Noi siamo l’Italia che dice sì
Qui trovate l’intervento del Presiente del Consiglio alla festa nazionale de L’Unità a Milano.
Qui trovate l’intervento del Presiente del Consiglio alla festa nazionale de L’Unità a Milano.
Riflessioni su consumismo, capitalismo ed esperienze religiose alla presentazione del libro di Lorenzo Declich, insieme a Enzo Amendola, Gad Lerner e Rassmea Salah.
Qui il video.
La Commissione Sanità del Senato, in sede deliberante e in terza lettura, ha approvato definitivamente la legge sull’autismo.
Il disegno di legge prevede l’inserimento nei livelli essenziali di assistenza dei trattamenti per l’autismo, l’aggiornamento delle linee guida per prevenzione, diagnosi e cura, oltre alla ricerca nel campo.
Le disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie prevedono l’aggiornamento triennale delle Linee di indirizzo per prevenzione e cura, estendendole non solo alla vita del bambino autistico ma anche all’adolescente e adulto. Inoltre si stabilisce l’inserimento dell’autismo nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) per garantire uniformità di trattamento nelle varie Regioni. I Lea contengono misure che definiscono servizi sia in ambito domiciliare che ambulatoriale, l’individuazione precoce del disturbo, un programma terapeutico riabilitativo personalizzato, un training della famiglia, fino alla collaborazione con le scuole. Infine il nuovo provvedimento impegna il ministero della Salute a promuovere ricerca di tipo biologico e genetico, ma anche di tipo riabilitativo e sociale.
Qui il testo.
Il segretario PD scrive ai parlamentari di maggioranza:
Carissimi, tra qualche ora sarete in vacanza, per una breve pausa. Mi permetto di dire, sfidando le ire dei benpensanti: vacanza molto meritata. Sì, meritata. Perché se vi voltate un attimo indietro e provate a ripercorrere il cammino di questo anno, resterete stupiti pensando alle cose che abbiamo portato a casa.
Lo dico senza giri di parole: avete fatto un lavoro straordinario ed è giusto rendervi merito. Mai il Parlamento italiano in 70 anni di storia aveva lavorato così tanto e così intensamente. E nessun Paese europeo ha mai fatto – tutte insieme – così tante riforme.
Provate per un istante, per un solo istante, a metterle in fila.
Approvate in via definitiva la legge elettorale, il JobsAct, la riforma della scuola, la riforma della pubblica amministrazione, la riduzione delle tasse con gli 80 euro e con l’abbattimento della componente lavoro dall’Irap, il bonus bebè e il divorzio breve, il pacchetto anti corruzione, la prima legge sui reati ambientali, legge sulla cooperazione internazionale, la responsabilità civile dei magistrati, la riforma della custodia cautelare, la fatturazione elettronica, i primi decreti sulla riforma fiscale, l’intervento pubblico per salvare Ilva, le quarantatré crisi aziendali risolte, lo sblocco degli stipendi delle forze dell’ordine, gli accordi fiscali con Svizzera, Liechtenstein e Vaticano, l’art-bonus, le banche popolari, lo sblocca Italia, l’aumento del fondo per il sociale, la portabilità dei conti correnti. É un elenco buttato giù a memoria e da subito voglio scusarmi con quelli che tra voi hanno seguito altri provvedimenti che non ho citato.
Inutile ribadire che avete anche superato con grande visione e senso dello stato il passaggio, molto difficile per i motivi che tutti ricordiamo, dell’elezione del Presidente della Repubblica. Se quello era un esame di maturità, il Parlamento lo ha superato con la lode.
E in corso di approvazione ci sono la fondamentale riforma costituzionale, il terzo settore, le unioni civili, l’omicidio stradale, la riforma della Rai, il codice dei contratti, la legge sul dopo di noi, quella sull’autismo, il conflitto d’interessi, la cittadinanza. Elenco anche questo parziale.
Dopo che la legislatura si era aperta nel segno dell’immobilismo, perché tutti sappiamo (anche quelli che fingono di essersene dimenticati) che se si è cambiato Governo è perché la palude aveva bloccato l’azione dell’esecutivo, quest’anno – grazie a voi, a ciascuno di voi – ha visto una svolta impressionante.
E vorrei essere chiaro: i risultati si vedono.
