Intimidazioni nei confronti degli amministratori locali

Intimidazioni nei confronti degli amministratori locali
Questa mattina in Senato abbiamo approvato il disegno di legge sul contrasto alle intimidazioni ai danni degli amministratori locali.
Il provvedimento modifica l’articolo 338 del Codice penale, che riguarda la violenza o la minaccia ad un corpo politico, prevedendo specificamente la fattispecie dell’aggravante in caso di intimidazioni agli amministratori pubblici locali.
In questo modo atti come l’incendio dell’auto o le molestie ad un sindaco o ad un assessore, che purtroppo accadono molto più frequentemente di quanto si possa pensare, saranno perseguibili in quanto plurioffensivi, in quanto non offendono soltanto il singolo che li subisce ma, anche e soprattutto, la comunità che l’amministratore rappresenta. Sarà possibile fare prevenzione ed indagare meglio, grazie alla possibilità di utilizzare le intercettazioni.
Il ddl raccoglie gran parte del lavoro fatto dalla commissione di inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni. Per avere un’idea dei dati che si sono raccolti nel corso di 11 mesi di audizioni:
– negli ultimi 40 anni, siano stati uccisi 132 amministratori locali più 11 loro congiunti
– gli atti intimidatori rilevati sono stati 870 nel 2013 e 395 nel primo quadrimestre del 2014, per un totale di 1.265;
– le regioni più colpite sono, in ordine decrescente, Sicilia, Puglia, Calabria, Sardegna;
– la ripartizione geografica più colpita è quella Sud con il 35,2% dei casi; Sud ed Isole rappresentano il 63% di tutti i casi nazionali.
– le regioni dove il fenomeno appare praticamente inesistente sono: la Valle d’Aosta (con nessun episodio), Molise, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia.
In generale, ciò che si rileva è che il trend è in crescita e il fenomeno colpisce soprattutto i piccoli comuni.
Il senso della proposta di legge è principalmente quello di far sì che sindaci e amministratori non vengano lasciati soli in prima linea di fronte al disagio dei cittadini.
I senatori del M5s dopo aver detto di no alle unioni civili e al dopo di noi, hanno deciso di astenersi anche su questo provvedimento che sostiene gli avamposti dello Stato (cioè gli amministratori locali) anche in territori difficili e a volte preda della criminalità organizzata. L’ennesima occasione mancata per dimostrare di essere una forza responsabile e non demagogica.