Diritto di voto per i giovani all’Erasmus: il mio intervento in aula – 26 gennaio 2015
Con un voto per certi versi storico è stato riconosciuto nella nuova legge elettorale il diritto degli studenti che sono all’estero nell’ambito del programma Erasmus di poter votare. E’ l’esito di una battaglia portata avanti coraggiosamente da tante associazioni giovanili di studenti e anche molti parlamentari che insieme a me l’ hanno sostenuta. Fra di essi Mauro Del Barba, Andrea Marcucci, Francesco Russo, Francesca Bonomo.
QUI il mio intervento in aula nel corso del quale ho anche detto cosa pensavo delle espressioni sessiste del senatore d’Anna (GAL) pronunciate nel corso del dibattito sulla legge elettorale.
Qui di seguito il testo scritto dell’intervento.
COCIANCICH (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COCIANCICH (PD). Signor Presidente, vorrei dire una parola sull’emendamento 1.7001 (testo 2)/264, che viene proposto in un nuovo testo e che fondamentalmente ha lo scopo di consentire l’esercizio del diritto di voto agli studenti che stanno seguendo il progetto Erasmus, per un periodo di studio all’estero, così come a coloro che si trovano all’estero per motivi di lavoro, di studio o di cure mediche. È un emendamento a mia firma, ma anche dei colleghi Marcucci, Del Barba, Russo e Tonini, che pure credo sia stato condiviso da molte altre forze politiche all’interno del Parlamento e del Senato, che ringrazio. Si tratta di un’aspirazione fortemente sentita dai rappresentanti delle organizzazioni studentesche e da coloro che si trovano all’estero, in quanto consente l’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito quale è l’esercizio del diritto di voto.
Vorrei anche sottolineare il fatto che si tratta non soltanto di questo, ma anche di riconoscere – come noi credo intendiamo riconoscere – a coloro che fanno un’esperienza di studio che essa non solo va a consolidare la loro formazione personale, la loro intelligenza e la loro cultura, ma diventa anche un’esperienza di cittadinanza attiva importante. Il fatto di prepararsi per il futuro, di studiare ed acquisire una mentalità e una cultura europee è un elemento costitutivo della nostra cittadinanza italiana ed europea. Per questo motivo, è particolarmente importante riconoscere, a coloro che fanno questa esperienza, l’esercizio del diritto di voto, in quanto questa attività ha una rilevanza di natura politica.
Vorrei aggiungere un’altra cosa, signor Presidente, se mi permette. In questi giorni abbiamo sentito in Aula, a commento di questa legge elettorale, tante opinioni e anche tante volgarità. Io penso che tutti quanti abbiamo assolutamente il diritto di esprimere le nostre opinioni. C’è, però, una volgarità che trovo particolarmente insopportabile ed è quella per la quale, se si ritiene di dover qualificare questa legge come una mostruosità alla Frankenstein, si deve dire per forza che il cervello è quello dell’uomo e il corpo è quello della donna, come se le donne non potessero avere, oltre che un’avvenenza e una bellezza fisica, anche un’intelligenza e una cultura proprie. (Applausi dal Gruppo PD e dai banchi del Governo).
Io vorrei dire, cogliendo questa opportunità, che invece ci sono tanti uomini in questo Senato – io sicuramente faccio parte di questi e credo che lo stesso valga per tutti i senatori del PD e anche per molti senatori di altre forze politiche – che hanno un’ammirazione e una considerazione per l’intelligenza, la cultura, la sensibilità e la passione che le donne esprimono nell’attività politica.
Pertanto, noi non soltanto ci sentiamo umiliati da questo tipo di commenti, come quello che ha fatto il senatore D’Anna nei giorni scorsi, ma riteniamo che le esperienze all’estero possano proprio consentire di superare questa cultura sessista di cui l’intervento che prima ho citato è una flagrante espressione. (Applausi dal Gruppo PD, della senatrice Bianconi e dai banchi del Governo).