Tieni viva la tua fiamma
Saluto al Consiglio Generale Agesci
Tieni viva la tua fiamma
Keep the lamp burning
E’ con grande emozione che prendo la parola davanti a voi per rivolgere un saluto a nome della Conferenza Internazionale Cattolica dello Scautismo e un augurio di Buon lavoro. Ringrazio la Capo Guida e il Capo Scout di questo invito che mi consente di riabbracciare non solo con il cuore ma anche con lo sguardo e con le braccia tanti amici e compagni con i quali ho condiviso tanta strada e avventure e, sotto questo tendone, progetti, discussioni e avviato iniziative che abbiamo creduto essere utili per la costruzione di un mondo migliore.
Questo Consiglio Generale cade in un momento particolarmente drammatico per il nostro Paese sotto il profilo economico, sociale, politico e culturale. Solo pochi giorni fa, direi: poche ore fa, le vicende che hanno accompagnato la scelta e l’elezione del Capo dello Stato hanno evidenziato quanto profonde e radicali siano le ragioni di dissenso di una parte importante del nostro Paese nei confronti delle istituzioni e di coloro che al loro interno sono investiti di rappresentanza politica.
Quest’ultimi, a loro volta, hanno dimostrato di essere riluttanti a trovare soluzioni condivise ai problemi e alle sfide che attendono il nostro Paese. E’ stato necessario il richiamo forte e serio di Napolitano perché ciascuno prendesse coscienza – almeno speriamo – della necessità di guardare con atteggiamento realistico e non partigiano alla situazione che ci troviamo dinanzi.
In questo contesto ritengo debba essere inquadrato il contributo che il mondo cattolico e in particolare quello dello scautismo cattolico può apportare per ritrovare la strada della concordia ed elevare i valori senza i quali nessun progresso umano e sociale è davvero possibile. Il Consiglio generale dell’AGESCI è dunque chiamato a portare il suo contributo anche al dibattito sulle questioni cruciali che interrogano il nostro tempo e le nostre coscienze e che saranno presto oggetto del dibattito parlamentare: questioni riguardanti la bioetica, l’identità di genere, i diritti negati, l’accoglienza agli immigrati, l ‘utilizzo responsabile delle risorse.
So che una buona parte di questi lavori sarà dedicata a ragionare di questo grande e straordinario evento che sarà la Route nazionale del 2014 e non ho dubbi che dai giovani e dai Capi che la prepareranno e la faranno vivere verrà un contributo straordinario che potrà incidere profondamente sul futuro del nostro Paese.
Quest’ultimo anno ho potuto viaggiare intensamente attraverso il globo visitando in particolare in particolare numerose Associazioni scout cattoliche dell’Asia e del Medio Oriente. Inoltre ho lavorato in preparazione della Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà in Sud America. Questa esperienza mi ha consentito di elaborare alcune riflessioni sulle diverse modalità con le quali i cattolici e le comunità cui appartengono vivono lo scautismo e si pongono rispetto ai problemi. Ritengo valga la pena di esaminarli brevemente.
In molte regioni del Centro e del Nord Europa gli scout sono chiamati a confrontarsi con una spinta alla secolarizzazione e a posizioni di laicità radicale nelle quali la scelta religiosa attiene esclusivamente alla sfera individuale e viene sostanzialmente secolarizzata la sua dimensione comunitaria. In altre parole vi è il riconoscimento della libertà di ciascuno di abbracciare una determinata fede ma poi vengono a mancare i luoghi e le occasioni per condividere e celebrare la fede nel corso della vita scout e di creare dei legami duraturi e reciprocamente fecondi tra scautismo e comunità di appartenenza, famiglie.
Ciascuno è libero, ma solo, al centro del mondo.
In altre zone del mondo, in Medio Oriente, in Africa le religioni si confrontano e talvolta si combattono e diventano il tramite per esprimere identità etniche, far valere interessi economici. Gli scout cattolici vivono talvolta l’esperienza della persecuzione come sta avvenendo in Siria o quello della semiclandestinità come avviene in Irak, in Egitto e in altri paesi dove è soffiato il vento della primavera araba che per molti è stata una vera e propria tempesta di sabbia.
In questo contesto la CICS e tutti i rappresentanti delle associazioni di scout cattolici devono incrementare impegnarsi per ribadire che lo scautismo e le religioni al suo interno sono uno strumento per cercare di costruire la pace, la concordia, l’amicizia e la fratellanza fra tutti gli uomini. E’ l’articolo 4 della nostra Legge che ci accomuna e ci impegna tutti quanti.
Per questo ci siamo impegnati in particolare nel dialogo interreligioso e nell’ecumenismo allacciando particolari rapporti di amicizia con le organizzazioni di scout buddisti, musulmani, ebrei, protestanti e ortodossi. Insieme a loro, insieme a WOSM, insieme alla rappresentanza della CICG abbiamo iniziato un cammino per celebrare i 100 anni dello scautismo cattolico.
