Giorno 7 – Dalle Foibe all’oro olimpico: la lunga marcia di Pamich.

Giorno 7 – Avanti insieme liberi dalla paura. Mi piace condividere proprio oggi, giornata caratterizzata da parole insensate di odio e di sparatorie per la città di Macerata, la storia bellissima, tragica e divertente di un grande atleta italiano, Abdon Pamich, pubblicata su

http/2018/02/03/news/la_lunga_marcia_di_pamich_dalle_foibe_all_oro_olimpico-187929708

Pamich abitava a Fiume, la città in cui abitava anche mio padre e come lui fu costretto dopo la guerra a lasciare la sua terra e iniziare a peregrinare tra campi profughi prima di riuscire a trovare la propria strada. Grave fu la responsabilità della sinistra di allora che per motivi ideologici non seppe o non volle riconoscere quella tragedia e cercò di occultarla, di giustificarla o di ridurne la portata. Ciò che però oggi mi interessa sottolineare è la descrizione di come Fiume, prima dell’arrivo delle politiche identarie (italianizzazione e poi slavizzazione) fosse una città aperta, cosmopolita, felice di essere un crogiuolo di etnie capaci di convivere e integrarsi. Poi arrivarono le parole piene di odio, la mia identità contrapposta alla tua, le teorie sulla polizia etnica e la pratica dell’eliminazione fisica dell’altro. Tutto poi è stato travolto in una sciagura che ha coinvolto poco a poco tutta l’europa. Ecco perché è importante non sottovalutare il rischio delle parole piene di intolleranza che sentiamo ripetere in queste ore. Bene ha fatto Matteo Renzi a invitare tutti alla calma e a non lasciarsi trascinare in questo vortice. Manteniamo la volontà di migliorare il nostro Paese senza cedere alla logica della violenza di chi oggi ci attacca, convinti che la democrazia si difende meglio con gli argomenti razionali e il rispetto della verità. Mostriamo un sorriso a chi digrigna i denti.