L’Italia non è più il problema dell’Europa ma contribuisce a risolvere i problemi dell’Europa: la comunicazione sulla flessibilità permette margini di manovra fino a un punto di PIL e la recente vicenda greca ci ha visto come protagonisti di una mediazione cruciale per la Grecia ma forse anche per l’intera area Euro. Dopo undici trimestri negativi il Pil è tornato a crescere. Il turismo cresce soprattutto al sud, come dimostrano anche i dati di oggi. Gli investimenti diretti esteri nel 2014 crollano in Europa (-17%) e aumentano in Italia (+31%) segno che il nostro Paese è finalmente di nuovo attrattivo. I consumi tornano finalmente a crescere, i posti di lavoro aumentano anche se ancora non con l’intensità che vorremmo, i mutui e i movimenti bancari dimostrano che la ripresa non è una chimera.
Detta in modo semplice: l’Italia sta meglio di un anno fa. Gli italiani lo devono anche grazie al vostro impegno.
Io debbo e voglio dirvi grazie: mi avete onorato della vostra fiducia (personale e parlamentare) e se abbiamo riacceso la macchina della speranza è perché voi ci avete creduto quando non era semplice farlo.
Ma non possiamo accontentarci. Se abbiamo fatto tutta questa strada in dodici mesi, vi immaginate dove potremo essere ad agosto 2016? Allora, godetevi queste vacanze. Perché alla ripresa ci sarà da correre ancora più forte. Per concretizzare tutti i nostri sogni – che già stanno diventando realtà – dovremo completare le riforme. Ma soprattutto sbloccare le tante opere pubbliche incagliate, le tante energie scoraggiate, i tanti talenti inespressi. Vi scrivo di ritorno dal Giappone: noi non ci rendiamo conto di quanto il mondo ci ami e si aspetti da noi il meglio. I milioni di nuovi consumatori del villaggio globale chiedono Made in Italy, prodotti di design, esperienze culturali e turistiche, le emozioni che il nostro popolo riesce a regalare dal cibo all’alta ingegneria. L’Africa che abbiamo visitato in più di una circostanza, dedicandole un’attenzione che purtroppo è stata troppo a lungo negata, chiede al nostro Paese di essere un faro di civiltà e gentilezza. E la prossima Conferenza di Parigi sul clima ci vedrà protagonisti con proposte puntuali e concrete.
Pensate ai vostri figli, vi prego. Per un decennio ci hanno raccontato che l’Italia era finita, spacciata, esaurita. E ancora oggi nel racconto comune a tutte le opposizioni va tutto male, c’è solo crisi, il Paese è a rotoli. Non è così, naturalmente. Abbiamo molto da fare, ma l’auto si è rimessa in moto e adesso tocca a noi guidarla: con prudenza ma anche con determinazione verso il futuro che la sta già aspettando.
Il futuro dei nostri figli è nelle nostre mani, care parlamentari, cari parlamentari. Possiamo fare come fanno i nostri oppositori: urlare soltanto, abbaiare alla luna, gridare nei talk show. Oppure rimboccarci le maniche, non cedere al piagnisteo e cambiare ciò che va cambiato, restituendo fiducia, trasmettendo speranza.
Siete voi il cambiamento che l’Italia stava aspettando. Tutti ci dicevano che sarebbe stato impossibile rimettere in piedi questo Paese. Noi stiamo dimostrando che non lo era. Un affettuoso abbraccio e il miglior augurio di buone vacanze, allora.
Ci rivedremo al rientro a Roma, pronti da subito per una legge di stabilità che proseguirà nel taglio delle tasse e per mettere la parola fine alla lunga stagione delle riforme costituzionali in attesa del referendum confermativo del 2016. Non sarà facile, perché niente è facile in Italia. Ma sarà entusiasmante. Riposatevi, allora. Vi aspetto in gran forma. Buone vacanze.
Matteo Renzi
DDL PA: COCIANCICH (PD), RIFORMA CHE METTE AL CENTRO IL CITTADINO E
SMASCHERA CORRUZIONE
“La legge delega sulla Pubblica amministrazione cerca di rimettere al
centro dello Stato il cittadino e le imprese e sono numerosissime le
disposizioni all’interno del provvedimento che vanno proprio in questa
direzione. Penso alla cittadinanza digitale, a regole e tempi certi
nell’iter burocratico, pagamenti digitali e online, la riforma della
conferenza dei servizi, il silenzio assenso. Con questo disegno di legge
stiamo cercando di spostare l’attenzione dalla procedura agli obiettivi.