Sono grato all’AGESCI che ha partecipato con una delegazione di altissimo profilo e quantitativamente importante all’evento che abbiamo organizzato a Mouscron in Belgio all’inizio di quest’anno nei luoghi che hanno visto il Padre Jacques Sevin animare le prime unità di scout cattolici ufficialmente riconosciuti dalla Santa Sede. Da quelle lande nebbiose e desolate si è diffuso in tutto il mondo una concezione che vede nello scautismo non soltanto un insieme di attività che forgiano il carattere e il fisico dei ragazzi ma una luce che rischiara i passi della nostra vita interiore e che ci conduce a interrogarci sul significato ultimo della nostra esistenza, sul perché della sofferenza, sul significato dell’amicizia e dell’amore, sulle ragioni della nostra speranza. Noi abbiamo ricevuto questa luce come una lampada accesa da chi ci ha preceduto e abbiamo la responsabilità di custodirla e di trasmetterla a chi viene dopo di noi.
E’ questo il significato di questo centenario che stiamo celebrando con molteplici iniziative in tutto il mondo e che sogniamo di poter concludere nel gennaio 2015 a Gerusalemme con un incontro mondiale insieme a scout di altre confessioni e per il quale ho fin d’ora il grande piacere di invitarvi. Sarà l’occasione per dimostrare che lo scautismo e le religioni sono una risorsa e una fonte d’impegno per la pace, per la comprensione reciproca, per la tolleranza e l’amicizia tra portatori di diverse opzioni.
Giacomo Grasso
28 Novembre 2013 @ 01:28
Caro Roberto, Onorevole Senatore , è già passata la Mezzanotte e quindi siamo nel day after di quello che con nobile maggioranza l’Italia, il nostro Paese, quello per cui i miei bisnonni e trisnonni, durante il Risorgimento, hanno dato col sangue – e aveva 18 anni uno zio di mio nonno paterno quando è morto a Calatafimi- quello che Manzoni esprimeva con la frase “liberi non siam, perché non uni”, ha fatto ieri al Senato liberandosi da un ignobile malfattore che purtroppo è ancora seguito da gente ingannata. VENTI ANNI NON SONO POCHI e del male fatto si sentiranno ancora le conseguenze, Grazie dunque per il tuo voto. Io sono da quasi trent’anni membro dell’Istituto Storico della Resistenza in Liguria e della Storia Contemporanea. Questa sera non ce la faccio a continuare a scrivere perché è quasi l’una e la scorsa notte l’ho passata tutta al pc per procedere in un lungo lavoro che sto scrivendo. Spero che tu possa venire qui nel Convento di Varazze, dove risiedo e in una Tavola Rotonda si possa parlare di Resistenza, l’evento più alto vissuto dalla Repubblica che la Resistenza ha fatto nascere. In Italia non c’è stata affatto guerra civile. C’è stata una guerra combattuta nel Nord (ma vi morirono decine di migliaia di Italiani del Centro e del Sud) dal Regio Esercito (il Regno d’Italia continuava ad esistere) che organizzato in Brigate Partigiane (per i nazifascisti banditi e ribelli) ha fatto sì che, per esempio a Genova la Città fosse libera e ben organizzata all’arrivo degli angloamericani. Certo non ovunque è stato così. Ma lo è stato certamente in Liguria, Piemonte, Toscana e in tanta parte della Lombardia. Purtroppo i Dalmati sono stati ingannati dal fascismo, e in vari casi sono stati al gioco. Un fraterno saluto, fra Giacomo Grasso, o.p. PS. Il mio indirizzo e i numeri telefonici sono nell’indirizzario di SERVIRE che certo hai. Da Milano a Varazze ai arriva in meno di due ore se si viaggia in vettura .
Luciano Corradini
1 Dicembre 2013 @ 12:59
Caro Roberto, ti ho appena conosciuto attraverso un tuo articolo e già mi permetto di scriverti in calce a questo “saluto generale AGESCI”, per dirti che sono stato presidente nazionale dell’UCIIM, Unione cattolica insegnanti medi, fondata da Gesualdo Nosengo, che dal 1944 al 1948 è stato anche commissario centrale dell’ASCI, associazione scout cattolici italiani. Risalendo verso le radici, ci si trova nei pressi delle cellule staminali di questa Chiesa e di questa Repubblica, con aperture internazionali. Il 13 prossimo sarò in Senato (Palazzo Giustiniani) a parlare a docenti e studenti, nell’ambito del programma “Lezioni di Costituzione”, dopo il sen. Francesco Palermo, dalle 10 alle 11, in Sala Zuccari. Saluti cordiali.