ci si muova nella giusta direzione“. E’ quanto afferma il senatore del Partito democratico Roberto Cociancich, responsabile pd Europa.
“Il meeting organizzato dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker e i paesi dei Balcani – continua l’esponente pd – è servito a concordare un piano operativo sulla gestione della crisi migratoria ma è solo il primo passo, visto che i paesi che hanno dato l’ok all’accordo sono principalmente quelli colpiti dal fenomeno. E’ fondamentale che tutta l’Europa abbia una politica comune e non pensi di lasciare l’onere più gravoso ai Paesi di confine“.
L’azione di controllo e di contenimento dell’ondata dI rifugiati non può però prescindere dalla solidarietà che gli è dovuta – conclude Cociancich – e sono lieto delle considerazioni del presidente Junker che ha evidenziato la necessità che i profughi siano trattati in modo più umano lungo il percorso dei Balcani occidentali, evitando così nuove tragedie nel cuore dell’Europa” conclude Cociancich.

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