Fino ad oggi, seguendo puntigliosamente la procedura, si esauriva il
compito del pubblico amministratore. Oggi si cerca di portare l’attenzione
sull’obiettivo da raggiungere, perché lo snellimento è funzionale
all’ottenimento di un risultato e a una maggiore responsabilizzazione di
chi deve perseguirlo”. Lo afferma il senatore del Pd Roberto Cociancich
intervenendo con dichiarazione di voto.
“Questo provvedimento propone all’amministratore pubblico una grande sfida
culturale, chiamato a diventare compartecipe di un processo di
modernizzazione del nostro Paese. Il tema della valutazione dei dirigenti e
del personale – spiega Cociancich – vuole premiare chi è in grado di
produrre risultati aiutando il cittadino e smascherare i comportamenti di
chi si nasconde nel grigiore delle norme e dei faldoni. Perché gli
interessi oscuri e la corruzione, spesso si nascondono proprio nei faldoni.
Una procedura più semplice, l’accesso e il controllo da parte dei cittadini
sono il migliore antidoto nei confronti della corruzione. Grande importanza
anche al tema della trasparenza, più informazioni significa coinvolgere i
cittadini nel controllo, più partecipazione e democrazia. Siamo certi –
conclude il senatore del Pd – che questo ddl darà risultati positivi nel
medio tempo e nell’immediato”.
Qui il testo del provvedimento.
Per approfondire: qui la nota di lettura del servizio di bilancio e qui la nota breve del Servizio Studi del Senato.
Abbiamo appena approvato in Senato la proposta di riforma della RAI e del servizio pubblico radiotelevisivo.
Il provvedimento interviene sulla governance della RAI e più in particolare:
– l’articolo 1 prolunga a cinque anni la disciplina dei contratti per lo svolgimento del servizio pubblico e potenzia il ruolo del Consiglio dei ministri, che delibera indirizzi prima di ciascun rinnovo del contratto nazionale;
– l’articolo 2 riguarda la nomina e le funzioni del consiglio di amministrazione, del presidente e dell’amministratore delegato. Sono stati approvati emendamenti che prevedono per l’amministratore delegato un’incompatibilità con cariche di Governo, anche se ricoperte nei dodici mesi precedenti alla data della nomina; specificano che l’amministratore delegato deve essere nominato tra coloro che non abbiano conflitti di interesse e non cumulino cariche in società concorrenti; stabiliscono che le modifiche dello statuto della RAI sono deliberate dal consiglio di amministrazione e approvate successivamente dall’assemblea straordinaria; indicano precisi requisiti di onorabilità per i consiglieri; prevedono l’approvazione del piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale; estendono al personale della RAI, ad eccezione dell’amministratore delegato, il tetto sulle retribuzioni;
– l’articolo 3 detta norme sulla responsabilità dei componenti del cda e prevede la deroga, rispetto all’applicazione del codice dei contratti pubblici, per i contratti aventi per oggetto l’acquisto, lo sviluppo, la produzione o la commercializzazione di programmi radiotelevisivi, e i contratti aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture di importo inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria;
– l’articolo 4, che conferiva una delega al Governo per revisionare la disciplina in materia di finanziamento del servizio pubblico, è stato soppresso;
– l’articolo 5 prevede una delega per il riordino e la semplificazione dell’assetto normativo. E’ stato soppresso il riferimento all’evoluzione tecnologica e di mercato, introdotto in Commissione;
– l’articolo 6, recante disposizioni transitorie, è stato sostituito da un emendamento del Governo: le disposizioni sulla nomina del cda si applicano a decorrere dal primo rinnovo e, in fase di prima applicazione, al direttore generale della RAI si applicano le disposizioni riferite all’amministratore delegato.
Il provvedimento passa ora alla Camera dei deputati.
Qui trovate il testo del provvedimento e il fascicolo degli emendamenti votati.
Qui la nota di lettura: Riforma della RAI e del servizio pubblico radiotelevisivo.
Qui e qui i dossier del Servizio Studi del Senato.